Europa Ore 7

Per l'Ue l'ora della verità su Cina e Russia

Il governo Scholz in Germania, il nuovo cancelliere in Austria e il rischio Omicron. La Francia chiede un periodo di transizione per il nuovo patto di stabilità e si spazientisce sul nucleare sulla tassonomia

David Carretta

La Commissione presenterà una proposta che permetterebbe all'Unione di rispondere a Pechino: lo strumento anti-coercizione commerciale

I capi di stato e di governo dell'Unione europea potrebbero trovarsi di fronte a scelte difficili nel loro ultimo Vertice dell'anno della prossima settimana. La variante Omicron sarà in cima all'agenda, nel momento in cui gli stati membri scelgono strategie diverse per rispondere al peggioramento della situazione epidemiologica. Il Covid-19 potrebbe anche spingere il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, a ridurre a un solo giorno – giovedì 16 dicembre – i lavori del Vertice. I leader saranno già presenti a Bruxelles il giorno prima per un summit e una cena con i paesi della partnership orientale. Un'intera giornata di lavoro giovedì potrebbe permettere ai capi di stato e di governo di rientrare con un giorno d'anticipo. Molto dipenderà dalla volontà o meno dei leader di affrontare seriamente due sfide che, in parte per inerzia e in parte per le posizioni di Angela Merkel, sono state di volta in volta rinviate: Cina e Russia.

 

La minaccia rappresentata dalla Cina ha ripreso nuovamente corpo la scorsa settimana, dopo che Pechino ha cancellato dal suo sistema doganale la Lituania come rappresaglia per la decisione del governo di Vilnius di aprire un ufficio di rappresentanza di Taiwan. La Lituania di fatto non può più esportare merci in Cina e ha chiesto l'assistenza dell'Ue. Ieri la Commissione ha inviato un messaggio un po' più duro rispetto a quello esitante della scorsa settimana, quando aveva messo in dubbio la veridicità della denuncia lituana. “Le autorità della Lituania ci hanno informato di casi individuali di imprese che non hanno potuto esportare in Cina”, ha detto un portavoce della Commissione: “Stiamo verificando se è un caso sistematico o individuale”, ma “se le misure fossero confermate dovremmo vedere la compatibilità con gli obblighi della Cina con le regole dell'Organizzazione mondiale del Commercio”. La Commissione intende “chiedere chiarimenti alla Cina”. Inoltre “l'Ue non pensa che l'apertura di un ufficio di rappresentanza di Taiwan sia una messa in discussione della politica della Cina unica”, ha detto il portavoce.

 

Domani la stessa Commissione presenterà una proposta che permetterebbe all'Ue di rispondere alla Cina: lo strumento anti-coercizione commerciale. In origine era stato pensato per le sanzioni extra-territoriali degli Stati Uniti, che colpiscono le imprese europee se operano in paesi nella lista nera americana. Ma la nuova situazione geopolitica ha preso il sopravvento. Lo strumento anti-coercizione potrebbe permettere all'Ue di reagire in modo duro con rappresaglie commerciali a comportamenti come quello della Cina. Lo strumento dovrebbe punire i paesi stranieri che cercano di influenzare le decisioni e il comportamento dell'Ue con interferenze per ottenere determinati risultati politici attraverso la messa in atto (o la minaccia) di limitazioni al commercio o agli investimenti a scapito di imprese europee. Problema: alcuni stati membri contestano l'approccio scelto dalla Commissione e hanno sollevato dubbi sulla compatibilità con il sistema commerciale internazionale.

 

Lo sviluppo più interessante sulla Cina, probabilmente, sono state le discussioni a Washington tra il vicesegretario di Stato, Wendy Sherman, e il segretario generale del Servizio di azione esterna, Stefano Sannino. Le posizioni di Stati Uniti e Ue su Pechino si stanno avvicinando. La dichiarazione congiunta al termine del secondo incontro di alto livello di dialogo Usa-Ue sulla Cina è particolarmente esplicita nelle critiche a Pechino sull'aggressività economica cinese, i diritti umani nello Xinjiang e a Hong Kong, la disinformazione sponsorizzata dalla Cina e le azioni unilaterali nei Mari del sud e dell'Est della Cina e nello Stretto di Taiwan". A margine dell'incontro a Washington, Sannino ha spiegato di non ritenere ci siano le condizioni per procedere alla ratifica dell'accordo sugli investimenti tra Ue e Cina. "Non so se è morto, ma non vedo alcun tipo di sviluppo sostanziale nel futuro prevedibile", ha detto Sannino.

