Carlo Nordio (foto Imagoeconomica)

Garantisti disorientati

Redazione

L’elemosiniere del Papa, Salvini e Lucano: anche Nordio dimentica l’art. 27

Sono tempi difficili e complicati per i garantisti. Facili in realtà non lo sono mai stati, la difesa delle garanzie personali e dei princìpi della civiltà giuridica racchiusi in un comma dell’articolo 27 della Costituzione è sempre stata roba per pochi intimi. Però su questo tema si aveva una certezza: quando su una questione i garantisti non avevano punti di riferimento, dovevano leggere Carlo Nordio. L’elemento di complicazione è che anche l’ex magistrato pare avviato verso uno scivolamento che subordina un principio costituzionale alla simpatia/antipatia politica o personale. In un editoriale sul Messaggero, Nordio se la prende giustamente con l’elemosiniere del Papa, il cardinale Krajewski, che in maniera deliberata e consapevole ha attaccato la corrente elettrica in uno stabile abusivo e moroso minando “la certezza del diritto e la credibilità dello stato”. Su questo punto niente da dire. Ciò che non torna è il fatto che Nordio inserisca il gesto del cardinale “in quel pericoloso indirizzo, di anteporre alle norme vigenti i propri convincimenti morali, che ha ispirato il sindaco di Riace”. Ecco, così non va. Nessuno ha stabilito che il sindaco di Riace abbia violato le leggi. Quella è un’ipotesi dei pm. Mimmo Lucano è stato ingiustamente arrestato sulla base di 14 capi di imputazione, 12 dei quali sono già caduti e i restanti due per cui è a processo sono già stati in parte demoliti dalla Cassazione nella sentenza che ha annullato il divieto di dimora. E’ pertanto scorretto dire, come fa Nordio, che gli “argini di legalità” sono “stati minati dal buonismo dei sindaci” come Lucano. Perché, anche se possono non piacere le sue idee e le sue azioni, la presunzione di innocenza vale anche per il sindaco di Riace. Sorprende che una condanna preventiva, sulla base di un semplice rinvio a giudizio, provenga da un garantista come Nordio che invece sul caso Diciotti si aveva difeso Matteo Salvini in nome della ragion politica: anche in quel caso Salvini, come il cardinale elemosiniere Krajewski, ha anteposto i propri convincimenti politici e morali alle norme vigenti.