Europa Ore 7

Iniziano le grandi manovre per la successione di Sassoli

La Commissione ha chiesto una multa alla Polonia sull'indipendenza della giustizia e si lancia nelle sanzioni verdi. Charles Michel vede continuità tra Trump e Biden ed è a favore dell'unanimità nell'Ue. Angela Merkel implora i tedeschi di non affondare la Cdu-Csu

David Carretta

David Sassoli potrebbe cercare di essere rieletto sullo scranno più alto del Parlamento europeo. A prescindere dalla decisione di Weber, il Ppe è determinato a recuperare la presidenza ed è pronto a mettere in discussione la capacità del Parlamento europeo di legiferare su Green deal e transizione digitale 

Manfred Weber, il presidente del gruppo del Partito popolare europeo, oggi annuncerà se si candiderà o meno alla presidenza del Parlamento europeo nella seconda metà della legislatura. Dalla sua decisione potrebbero dipendere le sorti di David Sassoli, il cui mandato scade il prossimo gennaio, due anni e mezzo dopo la sua elezione a sorpresa. Secondo diverse fonti, Sassoli potrebbe cercare di essere rieletto sullo scranno più alto del Parlamento europeo, che a metà legislatura rinnova tutte le sue cariche. Ma, a prescindere dalla decisione di Weber, il Ppe è determinato a recuperare la presidenza ed è pronto a mettere in discussione la capacità del Parlamento europeo di legiferare su Green deal e transizione digitale se Sassoli o candidati di altri gruppi tenteranno un colpo di mano.


L'unico presidente del Parlamento europeo che è rimasto per cinque anni è il tedesco Martin Schulz, ma a cavallo di due legislature. Nel luglio del 2019, dopo le elezioni europee, popolari, socialisti e liberali si erano messi d'accordo sul pacchetto di nomine per i vertici delle istituzioni dell'Ue: una Ppe alla Commissione (Ursula von der Leyen), un S&D come Alto rappresentante (Josep Borrell) e un Renew alla testa Consiglio europeo (Charles Michel). Nel pacchetto c'era anche la presidenza della Conferenza sul futuro dell'Europa per i liberali (Guy Verhostadt non è stato eletto presidente, ma è il principale membro del comitato esecutivo). Sulla base dell'intesa, come da tradizione, la presidenza del Parlamento europeo dovrebbe passare ai popolari a gennaio. Il Ppe chiederà a S&D e Renew di rispettare gli impegni assunti.


L'ufficio di Sassoli non ha voluto esprimersi su una sua eventuale candidatura. Ma ieri Sassoli ha pubblicato una dichiarazione per annunciare la sua intenzione di rafforzare la centralità del Parlamento europeo. Tre mesi fa erano stati creati dei gruppi di lavoro per riflettere sul futuro del Parlamento e della democrazia parlamentare europea dopo l’esperienza della pandemia. Ieri Sassoli ha ricevuto le loro raccomandazioni. Ma “questa è solo la fine del primo tempo. L’obiettivo ora è rafforzare la centralità del parlamento nel contesto istituzionale e nel rapporto con i cittadini”, ha detto Sassoli: “Ora porterò il frutto di questo lavoro all’attenzione degli organi di governo del Parlamento europeo per una discussione e una valutazione approfondite su quali misure prendere per il parlamento del futuro”.


In vista del giro di boa della legislatura e del rinnovo delle principali cariche, il Parlamento europeo è sempre più in ebollizione. Le voci sulla creazione di un grande gruppo della destra sovranista - con una fusione almeno parziale dei Conservatori e riformatori europei e di Identità e democrazia - sono sempre più intense. Il Ppe potrebbe usare la minaccia di rompere la grande coalizione che sostiene von der Leyen e di avviare una cooperazione su alcuni dossier con la destra sovranista per fermare Sassoli o altri potenziali candidati concorrenti.


I liberali di Renew hanno un'altra idea. Il gruppo negli ultimi due giorni si è riunito a Parigi, compreso un lungo incontro con Emmanuel Macron. Il presidente Dacian Ciolos oggi presenterà la “dichiarazione di Parigi” con gli obiettivi di Renew per la fine della legislatura: preservare i diritti fondamentali, battersi per lo stato di diritto, proteggere la terra, promuovere la crescita sostenibile, accelerare l'innovazione, difendere la sovranità europea e un'autonomia strategica aperta, rilanciare la democrazia. Nella bozza della dichiarazione di Parigi - che abbiamo potuto consultare - c'è anche la proposta di una conventio ad excludendum contro la destra sovranista. Renew intende lanciare un appello agli altri gruppo pro-europei a “unirsi. A livello europeo, la vera frattura è tra pro e anti-europei”. La proposta di Renew è di “negoziare e firmare un accordo di coalizione per chiarire e rafforzare la maggioranza parlamentare”. L'accordo, oltre agli obiettivi politici, dovrebbe includere “nuovi metodi sui rapporti strategici e gli incarichi chiave” nel Parlamento europeo.