 

La chiave per le scelte dell'Ue sulla Cina probabilmente sta a Berlino. Domani entrerà in carica il nuovo governo di Olaf Scholz e il futuro ministro degli Esteri, la verde Annalena Baerbock, ha già provocato le ire di Pechino criticando la linea dell'appeasement di Merkel. "Il silenzio eloquente non è una forma di diplomazia nel lungo periodo, anche se è stata vista così da alcuni negli ultimi anni", ha detto Baerbocck alla Tageszeitung, invocando "un'interazione di dialogo e fermezza" per la Cina. Baerbock ha suggerito di colpire le esportazioni cinesi per il lavoro forzato degli uiguri nello Xinjiang. "Noi europei dovremmo usare questa leva del mercato unico comune molto di più", ha detto Baerbock. In una dichiarazione pubblicata venerdì, l'ambasciata cinese a Pechino ha chiesto ai "singoli politici tedeschi" di "dedicare la loro energia a promuovere la cooperazione pratica tra le due parti". Per la Cina servono "costruttori di ponti invece che costruttori di muri".

 

L'altra urgenza di politica estera per i leader dell'Ue è l'Ucraina. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, sarà a Bruxelles per il summit con i paesi della Partnership orientale il 15 dicembre. Sul Foglio Micol Flammini spiega che Vladimir Putin ha già ottenuto un obiettivo: il colloquio telefonico con Joe Biden. I leader europei saranno chiamati a decidere se cedere alle richieste di Putin di sovranità limitata per l'Ucraina oppure iniziare a preparare un pacchetto di sanzioni economiche molto duro per dissuadere il presidente russo dall'invasione. Ancora una volta, la chiave della direzione che assumerà l'Ue sta nel nuovo governo di Berlino.

 


Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di martedì 7 dicembre, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.


 

Domani il governo Scholz in Germania - Dopo il via libera degli iscritti dei Verdi all'accordo della coalizione semaforo ieri, il Bundestag domani dovrebbe approvare a grandissima maggioranza il nuovo governo della Repubblica federale tedesca diretto da Olaf Scholz. Il futuro cancelliere ieri ha svelato i nomi dei ministri della Spd. L'epidemiologo Karl Lauterbach, sostenitore di misure restrittive per fronteggiare la pandemia, sarà il ministro della Sanità. Sul Foglio Daniel Mosseri spiega chi è il ministro anti-virus scelto da Scholz. Due donne, Nancy Faeser e Christine Lambrecht, andranno a dirigere i ministeri dell'Interno e della Difesa. La Spd avrà anche i ministeri del Lavoro, degli Immobili e dello Sviluppo.

 

Un nuovo cancelliere in Austria - L'ex ministro austriaco dell'Interno, Karl Nehammer, ieri è stato ufficialmente investito nuovo cancelliere a Vienna, dopo le dimissioni di Alexander Schallenberg seguite alla decisione di Sebastian Kurz di ritirarsi dalla politica. Nehammer, alleato (ma non fedelissimo) di Kurz, rappresenta la vecchia guardia del partito popolare austriaco. Il suo primo compito sarà di decidere se proseguire o meno con il lockdown generale imposto da Schallenberg per contenere l'aumento del numero di contagi. Nel frattempo, per rinsaldare la coalizione con i Verdi dopo la serie di scandali legati a Kurz, Nehammer ha deciso un rimpasto. Gerhard Karner, un alleato di Nehammer, sarà ministro dell'Interno, mentre Magnus Brunner dirigerà il ministero delle Finanze al posto del fedelissimo di Kurz, Gernot Blümel. Alexander Schallenberg, infine, tornerà al ministero degli Esteri.

