Europa Ore 7

L'Ue messa alla prova degli spiragli sull'Ucraina

Espulsione coordinata di spie russe, giornalisti russi chiedono all'Ue visti e sostegno per sostenere i media indipendenti e Orbán costretto a cancellare il suo vertice del V4 Difesa. La Polonia decide l'embargo sul carbone russo e i paesi dell'est chiedono un fondo dell'Ue per la sanità dei rifugiati ucraini

David Carretta

Stati Uniti e Regno Unito hanno espresso profondo scetticismo sulle relazioni intenzioni della Russia. Nell'Unione c'è invece chi vuole vedere un segnale di speranza

Le notizie apparentemente positive che sono arrivate ieri da Istanbul sui negoziati tra Russia e Ucraina sono destinate a mettere l'Unione europea alla prova, nel momento in cui alcuni stati membri mostrano segnali di stanchezza sulle sanzioni contro Vladimir Putin e sulle ripercussioni economiche della guerra. Le proposte presentate dall'Ucraina sono state definite "costruttive" e "sostanziali" da Vladimir Medinsky, uno dei negoziatori russi. Il vice ministro russo della Difesa, Alexander Fomin, ha annunciato l'intenzione di "ridurre drasticamente l'attività militare in direzione di Kyiv e Chernihiv" per "aumentare la fiducia" nel momento in cui i negoziati entrano "in una dimensione pratica". "Le proposte saranno prese in considerazione e trasmesse al presidente" Putin, ha spiegato Medinsky. I rappresentanti ucraini hanno detto che ci sono le condizioni per un incontro tra Putin e Zelensky. Stati Uniti e Regno Unito hanno espresso profondo scetticismo sulle relazioni intenzioni della Russia. Nell'Ue c'è invece chi vuole vedere un segnale di speranza. A leggere i readout (i resoconti) della discussione via teleconferenza di ieri tra Joe Biden, Boris Johnson, Emmanuel Macron, Olaf Scholz e Mario Draghi sembra essere tornati ai giorni prima della guerra, quando il campo occidentale era diviso sulla minaccia reale di Putin e la necessità di preparare sanzioni.

 

Sul Foglio Micol Flammini spiega come Mosca sta camuffando la ritirata da Kyiv. Gli Stati Uniti ritengono che quello di Putin non sia un ritiro, ma un cambio di fronte per concentrare l'offensiva verso sud-est. Del resto, il ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, è ricomparso in pubblico per annunciare che sono stati "raggiunti gli obiettivi principali della prima fase" della guerra e ora "l'obiettivo primario è liberare il Donbas". Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha spiegato di non vedere segnali di “reale serietà” da parte di Mosca. "Non leggo niente nelle parole della Russia, aspetto di vedere le azioni", ha detto Biden, dopo la discussione con i leader europei: “Abbiamo affermato la nostra determinazione a continuare a alzare i costi per la Russia”. Stessi toni sono stati usati da Johnson: "Dobbiamo giudicare il regime di Putin dalle loro azioni, non dalle loro parole". Il premier britannico ha avvertito gli altri leader che è necessario essere “implacabili” nella risposta a Putin: “Non ci deve essere allentamento nella determinazione occidentale”. Nei readout della Casa Bianca e di Downing street l'espressione “cessate il fuoco” non compare. Per contro, il cessate il fuoco è in primo piano nei resoconti che sono arrivati da Palazzo Chigi e dalla cancelleria tedesca.

 

Biden, Johnson, Macron, Scholz e Draghi hanno "condiviso la necessità di sostenere i negoziati in corso, assicurando al più presto il cessate il fuoco", ha fatto sapere Palazzo Chigi in una nota. I cinque leader "hanno nuovamente esortato il presidente russo Putin ad accettare un cessate il fuoco, cessare tutti i combattimenti, ritirare i soldati russi dall'Ucraina e consentire una soluzione diplomatica alla crisi", ha fatto sapere Scholz. Contrariamente al presidente del Consiglio italiano, almeno il cancelliere tedesco ha menzionato la decisione di "mantenere l'elevata pressione delle sanzioni contro la Russia". Ma, per gli attenti lettori dei readout, c'è una differenza non da poco tra il "mantenere l'elevata pressione" di Scholz e "la determinazione di continuare ad alzare i costi per la Russia" di Biden. L'amministrazione americana sta facendo pressioni sugli europei per preparare un nuovo pacchetto di sanzioni. L'obiettivo è colpire "le catene di approvvigionamento critiche", ha detto il vice segretario al Tesoro americano, Wally Adeyemo, che sta facendo un viaggio europeo sulle sanzioni.

