La Quinta commissione del Consiglio, quella che si occupa delle nomine ha deciso che acquisirà sempre per ciascun candidato le eventuali chat con Palamara che lo dovessero riguardare, valutando la presenza di condotte improprie
Seppur lentamente e con una certa titubanza, qualche proposito di cambiamento sembra muoversi all’interno del nuovo Consiglio superiore della magistratura. Dopo essere stato travolto dallo scandalo Palamara, la credibilità dell’organo di governo autonomo delle toghe è ai minimi termini e qualcuno, forse, sembra essersene accorto. Secondo quanto appreso dal Foglio, nei giorni scorsi è avvenuta un’accesa ma approfondita discussione tra i componenti della Quinta commissione del Csm, quella che si occupa delle nomine negli uffici giudiziari. Al termine del confronto, la commissione – all’unanimità – ha deciso, come protocollo di lavoro, che acquisirà sempre, per ciascun candidato a un posto direttivo o semidirettivo, le eventuali chat che lo dovessero riguardare emerse dall’inchiesta nei confronti di Palamara.
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