Il ministro della Giustizia Carlo Nordio (Ansa)

Dopo la fuga

Nordio ha avviato un procedimento disciplinare contro i giudici del caso Uss

Il ministero accusa tre membri della Corte d'Appello milanese di una "grave ed inescusabile negligenza" per aver concesso i domiciliari all'imprenditore russo. Domani l'informativa urgente alla Camera del Guardasigilli

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha avviato un’azione disciplinare contro tre giudici della Corte d’Appello milanese, rei d’aver concesso lo scorso novembre gli arresti domiciliari all’imprenditore russo Artem Uss, fuggito poi dall’Italia il 22 marzo. I fatti sono noti: Uss, molto vicino a Putin, è stato arrestato a ottobre a Milano su mandato degli Stati Uniti con l’accusa di aver esportato tecnologie militari e contrabbandato petrolio; ha quindi trascorso quaranta giorni in carcere per poi ottenere i domiciliari con braccialetto. Infine, proprio a ridosso del via libera all’estradizione, è scappato raggiungendo la Russia.

 

Così si arriva all’atto diffuso ieri, in cui si attribuisce ai giudici una “grave ed inescusabile negligenza”. Le motivazioni non sono state ancora divulgate, ma Luigi Ferrarella ne anticipa alcuni stralci sul Corriere della Sera. Il punto su cui verte il processo disciplinare aperto dal ministero sarebbero “sette circostanze che, se opportunamente ponderate, avrebbero potuto portare a una diversa decisione”. L’elenco cui si fa riferimento si trova nel parere che i pg Francesca Nanni e Giulio Benedetti hanno inviato a novembre alla Corte milanese: contiene una serie di motivazioni che, secondo il ministero, avrebbero dovuto convincere i giudici circa la necessità della detenzione. Per il guardasigilli dunque, non si sarebbero valutati a dovere “questi elementi dai quali emergeva l’elevato e concreto pericolo di fuga”.

Di questo e delle effettive spiegazioni dell’azione disciplinare parlerà domani il ministro Nordio: è prevista un’informativa urgente alla Camera, alle ore 14.

Di più su questi argomenti: