Dion Beukeboom (foto LaPresse)

La pazza idea di Beukeboom di provare a battere il record dell'Ora di Wiggins

Giovanni Battistuzzi

Il semisconosciuto ciclista olandese proverà a battere il 54,526 del campione britannico. Impossibile? Ogni tanto anche i Nessuno possono battere i Polifemo

Dion Beukeboom è un ragazzone di ventinove anni potente e tenace, uno che non fa caso a chi gli dice che una cosa è impossibile, "perché con buona volontà e impegno si arriva ovunque", uno che non bada molto a chi fa il pompiere per annacquare entusiasmi, che ha idee chiare e la fissazione, non sempre balzana, che tutto si può riscrivere. Anche una carriera con qualche picco e diversi tonfi. 

 

Dion Beukeboom è un olandese che sa di per certo che il destino non esiste – o che se esiste non è poi così importante –, che sa che a contare sono i fatti e i fatti sono numeri da impilare, tabelle da rispettare, soprattutto pedivelle da muovere a ritmo. Dion Beukeboom ha un nome lungo un'ora e sa che oggi, quest'ora, sarà sua in ogni caso, che riesca o meno a riscrivere quello che Bradley Wiggins ha inciso il 7 giugno 2015 al Lee Valley VeloPark. Allora fu record, record dell'Ora: 54,526 chilometri, 1.589 metri meglio del precedente primato di 52,937 chilometri ottenuto da un altro britannico, Alex Dowsett.

 

Dion Beukeboom è anche un tipo realista, uno che sa di non essere un campione: "Non ho l'illusione di essere un ciclista migliore di Wiggins. Ma so che Wiggins ha fatto il suo record in condizioni che non erano ideali", ha detto al giornale olandese Algemeen Dagblad a ottobre dell'anno scorso. Ma è anche un tipo che nonostante tutto in bici ci sa andare, specialmente in un velodromo, perché non si conquistano casualmente due bronzi europei nell'inseguimento individuale e uno nell'inseguimento a squadre.

 

Dion Beukeboom però sa che sognare non costa nulla e che per sognare "ci vogliono un po' di sacrifici, lo spirito giusto, che tutto vada bene e soprattutto molte palle". Lui dice di averle. E il suo allenatore la pensa uguale. Anche perché, ha detto a Cycling weekly che capisce "che il mondo esterno ci guarda e pensa: chi pensa di essere questo qui? Un corridore di una squadra continental che punta a battere il record di un campione del mondo e olimpico a cronometro come Wiggins?". A dirla così sembra assurdo. Eppure di assurdo non c'è niente, perché questo corridore di una squadra continental si è preparato alla perfezione con la convinzione che anche un Nessuno possa battere Polifemo. 

 

D'altra parte anche Graeme Obree, il 17 luglio 1993, era uno sconosciuto quando dilaniò il record di Francesco Moser, lui sì campione conosciuto in tutto il mondo.

 

 

Certo Obree si inventò una bicicletta rivoluzionaria, l'olandese no. Certo Obree era genio e gambe, l'olandese chissà, ma "Dion correrà a 1.800 metri di altitudine in Messico, non a Londra, e il materiale che utilizzerà è migliore di tre anni fa", ha sottolineato il suo allenatore. Bene, ma non ditelo però a Pinarello. E poi "se guardi da vicino il record di Wiggins, puoi capire facilmente che è stato realizzato in una festa commerciale: il grande saluto a una grande carriera e noi sappiamo, così come lo sa il team di Wiggins, che questo record può essere migliorato". Anche perché "Dion ha una testa talmente dura che se vuole qualcosa fa di tutto per ottenerla".

 

A Città del Messico, alle 21 di oggi, mercoledì 22 agosto (14 ore locali), Dion Beukeboom proverà a realizzare ciò che nessuno pensa possa realizzare. Se sarà record dell'Ora sarà la storia. Se non sarà record dell'Ora sarà storia, un'altra di gente a pedali che sa ancora sognare.

  


 

Ecco lo speciale del 2015 sui tre assalti in un mese (che poi divennero due a causa di un problema fisico di Rohan Dennis) al record dell'Ora.

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