 

L'Eliseo non ha pubblicato un resoconto della telefonata tra i cinque leader. Macron era impegnato nell'ennesima conversazione telefonica con Putin. Questa volta il presidente francese ha chiesto di poter organizzare con Turchia e Grecia un'operazione umanitaria per procedere all'evacuazione di Mariupol. Sul Foglio Paola Peduzzi spiega qual è stata la risposta di Putin: il presidente russo vuole la resa totale di Mariupol. Sempre sul Foglio, Cecilia Sala spiega che in Donbas l’esercito di Putin sta usando la sua tecnica preferita: l’accerchiamento per tagliare comunicazioni e rifornimenti, per poi costringe il nemico alla resa per fame. Ma la tentazione degli europei continua a essere di credere in una svolta che ancora non c'è. E anche se ci fosse la svolta, l'Ue farebbe bene a prepararsi a scelte coraggiose. I rappresentanti di Zelensky hanno offerto a Putin lo status di paese neutrale e non-nucleare, la rinuncia all'adesione e negoziati sul Donbas e la Crimea, ma in cambio vogliono un sistema di garanzie di sicurezza con potenze occidentali pronte a intervenire in caso di nuova aggressione e il via libera della Russia all'adesione dell'Ucraina all'Ue.

 


Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di mercoledì 30 marzo, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.


 

Espulsione coordinata di spie russe - Diversi stati membri dell'Ue ieri hanno annunciato l'espulsione di funzionari russi, accusandoli di usare la loro copertura diplomatica per attività di spionaggio. Il Belgio ha deciso di espellere 21 persone che lavorano per l'ambasciata e il consolato di Russia, che sono state identificate tenendo conto della loro implicazione in operazioni di spionaggio e influenza che minacciano la sicurezza nazionale”, ha detto il ministro degli Esteri belga, Sophie Wilmes. I Paesi Bassi hanno espulso 17 diplomatici, accusandoli di svolgere “segretamente” attività di spionaggio. L'Irlanda ha espulso quattro diplomatici russi, spiegando che le loro attività “non corrispondono agli standard internazionali di comportamento diplomatico”. La Repubblica ceca ha espulso un diplomatico russo. La scorsa settimana, diversi paesi europei - i tre Baltici, la Bulgaria, la Polonia e la Slovacchia - avevano già annunciato l'espulsione di diplomatici russi. La Slovacchia ha anche arrestato quattro persone sospettate di spionaggio a favore di Mosca.
 

Giornalisti russi chiedono all'Ue visti e sostegno per sostenere i media indipendenti - Un gruppo di giornalisti in gran parte russi ha inviato alle istituzioni dell'Ue una lettera aperta per chiedere sostegno per il giornalismo indipendente colpito dalla repressione di Vladimir Putin. "Negli scorsi giorni, tutti i media indipendenti russi che hanno rifiutato di coprire l'attacco di Putin contro l'Ucraina e hanno continuato a usare le parole 'guerra' o 'invasione' sono stati bloccati in Russia", dice la lettera, che ha raccolto decine di firme su iniziativa dell'ex corrispondente di corrispondente di Radio Free Europe/ Radio Liberty, Sophia Kornienko. Molti giornalisti "non hanno alcun posto dove andare per poter continuare a vivere e lavorare in sicurezza". Molti di loro sono "pronti a lavorare, una volta che viene data loro una possibilità di sopravvivere. Il mondo ha disperatamente bisogno di queste persone in quella che essenzialmente è una guerra di informazione, la guerra di Putin contro la verità e l'integrità". La lettera chiede all'Ue una serie di misure per sostenere i giornalisti indipendenti come "fornire visti di lavoro/status speciali e alloggi/aiuti finanziari/borse di studio" e creare "un fondo per sostenere i media indipendenti di lingua russa".
 

Orbán costretto a cancellare il suo vertice del V4 Difesa - L'Ungheria è stata costretta a cancellare una riunione dei ministri della Difesa del gruppo di Visegrad prevista per oggi e domani a Budapest, dopo che la Polonia e la Repubblica ceca hanno deciso di boicottare l'incontro criticando apertamente la politica di Viktor Orbán sulla guerra della Russia contro l'Ucraina. "Polonia, Slovacchia e Repubblica ceca hanno rifiutato di partecipare a un incontro del V4 a Budapest" come segnale di "protesta contro la politica pro-Putin di Orbán. Un isolamento non così splendido", ha commentato l'ex presidente del Consiglio europeo e leader dell'opposizione polacca, Donald Tusk.
 