 

Omicron diventa un rischio per la ripresa economica - Il commissario all'Economia, Paolo Gentiloni, ieri ha lanciato l'allarme Omicron sulla ripresa economica dell'Unione europea. “L'economia europea è in ripresa, ma sappiamo anche che ci sono venti contrari e che stanno aumentando anche a causa dell'incertezza sulla pandemia”, ha detto Gentiloni prima della riunione dell'Eurogruppo: “Le prospettive di crescita positiva vanno incontro ad alcuni rischi soprattutto legati alla pandemia”. Il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, si è detto favorevole a “continuare con politiche fiscali di sostegno, ma al contempo farlo in modo più differenziato tenendo conto i rischi di sostenibilità fiscale”.

 

La Francia chiede un periodo di transizione per il nuovo Patto di stabilità - In attesa di un accordo sulla riforma del Patto di stabilità e crescita, la Francia intende usare la presidenza di turno dell'Ue per promuovere un periodo di “transizione” che eviti il ritorno delle vecchie regole di bilancio nel 2023. “L'idea è una transizione di breve periodo”, ci ha spiegato ieri una fonte di Bercy, il ministero francese delle Finanze: “Se le regole non sono in vigore entro la fine dell'anno per valutare le posizioni di bilancio per il 2023, conviene avere regole di transizione per evitare di tornare a regole inapplicabili. E' una soluzione paracadute” fino a quando non ci sarà accordo all'Eurogruppo e all'Ecofin. La nostra fonte di Bercy ha smentito una proposta franco-italiana sulla revisione della governance economica. Tuttavia ha rivelato che le idee della Francia sono state condivise con Italia, Germania e Spagna. Agli occhi di Parigi, la nuova coalizione che da domani sarà al governo a Berlino non sarà un ostacolo alla revisione del Patto. L'accordo della coalizione semaforo “è il testo più aperto (a modifiche del Patto) che abbiamo mai visto da una coalizione al potere in Germania”, ha detto la fonte di Bercy: “C'è una situazione favorevole a un'evoluzione delle regole”.

 

La Francia si spazientisce sul nucleare nella tassonomia - Il governo francese ha accusato la Commissione di non aver rispettato “gli impegni” con i continui rinvii sulla pubblicazione del secondo atto delegato della tassonomia, con il quale deve decidere se inserire il nucleare e il gas tra gli investimenti per la transizione climatica. L'Ecofin di oggi potrebbe essere costretto a rinviare la decisione sul primo atto delegato della tassonomia, che include le energie rinnovabili, perché alcuni paesi sarebbero pronti a votare contro senza garanzie sull'inserimento del nucleare. “Un numero importante di stati membri considera che la situazione attuale non è soddisfacente”, ci ha spiegato la fonte di Bercy: sul nucleare e sul gas “gli impegni non sono stati rispettati”. Ieri un portavoce della Commissione ha detto che il secondo atto delegato sulla tassonomia sarà presentato “prima della fine dell'anno”, ma senza dare ulteriori dettagli. Secondo alcune indiscrezioni, la proposta potrebbe essere pubblicata già questa settimana. La Francia è contraria anche a definire il nucleare come “energia di transizione” (al pari del gas), perché non considera possibile arrivare alla neutralità climatica nel 2050 senza questa fonte di energia a basse emissioni.

 

I ministri della Sanità di fronte alla variante Omicron - I ministri della Sanità dell'Ue oggi si riuniranno per cercare di mettere un po' d'ordine nella risposta europea alla variante Omicron, dopo che alcuni stati membri hanno deciso di imporre nuove restrizioni alla libera circolazione come l'imposizione di test anche alle persone vaccinate o guarite in possesso del Certificato Covid dell'Ue. Ma l'incertezza è tale che difficilmente ci saranno risultati concreti. La scorsa settimana il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, è stato costretto a cancellare una riunione in videoconferenza dei capi di stato e di governo dedicata alla variante Omicron per mancanza di consenso su come muoversi. Il tema sarà in cima all'ordine del giorno del Consiglio europeo della prossima settimana. Secondo Bloomberg, i ministri della Sanità potrebbero comunque annunciare una possibile ripresa dei viaggi dall'Africa del sud. L'altro messaggio che dovrebbe arrivare dal Consiglio Sanità di oggi è la necessità di accelerare con i richiami vaccinali.

