L'esultanza degli Azzurri dopo il gol di Giaccherini (foto LaPresse)

Belgio chi? L'Italia vince 2-0 e smentisce gli euroscettici

Piero Vietti
Alzi la mano chi immaginava un esordio del genere degli Azzurri. La squadra più scarsa degli ultimi quarant’anni, dicevano. La prima Juve di Conte era una squadraccia, vinse lo scudetto contro i pronostici, con molta grinta, testa incrollabile e un pizzico di fortuna. E’ presto per dire se questa Italia può camminare sulla stessa strada, ma l’inizio è promettente.

Alzi la mano chi immaginava un esordio del genere degli Azzurri. La squadra più scarsa degli ultimi quarant’anni, dicevano. La prima Juve di Conte era una squadraccia, vinse lo scudetto contro i pronostici, con molta grinta, testa incrollabile e un pizzico di fortuna. E’ presto per dire se questa Italia può camminare sulla stessa strada, ma l’inizio è promettente. Ci avevano convinti che il Belgio fosse squadrone imbattibile o quasi, ce lo avevano fatto a fette con la storia del ranking Fifa, ma trattandosi di Fifa avremmo dovuto sospettare che non volesse dire poi molto. A forza di sentirsi dire che erano favoriti, i belgi hanno evidentemente finito per convincersene, senza riuscire a dimostrarlo quasi mai.

 

Nel gol di Giaccherini c’è tutto il carattere di Antonio Conte, uno che quando gli Azzurri rischiano di prendersi gol da Lukaku in contropiede nel secondo tempo sull’1-0 grida “Vi ammazzo!” ai suoi difensori, il naso che cola sangue dopo lo scontro con Zaza durante l’esultanza per il gol nel primo tempo. Ci crede un sacco, l’Italia di Conte, fregandosene dei pronostici anzi forse forte proprio della forza di chi può permettersi soltanto di ribaltarli. Quando nella ripresa Hazard si ricorda di essere un giocatore superiore alla media gli Azzurri soffrono, ma continuano a giocare larghi, larghissimi, roba che la telecamera non riesce mai a rendere, e ogni volta che gli esterni prendono palla sono dolori per gli avversari. I belgi non capiscono come sia possibile che gente come Giaccherini ed Eder finisca sistematicamente a tu per tu con Courtois. Perdono la pazienza e gran parte dei loro tiri da fuori area finisce sulle chiappe dei difensori. L’1-1 tra Irlanda e Svezia, oltre al fatto che è quasi impossibile non superare il girone con la nuova formula degli Europei, permette di giocare con più sfrontatezza, cosa che forse il Belgio non si aspettava.

 

Dal 20’ del secondo tempo il blackout, con il Belgio che gioca palloni su palloni ma non conclude mai in porta. Gli Azzurri si difendono bene, perdendo tempo nei momenti giusti e tenendo la palla lontano dall’area. Superano raramente la metà campo, ma quando lo fanno sono persino più pericolosi dei belgi. Il paradosso è che, in vantaggio 1-0, l’Italia rischia di più in contropiede. L’ingresso in campo di Origi, giovane attaccante del Liverpool, manda un paio di volte nel pallone la nostra retroguardia, costretta a spendere qualche cartellino per fermare il Belgio. Hazard  è un piacere per gli occhi, il resto della squadra molto meno. C’è ancora il tempo per Origi di divorarsi un gol di testa (non tutti sono Piqué) e qualche giallo ancora per gli italiani prima che Immobile si faccia tutto il campo di corsa e con una bomba da fuori area costringa Courtois a una di quelle parate che hanno fatto dire a tanti che il portiere del Chelsea può entrare nella storia dei numeri 1. I minuti finali sono barricata, il Belgio attacca in massa ma non tira. Neppure quando la palla finisce sui piedi di Fellaini a un metro dalla porta. Nel recupero Pellè fa il 2-0 al termine di un'azione bellissima di Immobile e Candreva. Il Belgio è battuto, ed è giusto così.

 

Antonio Conte, ferito al naso dopo avere esultato con i giocatori in panchina dopo il primo gol, si fa medicare a bordo campo (LaPresse)

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  • Piero Vietti
  • Torinese, è al Foglio dal 2007. Prima di inventarsi e curare l’inserto settimanale sportivo ha scritto (e ancora scrive) un po’ di tutto e ha seguito lo sviluppo digitale del giornale. Parafrasando José Mourinho, pensa che chi sa solo di sport non sa niente di sport. Sposato, ha tre figli. Non ha scritto nemmeno un libro.