L'esultanza al gol di Chiellini (LaPresse)

Noi sì che Podemos. L'Italia batte la Spagna e va ai quarti contro la Germania

Piero Vietti
Dimenticate l’Italia che ha passeggiato contro l’Irlanda, quella messa in campo da Antonio Conte contro la Spagna ha gamba, voglia e temperamento. Si vede da come attacca fin dall’inizio, e da come sta attenta in difesa. Chiellini e Pellè piegano i campioni d'Europa in carica, gli Azzurri vanno a giocarsi i quarti contro i tedeschi - di Piero Vietti
Al fischio d’inizio comincia a piovere, e qualcuno pensa che sia un segno. Di che tipo, si vedrà. Dimenticate l’Italia che ha passeggiato contro l’Irlanda, quella messa in campo da Antonio Conte contro la Spagna ha gamba, voglia e temperamento. Si vede da come attacca fin dall’inizio, e da come sta attenta in difesa. I campioni d’Europa in carica litigano tra loro da giorni, e la stampa già ha seppellito l’allenatore, quel Del Bosque che ha vinto Mondiale ed Europeo nel 2012. Gli Azzurri sono affamati, e compiono miracoli: all’8’ Pellè segnerebbe anche, se non fosse che in porta c’è David De Gea, e il palo colpito da Giaccherini in rovesciata dopo 10 minuti avrebbe probabilmente ucciso qualcuno di infarto. Gli spagnoli non ci tengono, ed è tutto troppo bello per essere vero. Forse abbiamo pompato i nostri avversari più del dovuto alla vigilia, ma è tattica che nove volte su dieci funziona, perché permette di ingigantire le vittorie e giustificare le sconfitte.

 

Dopo il primo quarto d’ora a ritmi altissimi la partita rallenta, accelerando solo quando gli Azzurri trovano gli esterni. La Spagna – doveva succedere – a un certo punto comincia a giocare. Ma è l’Italia a restare pericolosa. Al 25’ la telecronaca avverte che in panchina “si sta muovendo Thiago Motta” e, data la mobilità del numero 10 dell’Italia, è una notizia. Il primo tiro spagnolo è di Iniesta, al 28’. Precede di poco quello di Sergio Ramos, verso la sua porta però. Dopo mezz’ora spunta il sole, e qualcuno pensa sia un segno. Di che tipo, si vedrà poco dopo. Al 32’ gli Azzurri litigano per chi deve tirare un calcio di punizione dal limite. Alla fine la spunta Eder, e va bene così: sulla ribattuta di De Gea Chiellini la butta dentro da un metro. 1-0, e la Spagna risulta ancora non pervenuta. L’unico modo per rimetterli in gioco è fare cappelle difensive: Bonucci ci prova con un retropassaggio sbagliato al 38’, ma non è aria di gol spagnoli. C’è tempo ancora per un altro capolavoro si Giaccherini, che finalizza un contropiede con un gran tiro dal limite sul secondo palo: De Gea la mette fuori con la punta delle dita. Nonostante l’errore sul gol, il portiere spagnolo è il migliore in campo dei suoi nei primi 45’. E non per caso.

 

All’inizio del secondo tempo esce Nolito, che nei commenti della vigilia era uno di quelli che avrebbe dovuto aprirci in due, ed entra Aduriz. L’Italia dà l’idea di non avere mai smesso di correre, neppure negli spogliatoi. La Spagna comincia a giocare larga, e gli Azzurri soffrono nelle mischie in area sui calci piazzati. L’Italia difende bassa, subisce un po’ la pressione avversaria e al 54’ Conte toglie De Rossi e mette Thiago Motta, mossa che si spiega solo con l’infortunio del romanista e la panchina misera degli Azzurri. Dopo un minuto Eder vola verso De Gea indisturbato, liberato da un colpo di tacco, ma spara addosso al portiere spagnolo. La partita si incattivisce, Aduriz e Eder escono malconci da un paio di scontri, Morata tenta un pallonetto improbabile, Thiago Motta ancora non ha toccato palla. Al 62’ De Gea sbaglia l’uscita su un cross basso ma nessuno degli Azzurri riesce a spingerla dentro. Seguono minuti di predominio sterile spagnolo, fino al 70’, quando Aduriz tira fuori di poco un pallone che gli arriva dopo un’azione di prima, di quelle che dovrebbero essere il marchio di fabbrica dei campioni d’Europa in carica. La sagoma cartonata con le fattezze di Thiago Motta impedisce agli Azzurri di avere la meglio a centrocampo. Al 74’ Conte si incazza duro per un errore degli Azzurri e calcia lontano il pallone che rotola dalle sue parti mentre è ancora in campo. C’è da avere paura. Di Conte, ma anche della Spagna, che con Iniesta scalda le mani di Buffon al 76’. La palla gira, Piqué ci prova da fuori ma Buffon para ancora. “Bravo Gigi, bravo”, gridano i tifosi in tribuna.


Graziano Pellè, suo il gol del 2-0 allo scadere (foto LaPresse)


L’Italia è ordinata e ben messa, nella foga della telecronaca Pellè diventa Pelè un paio di volte almeno (potenza di un tacco), gli spagnoli attaccano ma in pochi quando l’azione si sviluppa in velocità. All’80 entra Insigne, acclamato negli sms della vigilia dai tifosi italiani su Radio Rai, ed esce Eder. Aduriz non ce la fa viene sostituito da Pedro. Manca poco, e i tedeschi davanti alla tv stanno verosimilmente facendo gli scongiuri: questa Spagna verrebbe fatta a pezzi dalla Germania, l’Italia è pur sempre l’Italia, e a Berlino hanno gli incubi solo a sentirci nominare.

 

La Spagna attacca ma non riesce a farci male. All’89’ c’è tempo per una bella notizia: Thiago Motta, diffidato, viene ammonito e salterà i quarti. Al 90’ Buffon ricorda a tutti che gli anziani vogliono restare in Europa, fermando da mezzo metro un tiro a colpo sicuro di Piqué. Sull’azione successiva Insigne fa un cambio di campo spettacolare per Darmian, palla in mezzo e gol di Pellè al volo. L’Italia ha vendicato la finale di quattro anni fa, e va a giocarsi i quarti contro la Germania. Difficile, ma non per questa squadra.

  • Piero Vietti
  • Torinese, è al Foglio dal 2007. Prima di inventarsi e curare l’inserto settimanale sportivo ha scritto (e ancora scrive) un po’ di tutto e ha seguito lo sviluppo digitale del giornale. Parafrasando José Mourinho, pensa che chi sa solo di sport non sa niente di sport. Sposato, ha tre figli. Non ha scritto nemmeno un libro.