 

Tornano i video-messaggi di Ursula (ieri sulle donazioni di vaccini) - E' un sintomo del peggioramento della situazione epidemiologica nell'Ue: con la variante Omicron sono tornati i video-messaggi della presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, sulla pandemia di Covid-19. Quello di ieri era dedicato alla condivisione dei vaccini. Von der Leyen ha annunciato che gli stati membri dell'Ue "hanno condiviso più di 350 milioni di dosi per le donazioni a paesi del resto del mondo". Di queste, circa 300 milioni di dosi sono state condivise via Covax" che ora "le sta trasferendo ai paesi a basso e medio reddito". Von der Leyen ha promesso di lavorare con Covax e i produttori di vaccini per "accelerare la fornitura di queste dosi" e di "fare di più" in particolare per sostenere l'Africa "dove la vaccinazione è più bassa che in qualsiasi altra parte del mondo".

 

La Commissione risponde al Papa sui migranti e poi cancella il tweet - La Commissione europea ieri ha pubblicato e cancellato un tweet con cui aveva risposto alle parole di Papa Francesco sul “naufragio di civiltà” in corso con le politiche condotte in Europa per bloccare l'arrivo di migranti e richiedenti asilo. “Rispondendo ai commenti di Sua Santità il Papa sulla politica migratoria dell'Ue, la Commissione europea sottolinea che l'equilibrio tra cooperazione e solidarietà è al cuore del nuovo Patto su migrazione e asilo”, ha scritto la Commissione sull'account Twitter della direzione generale Affari interni. Il messaggio in sostanza riportava le parole del portavoce della Commissione, Eric Mamer, in uno scambio con i giornalisti durante la conferenza stampa quotidiana di mezzogiorno. Ma, un'ora dopo la pubblicazione, il messaggio su Twitter è stato cancellato. La Commissione si è sentita presa di mira dalle dure critiche di Papa Francesco?

 

Meno 73 per cento di passeggeri aerei nel 2020 - Nel 2020 la pandemia di coronavirus ha portato a una riduzione del 73 per cento dei passeggeri aerei nell'Unione europea rispetto al 2019, secondo i dati pubblicati ieri da Eurostat. Lo scorso anno il numero totale di passeggeri aerei è stato di 277 milioni. Tra gli stati membri, i cali maggiori sono stati registrati in Slovenia (-83 per cento), Slovacchia e Croazia (meno 82 per cento). L'Italia ha subìto un calo superiore alla media dell'Ue con meno 74,9 per cento. Nella classifica degli aeroporti per numero di passeggeri, al primo posto c'è Parigi Charles de Gaulle, con 22,2 milioni di passeggeri e un calo del 70,8 per cento rispetto al 2019, seguito da Amsterdam Schipol (20,9 milioni e meno 70,9 per cento) e Francoforte-Main (18,7 milioni e meno 73,4 per cento). Roma Fiumicino è stato il primo aeroporto italiano con 9,8 milioni di passeggeri e un calo del 77,5 per cento rispetto al 2019.

 


Accade oggi in Europa

– Ecofin

– Consiglio Sanità

– Consiglio di associazione e stabilizzazione Ue-Kosovo

– Commissione: il commissario Varhelyi riceve il primo ministro del Kosovo, Albin Kurti

– Servizio europeo di azione esterna: discorso dell'Alto rappresentante Borrell alla Conferenza annuale dell'Agenzia europea di difesa

– Parlamento europeo: il presidente Sassoli riceve riceve il primo ministro del Kosovo, Albin Kurti

– Consiglio: riunione del Comitato politico e di sicurezza

– Eurostat: dati sul Pil e l'occupazione nel terzo trimestre del 2021