 


Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di mercoledì 8 settembre, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.


 

La Commissione vuole multare a Varsavia sull'indipendenza della giustizia - La Commissione ieri ha chiesto alla Corte di giustizia dell'Ue di imporre una sanzione finanziaria contro la Polonia per il mancato rispetto di un'ordinanza della stessa Corte legata all'indipendenza della giustizia polacca. Anche se la Commissione non ha proposto un ammontare, la multa potrebbe superare i 100 mila euro al giorno, secondo il commissario alla Giustizia, Didier Reynders. Le autorità di Varsavia sono accusate di non aver dato seguito a un'ordinanza della Corte, che aveva ordinato di sospendere il funzionamento della Camera disciplinare della Corte suprema. La Commissione ha anche inviato a Varsavia una lettera di messa in mora su un'altra sentenza della Corte di giustizia dell'Ue legata all'indipendenza dei giudici e minacciato di tagliare alcuni fondi a sette regioni polacche che si sono dichiarate “Lgbt free”. Nel braccio di ferro sullo stato di diritto, l'esecutivo comunitario ha rinviato il via libera al piano di Recovery della Polonia. “La Commissione europea blocca illegalmente fondi in Polonia e chiede sanzioni. Sono atti di aggressione”, ha reagito su Twitter il viceministro della Giustizia, Sebastian Kaleta.

 

La Commissione si lancia nei green bond - La Commissione europea ieri ha annunciato l'intenzione di emettere obbligazioni verdi fino a un valore di 250 miliardi di euro, pari al 30 per cento delle emissioni totali del Recovery fund. L'esecutivo comunitario ieri ha presentato il quadro legale, che dovrebbe fornire a chi investe nei suoi green bond la certezza che i fondi mobilitati saranno destinati a progetti verdi. L'Ue ambisce a "diventare il più grande emittente di obbligazioni verdi al mondo", ha detto il commissario al Bilancio, Johannes Hahn. Le prime emissioni di green bond sono attese già nel corso di quest'anno. Secondo quanto ci hanno detto fonti della Commissione, i progetti legati al nucleare e al gas naturale saranno esclusi dai finanziamenti attraverso i green bond, anche se gli investimenti sul gas sono eleggibili nei piani nazionali del Recovery legati al Green deal.


Michel vede continuità tra Trump e Biden - In una lunga intervista a Le Grand Continent il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha lasciato trasparire tutta l'irritazione dell'Ue per la decisione unilaterale di Joe Biden di procedere al ritiro dall'Afghanistan senza tenere conto delle richieste degli alleati. "Gli Stati Uniti sono un grande alleato dell'Unione Europea, su questo non c'è dubbio", ha detto Michel. "Tuttavia, è certo che nell'arena geopolitica negli ultimi tempi ci sono state divergenze di opinione sugli interessi, o su come raggiungere gli obiettivi. Questo non è solo limitato all'Afghanistan, ma riguarda anche altre questioni internazionali, in particolare la Siria e l'Iran". Alla domanda se veda continuità tra l'amministrazione Trump e quella Biden, la risposta di Michel è stata poco diplomatica. "Mi sembra che ci sia una tendenza strutturale negli Stati Uniti, che esisteva già prima di Donald Trump - anche se lui l'ha resa molto più visibile - a dare priorità agli interessi americani".

Michel a favore dell'unanimità nell'Ue - Le Grand Continent è una rivista europea di dibattito strategico, politico e intellettuale. L'intervista a Michel è stata tradotta in sei lingue. Per gli appassionati di istituzioni europee c'è un passaggio particolarmente interessante, nel momento in cui si moltiplicano le voci a favore di abolire l'unanimità in alcuni settori compresa la politica estera e di sicurezza. "Sono consapevole di avere una posizione atipica sulla regola dell'unanimità. Da qualche tempo è diventato quasi un luogo comune, un'evidenza: la regola dell'unanimità sarebbe un freno, una fonte di debolezza per l'Ue", ha detto Michel. "Capisco", ma "credo anche che sia necessario riflettere attentamente per non farsi ingannare da una falsa buona idea". Perché una falsa buona idea? "Se ci pensate, è ovvio", ha risposto Michel: "Il rischio, abbandonando troppo in fretta l'unanimità, è quello di rinunciare allo sforzo necessario per creare questa unità, creando situazioni che darebbero ad alcuni Stati membri l'impressione che il loro punto di vista non sia importante o gradito". Secondo Michel, l'unanimità “è una regola che, se e quando viene fatta funzionare, porta unità, quindi forza, quindi influenza, e quindi potere. Rinunciarvi significa correre il rischio (...) di contribuire all'indebolimento della costruzione europea".

