Tifosi inglesi dopo il gol del Galles (foto LaPresse)

L'Europeo a 24 è una boiata pazzesca

Jack O'Malley
Partite noiose e retorica mielosa sulla favola di turno. Assistiamo da giorni a brutte gare in cui campioni che durante l’anno ci fanno godere faticano a trovare spazio contro bande di catenacciari scarponi. Meno male che l’Inghilterra vince.

Swansea. Ero sicuro che sarebbe successo, in fondo era inevitabile. Credo che statisticamente il giornalismo sportivo e calcistico in particolaee abbia superato il fratelli Grimm nella creazione di “favole”. Ma se nel caso di piccola squadra che compie un’impresa oggettiva come vincere un campionato o una coppa contro ogni pronostico, il miele retorico può avere un suo senso, nel caso delle cosiddette piccole di Euro 2016 l’operazione è più stucchevole di un reportage da un albergo islandese di Beppe Severgnini.

 

Assistiamo da giorni a brutte partite in cui campioni che durante l’anno ci fanno godere faticano a trovare spazio contro bande di catenacciari scarponi. Sono le fasi iniziali di gironi che quasi tutte supereranno, in attesa – si spera – di confrontarsi contro avversari decenti. Ma poiché senza orgasmo non c’è più giornalismo – quanto godeva Peter Gomez ieri mentre su Twitter lanciava il video di Orfini insultato da un paio di buzzurri in un mercato di Roma? – tutto diventa impresa, emozione, appunto favola. L’Albania, l’Islanda, l’Irlanda del Nord, l’Ungheria, non sono favole, ma felici (per loro) eccezioni in un torneo troppo allargato per essere credibile. Se gli Europei erano un tempo un bella festa chic, siamo già agli sgoccioli della notte, quando il buttafuori chiude un occhio e lascia entrare chiunque, con la promessa che non beva troppo. Invitate al ballo delle principesse, le contadine si difendono, alzano muri e provano ad aspettare che le big sbaglino qualcosa. A volte va bene – come all’Islanda contro il Portogallo – altre meno – come all’Albania contro la Francia. Il risultato è che noi ci annoiamo a vedere certi spettacoli mediocri, e in più dobbiamo anche sorbirci l’esaltazione delle pippe grintose, l’elogio del difensore del Frosinone che ferma Pogba, l’ennesimo aneddoto sul giocatore sconosciuto che durante l’anno fa il carpentiere ma ha fronteggiato l’ex Pallone d’oro di turno, o la manfrina degli islandesi orgogliosi che svuotano l’isola per andare a seguire i propri beniamini.

 


Andriani Michael, fidanzata dell’inglese Jack Wilshere, emozionata sugli spalti di Inghilterra-Galles


 

Ovvio, poi ci sono le eccezioni come l’Inghilterra, una squadra che se fosse allenata da una persona normale e non da un anziano bollito che sembrerebbe ubriaco persino in un pub alle 2 di notte, potrebbe fare sfracelli ovunque. E invece ha esaltato per 90 minuti un’altra di queste piccole, il Galles, che avrà sì dei gran giocatori ma vive delle punizioni di Bale e dei culi degli altri dieci su cui rimbalzano i palloni avversari. Per fortuna ci ha pensato prima un altro etichettato per tutto l’anno come “favola” –  quel Vardy che ha fatto indignare tanto Gramellini per la sua volontà di andare all’Arsenal dopo la stagione fenomenale al Leicester – e poi Sturridge al 92’. Per una volta Hodgson azzecca i cambi, almeno.

 


Daniel Sturridge esulta. Il suo gol regala la vittoria all'Inghilterra (foto LaPresse)


 

Forse dai quarti di finale vedremo delle sfide decenti, se la narcolessia o il miele delle favole non ci avranno sopraffatti. Intanto, una buona notizia: in attesa di uscire dall’Europa, è già stato estratto il calendario della prossima stagione di Premier League. Coraggio, mancano meno di due mesi.

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