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Un'Irlanda rocciosa batte gli Azzurri. L'Italia adesso può pensare alla Spagna

Piero Vietti
Sconfitta per 1-0 la Nazionale italiana nell'ultima (inutile) partita del girone. Le riserve tradiscono Conte: quasi mai pericolosi e schiacciati dai più motivati irlandesi. Lunedì sera agli ottavi contro i campioni d'Europa in carica servirà un'altra partita.

Dimenticate Víctor Hugo Morales, il telecronista argentino che accompagnò Diego Armando Maradona – “aquilone cosmico!” – durante la cavalcata per il gol del secolo, segnato esattamente trent’anni fa. Da oggi bisognerà narrare le gesta del telecronista islandese, impazzito di gioia e lacrime al gol di Traustason che al 94’ di Islanda-Austria ha regalato alla sua squadra il secondo posto nel girone F e uno storico passaggio del turno. Dopo la vittoria inaspettata degli irlandesi contro l'Italia, le sue urla emozionate e la risurrezione di Cristiano Ronaldo – un gol di tacco al volo e un colpo di testa dei suoi nel 3-3 del Portogallo contro l’Ungheria – sono le altre due cose più significative nell’ultima giornata della parte noiosa – si spera – di Euro 2016. Da sabato cominciano gli ottavi, che l’ubriacatura dell’Uefa con i ripescaggi delle terze e le defaillance di alcune grandi hanno reso orrendamente sbilanciati: di qua tutte quelle forti, di là le sorprese e le piccole.

 

 

L’Italia giocava una partita inutile per la propria classifica, e nel primo tempo si è visto: schiacciati dagli irlandesi, gli Azzurri hanno giocato 45’ minuti più brutti di quelli contro la Svezia, con la differenza che questa volta gli avversari hanno messo in campo grinta, gamba e cattiveria, in verità meritando di passare in vantaggio almeno un paio di volte. Il mestiere dei nostri difensori, e un arbitraggio molto permissivo hanno paradossalmente aiutato più la squadra di Conte che quella di O’Neill, certamente più muscolosa e decisa ma meno maliziosa quando si tratta di tirare la maglia in area o cadere fingendo di essere stati colpiti a morte dagli avversari. Lo stadio di Lille è chiuso, i telecronisti ci avvisano che sembra di stare in un bagno turco, gli irlandesi corrono come dannati nel primo tempo, nel secondo per forza devono rifiatare. Al 52' Zaza sfiora la traversa, l’Italia tiene meglio il campo ma non fa stropicciare gli occhi, si sospetta che il 10 sulle spalle di Thiago Motta indichi la velocità massima a cui il centrocampista del Paris Saint-Germain riesce a correre. I giocatori irlandesi militano quasi tutti in squadre inglesi di medio bassa classifica, quelle in cui si bada poco alle finezze, e si nota. Però. Sarà il pubblico vestito di verde sugli spalti che spinge ininterrottamente, sarà che gli Azzurri un po’ già pensano alla Spagna, fatto sta che Sirigu – che sostituisce Buffon in porta – deve persino ricordarsi come si para in un paio di occasioni. Dopo un quarto d’ora Conte mette in campo Darmian al posto di Bernardeschi, troppo timido.

 

L’Irlanda continua a pressare, l’Italia fatica, su Sky Caressa e Bergomi provano a dare la colpa al campo malmesso, ma nel calcio le motivazioni sono tutto, e il profumo degli ottavi a portata per gli irlandesi pesano di più delle minacce di Conte. Ma poiché se corressero 90’ minuti allo stesso ritmo sarebbero da antidopoing diretto senza passare dalle docce, gli irlandesi attorno al 65’ cominciano a smettere di spingere. Sarebbe il momento per provare a colpire. Invece gli Azzurri traccheggiano, reggono l’urto senza rischiare davvero quasi mai. Al 74’ un Immobile che non verrà ricordato negli annali del calcio lascia il posto a Insigne, che dopo un minuto prende un palo dopo un’azione delle sue. Sugli spalti gli irlandesi sono uno spettacolo – il coro “The fields of Athenry”, intonato da tutti, ci dà la scusa buona per zittire Caressa e Bergomi per un po’ – gli italiani sono macchie azzurre rare e sparse nella grande massa verde. A dieci minuti dal termine c’è spazio anche per El Shaarawy, che entra al posto di De Sciglio. All’82’ Bonucci ci riprova: finge di subire un fallo e cade per terra al limite dell’area azzurra. L’arbitro non ci casca: Hoolahan sbaglia un gol clamoroso sparando addosso a Sirigu. Ma il gol è nell’aria, e trenta secondi dopo Brady anticipa tutti di testa: gol dell’Irlanda, e alzi la mano il tifoso italiano che sotto sotto non ha pensato che fosse meritato. I minuti finali si giocano nel delirio dei tifosi irlandesi, e un po’ di paura negli occhi dei giocatori di O’Neill. Finisce così, con le lacrime di Roy Keane in campo, l’Irlanda meritatamente agli ottavi, e Turchia e Albania eliminate.

 

Le riserve scelte da Conte hanno deluso, inutile girarci intorno. Per fortuna i titolari sono altri, e quando la partita conta di solito non si fanno schiacciare. Adesso però si può finalmente pensare solo alla Spagna. Lunedì sera ci sono un po’ di sconfitte da vendicare. Nell’altra partita del girone, l’ultima in Nazionale di Ibrahimovic, ha vinto il Belgio, che chiude con gli stessi punti dell’Italia, ma va a giocarsela nella parte più facile del tabellone.

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  • Piero Vietti
  • Torinese, è al Foglio dal 2007. Prima di inventarsi e curare l’inserto settimanale sportivo ha scritto (e ancora scrive) un po’ di tutto e ha seguito lo sviluppo digitale del giornale. Parafrasando José Mourinho, pensa che chi sa solo di sport non sa niente di sport. Sposato, ha tre figli. Non ha scritto nemmeno un libro.