La Polonia decide l'embargo sul carbone russo - Il governo polacco ieri ha deciso di bloccare le importazioni di carbone dalla Russia, spiegando di non volere "aspettare ulteriormente" in attesa di una decisione dell'Ue su un embargo energetico contro Mosca. Le autorità di Varsavia imporranno penalità finanziarie alle imprese private che importano carbone russo. La Polonia importa circa il 13 per cento del carbone che utilizza ogni anno dalla Russia (8,3 milioni di tonnellate nel 2021). Varsavia è stata in prima linea con i paesi Baltici per chiedere all'Ue un embargo delle importazioni di gas, petrolio e carbone dalla Russia, ma si è dovuta scontrare all'opposizione di una maggioranza di stati membri e al veto di Ungheria e Germania. Il portavoce del governo polacco, Piotr Müller, ha spiegato che ci sono "dubbi giuridici giustificati" sulla decisione di procedere con un embargo nazionale unilaterale, "ma non possiamo aspettare ulteriormente per una reazione dell'Ue su questa questione". Varsavia "deplora" il fatto che "l'Ue non abbia deciso di agire", ha aggiunto Müller.
 

I paesi dell'est chiedono un fondo dell'Ue per la sanità dei rifugiati ucraini - Un gruppo di undici stati membri dell'Europa orientale ha chiesto la creazione di un apposito fondo dell'Ue per finanziare la sanità per i rifugiati ucraini accolti nei paesi europei. "Gli stati membri non devono lasciare nessuno indietro. Ma l'afflusso di persone dall'Ucraina sta mettendo sempre più pressione sui sistemi sanitari, già esacerbata dalla pandemia di Covid-19", hanno detto Bulgaria, Croazia, Repubblica ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania, Slovacchia e Slovenia in una dichiarazione congiunta dopo il Consiglio Sanità dell'Ue. Gli undici hanno sottolineato la necessità di "risorse finanziarie significative" per garantire l'assistenza sanitaria ai cittadini ucraini. "E' necessario creare un fondo separato a livello dell'Ue per garantire il finanziamento diretto delle cure mediche dei cittadini dell'Ucraina negli stati membri", hanno detto gli undici.
 

L'Ue verso la quarta dose per le persone con più di 60 anni - L'Ue potrebbe dare il via libera alla quarta dose del vaccino contro il Covid-19 già la prossima settimana, dopo una discussione tra i ministri dei ventisette al Consiglio Sanità di ieri. La richiesta di una posizione coordinata dell'Ue era stata avanzata dai ministri della Sanità di Germania e Italia. “Il Consiglio ha chiesto alla Commissione di concertare e coordinare con gli stati membri e l'Ecdc e l'Ema affinché di qui a qualche giorno, la prossima settimana sarebbe il meglio, per avere una posizione coordinata sull'apertura della quarta dose a un pubblico più fragile”, ha detto il ministro francese, Olivier Véran. “Consideriamo che sia un bene dal punto di vista sanitario e di fiducia delle popolazioni europee di trovare un modo affinché gli uni e gli altri abbiamo le stesse raccomandazioni in materia di vaccinazione”, ha spiegato Véran, sottolineando che la “scadenza massima di una settimana” serve a “non perdere tempo”. Il ministro francese ha ricordato che “l'Ema non può esprimersi perché non ha ricevuto richiesta dai laboratori”. Ma, secondo la commissaria per la Sanità, “vediamo dati da Israele che dicono che la quarta dose può fornire maggiore protezione per la popolazione anziana”.
 

La Commissione esenta i minori dalla durata del Certificato Covid - La Commissione ieri ha deciso di esentare i minori di 18 anni dalle nuove regole che limitano la validità del Certificato Covid dell'Ue a 270 giorni dopo il completamento del ciclo vaccinale (le due prime dosi). "Se un richiamo dai 12 anni di età è stato autorizzato a seguito di una raccomandazione dell'Ema, non tutti gli stati membri attualmente raccomandano di somministrare richiami ai minori", ha spiegato la Commissione.
 

L'Ema avvia la revisione continua del vaccino di Hipra – L'Agenzia europea dei medicinali (Ema) ieri ha annunciato di aver lanciato la “rolling review” (la procedura di valutazione continua) del vaccino contro Covid-19 sviluppato dalla società farmaceutica spagnola Hipra. L'originalità di questo vaccino è che dovrebbe servire come richiamo per gli adulti che abbiano già completato il ciclo vaccinale con altri vaccini. Secondo l'Ema, i risultati preliminari di studi di laboratorio e studi clinici suggeriscono che la risposta immunitaria con il vaccino Hipra può essere efficace contro il Covid-19 anche nelle varianti come Omicron.
 

Le restrizioni Covid hanno accelerato la digitalizzazione delle imprese - I lockdown introdotti durante la pandemia di Covid-19 hanno costretto le imprese ad accelerare la loro digitalizzazione per mantenere la loro attività, aumentando in modo significativo il livello di connessione dei loro dipendenti. Nel 2020, il 33 per cento delle imprese nell'Ue ha incrementato la quota di dipendenti con accesso remoto al sistema di email aziendale e ad altri sistemi di telecomunicazione, secondo i dati pubblicati ieri da Eurostat. Nel 2020 la percentuale di imprese che ha aumentato il numero di incontri online è stata del 50 per cento nell'Ue.
 

