L'imprenditore Alfredo Rome (foto Imagoeconomica)

Anche la Cassazione dice che non si può intercettare a strascico

Redazione

Le motivazioni della sentenza sul processo napoletano contro Alfredo Romeo sospeso ad aprile dopo il rinvio al tribunale del Riesame della decisione di confermare gli arresti domiciliari

Il processo napoletano contro l’imprenditore Alfredo Romeo era stato sospeso nell’aprile scorso quando la Cassazione aveva rinviato al tribunale del Riesame la decisione di confermare gli arresti domiciliari, perché erano stati inflitti in base a indizi raccolti illegittimamente. Poi Romeo è stato coinvolto nell’inchiesta romana su Consip e quella napoletana ha perso di interesse mediatico.

 

Forse per questo quasi nessuno (fa eccezione Il Fatto Quotidiano) ha mostrato interesse per le motivazioni, rese note ieri, della sentenza della Cassazione. Invece, se anche ha perso di attualità, questa sentenza è assai rilevante per il suo valore giurisprudenziale. La Suprema Corte ha stabilito che non si possono utilizzare le intercettazioni ottenute col virus Trojan (una specie di cavallo di Troia che si insinua nelle comunicazioni informatiche) perché erano state disposte “senza una reale notizia di reato, perché Romeo non era interessato dalle indagini di criminalità organizzata che si stavano compiendo in relazione all’appalto del servizio di pulizia dell’ospedale Cardarelli”. Inoltre le intercettazioni sono continuate anche dopo la conclusione dei termini di durata delle indagini preliminari e “verificherà se e in che termini siano utilizzabili, rispetto ad ogni singolo reato, gli elementi indiziari derivanti da atti eventualmente compiuti dopo la scadenza dei termini”.

 

In pratica la sentenza dice che si può intercettare solo in presenza di notizie di reato specificamente ascrivibili a una persona, che non si può fare intercettazioni a strascico, in attesa di trovare indizi anche dopo i termini della durata delle indagini preliminari. Può sembrare una notizia puramente tecnica, ma in realtà introduce o meglio conferma un principio di garanzia che è stato ignorato e violato ripetutamente dalle procure. Per questo è invece una novità rilevante e destinata a vaste conseguenze. Per una volta una buona notizia che fa prevalere il diritto formale, cioè neutrale su quello “sostanziale, cioè politico.        

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