Un Giro DiVino

Giovanni Battistuzzi

Ventuno storie di vino e biciclette per ventuno tappe che dovevano esserci ma non ci saranno. Ventun bottiglie da gustare per sopportare la mancanza della corsa rosa

Il Giro d'Italia doveva partire oggi da Budapest, Ungheria. Sarebbe stata una overture veloce, ottomilaseicento metri da fare a tutta tra Pest e Buda, di qua e di là del Danubio. Toccherà aspettare ottobre per vedere le bici scorrere, per capire cosa poteva accadere oggi. Un'attesa che sarà lunga, soprattutto perché sino al primo agosto, se tutto va bene, di corse non ce ne saranno.

 

Poco male, tanto la bicicletta vive in una doppia dimensione, quella reale e muscolare delle strade e quella fluttuante e aerea della fantasia. Questione di chimica. A dirlo è la scienza, sin dalla fine degli anni Ottanta, quando per la prima volta si scoprì che nel pedalare si attivavano un numero di connessioni neuronali superiore a qualsiasi altra attività. E così in questo maggio un po' strano, con i pomeriggi senza ciclismo in tv, ma con le strade di nuovo aperte e pronte per essere pedalate, tocca prendere la bicicletta, esplorare ciò che abbiamo affianco, immaginarci un altro maggio, curare l'assenza. E per curare un'assenza è sempre meglio farlo con il bicchiere pieno.

 

GiroDiVino non è altro che un palliativo per non rimanere a secco di ciclismo. Ventuno storie di vino e biciclette per ventuno tappe che dovevano esserci ma non ci saranno. Ventun bottiglie da gustare per sopportare la mancanza della corsa rosa. Ventun racconti del tutto non necessari, come una buona bevuta.

 


 

1a tappa: Budapest, cronometro

 

 

2a tappa: Budapest - Győr.

 

 

3a tappa: Székesfehérvár - Nagykanizsa

 

 

4a tappa: Monreale - Agrigento

 

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