La Commissione approva il piano di Recovery della Svezia - La Commissione ieri ha dato valutazione positiva del piano di ripresa e resilienza della Svezia, aprendo la strada allo stanziamento di 3,3 miliardi di euro di sovvenzioni dal Recovery fund. “Sono orgogliosa che il Next Generation Eu darà un contributo significativo per aiutare la Svezia a diventare climaticamente neutrale il prima possibile", ha detto la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, sottolineando che il paese scandinavo è già ai primi posti nella transizione verde.
 

La Piattaforma per la finanza sostenibile chiede una tassonomia a semaforo - La Piattaforma per la finanza sostenibile, il gruppo di esperti che consiglia la Commissione europea sulle politiche finanziarie per il Green deal, ieri ha pubblicato un rapporto per chiedere la creazione di un semaforo nell'ambito della tassonomia climatica e ambientale. Secondo il documento, i settori dovrebbero essere divisi in quattro gruppi e tre colori: rosso per quelli insostenibili perché creano danni significativi all'ambiente (o hanno bisogno di ristrutturarsi urgentemente per smettere di fare danni significativi); giallo per quelli considerati sostenibili se le performance ambientali miglioreranno; verde per quelli che danno un contributo sostanziale all'ambiente. Il semaforo proposto dalla Piattaforma consentirebbe di superare alcune delle obiezioni avanzate da diversi stati membri sull'inserimento del gas e del nucleare nella tassonomia degli investimenti considerati come verdi.
 

La Corte dei conti critica la cyber resilienza delle istituzioni dell'Ue - Secondo la Corte dei conti dell'Ue, le istituzioni, gli organismi e le agenzie comunitari devono essere più preparati in materia di cyber-sicurezza dato l'aumento rapido degli attacchi contro di loro e il livello di preparazione non commisurato alle crescenti minacce. In un rapporto pubblicato ieri, la Corte dei conti raccomanda l’introduzione di norme vincolanti in materia di cyber-sicurezza e un aumento delle risorse della squadra di pronto intervento informatico dell'Ue. La Commissione europea dovrebbe inoltre promuovere una maggiore cooperazione tra gli organismi dell’Ue. Secondo il rapporto, il numero di incidenti significativi registrati dagli organismi dell’Ue è più che decuplicato tra il 2018 e il 2021 e il telelavoro durante la pandemia di Covid-19 ha aumentato considerevolmente i potenziali punti di accesso per gli aggressori.
 

La Commissione approva la fusione di Thalys e Eurostar – La Commissione europea ieri ha approvato l'acquisizione dell'operatore ferroviario belga dell'alta velocità Thalys da parte della francese Sncf, aprendo la strada alla creazione di un colosso che servirà cinque paesi (Francia, Belgio, Paesi Bassi e Regno Unito). Secondo la Commissione, non ci sono problemi di concorrenza dato l'impatto molto limitato sulla struttura di mercato.

 


Accade oggi in Europa

– Commissione: riunione settimanale del collegio dei commissari

– Commissione: conferenza stampa dei commissari Timmermans, Sinkevicius e Breton sul pacchetto sull'economia circolare e i prodotti sostenibili

– Commissione: conferenza stampa del commissario Reynders sui diritti dei consumatori nella transizione verde

– Commissione: il vicepresidente Timmermans incontra il presidente e il direttore generale della Federazione delle imprese tedesche

– Commissione: la vicepresidente Jourová e il commissario Breton ricevono l'amministratore delegato di Google, Sundar Pichai

– Commissione: il commissario Gentiloni riceve riceve il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, il fondatore di Slow Food, Carlo Petrini, e il presidente della supervisione bancaria della Bce, Andrea Enria

– Commissione: visita della commissaria Urpilainen in Costa d'Avorio e Ghana

– Parlamento europeo: audizione di Fabio Panetta della Bce davanti alla commissione Affari economici

– Banca centrale europea: discorso della presidente Lagarde a un evento della Banca centrale di Cipro

– Consiglio: riunione del Coreper

– Corte di giustizia dell'Ue: sentenza su un cartello nel mercato del trasporto aereo di merci

– Comitato delle regioni: riunione del gruppo di lavoro sull'Ucraina con la commissaria Ylva Johansson e i sindaci di Kyiv e altre città ucraine

– Eurostat: dati sulle migrazioni e le popolazioni migranti nel 2020; dati sull'occupazione nel terzo trimestre del 2021; indicatori sulle competenze digitali nel 2021