Merkel implora i tedeschi di non affondare la Cdu-Csu - Angela Merkel ieri ha implorato gli elettori tedeschi di votare per il suo candidato alla cancelleria, Armin Laschet, nel momento in cui l'Unione Cdu-Csu per la prima volta nella storia è crollata sotto il 20 per cento nei sondaggi in vista delle elezioni del 26 settembre. Nell'ultima settimana - secondo un sondaggio Forsa per RTL uscito ieri - la Spd di Olaf Scholz è salita di altri due punti al 25 per cento, mentre la Cdu-Csu ha perso due punti scendendo al 19 per cento. I Verdi sono in leggero calo al 17 per cento, mentre i liberali della Fdp recuperano un punto al 13 per cento. L'estrema destra di Alternativa per la Germania è stabile all'11 per cento. Di fronte alla caduta nei sondaggi e a Scholz che si presenta come candidato della continuità, Merkel ha scelto la polarizzazione. "I cittadini hanno una scelta tra pochi giorni: o un governo che accetta il sostegno del partito (di estrema sinistra) Linke con la Spd e i Verdi (...) o un governo federale guidato dalla Cdu-Csu con Armin Laschet come cancelliere che guidi il nostro paese in futuro con moderazione", ha detto Merkel al Bundestag. A proposito delle elezioni in Germania, sul Foglio c'è un editoriale sulle interferenze della Russia.

Le confindustrie di Italia e Germania contro la Commissione sul Brennero - La Confindustria italiana e la BDI tedesca ieri hanno firmato una lunga dichiarazione congiunta al termine dell'undicesimo Business forum che si è tenuto a Roma. Il documento, che segna un avvicinamento sempre più stretto tra le due associazioni industriali, si concentra sulle priorità comuni nella transizione verde, il mercato unico e la transizione digitale. un capitolo è dedicato anche all'Europa globale con la richiesta di "una politica assertiva e comune nei confronti della Cina". Più vicino a noi, da notare anche il pesante attacco contro la Commissione europea per la sua inerzia di fronte ai blocchi austriaci al transito di tir al Brennero. "Confindustria e BDI denunciano la persistente inerzia della Commissione nella gestione della crisi generata dal blocco del nodo ferroviario di Rastatt, il corridoio del Brennero al confine italiano e tedesco con l'Austria, e richiamano la Commissione al suo ruolo sancito dal trattato Ue”.


Il pil dell'area euro cresce del 2,2 per cento nel secondo trimestre - Nel secondo trimestre del 2021 il pil dell'area euro è cresciuto del 2,2 per cento rispetto al primo trimestre dell'anno, secondo la stima pubblicata ieri da Eurostat. Il pil dell'Ue a 27 è cresciuto del 2,1 per cento. Nel primo trimestre del 2021, Eurostat aveva registrato una contrazione del pil dello 0,3 per cento nell'area euro e dello 0,1 per cento nell'Ue a 27. Nel secondo trimestre del 2021, il numero di occupati è cresciuto dello 0,7 per cento sia nell'area euro sia nell'Ue a 27.


Un insegnante ogni 14 alunni nelle scuole primarie dell'Ue - Nel 2019 c'erano 2 milioni di insegnanti e 24,5 milioni di alunni nelle scuole primarie degli stati membri dell'Ue. La media di alunni per insegnanti è scesa leggermente da 13,6 a 13,5 tra il 2018 e il 2019. Tra gli stati membri, la ratio tra alunni e insegnanti più bassa è stata registrata in Grecia (8,7), Lussemburgo (9,0) e Polonia (9,6). Dall'altro lato dello spettro, la ratio più alta è stata registrata in Romania (1,94), Francia (18,8) e Repubblica ceca (18,7).


EuroNomine - L'Alto rappresentante, Josep Borrell, ha annunciato una serie di nomine ai vertici del Servizio europeo di azione esterna. Olivier Bailly è stato nominato direttore e vicedirettore esecutivo per le questioni globali, Rafael Dochao Moreno incaricato d'affari dell'Ue in Venezuela, Giacomo Durazzo capo-delegazione dell'Ue in Congo, Henriette Geiger capo-delegazione dell'Ue in Kenya e Carla Grijo capo-delegazione dell'Ue a Capo Verde.

 


Accade oggi in Europa

- Commissione: riunione settimanale del collegio dei commissari

- Commissione: conferenza stampa del vicepresidente Sefcovic sul secondo rapporto di prospettiva strategica

- Commissione: il vicepresidente Schinas e la commissaria Johansson partecipano alla riunione dei ministri dell'Interno del G7

- Parlamento europeo: il presidente Sassoli incontra il presidente della Guinea-Bissau, Umaro Sissoco Embalò, e il presidente dell'Assemblea nazionale del Vietnam, Vuog Dinh Hue

- Consiglio europeo: il presidente Michel incontra il presidente dell'Assemblea nazionale del Vietnam, Vuog Dinh Hue

- Consiglio: riunione del Coreper

- Gruppo Renew: conferenza stampa di Dacian Ciolos e Stéphane Sejourné sulla dichiarazione di Parigi

- Eurostat: dati sul commercio internazionale di beni nel secondo trimestre