
"Perché ho scelto la Cia"
I video dell'intelligence americana per reclutare informatori in Cina
La campagna della Cia sui social è iniziata con la guerra russa in Ucraina e l'obiettivo si è spostato dalla Russia a Iran e Corea del nord. Ora è il turno di Pechino: l'agenzia per convincere i cinesi insiste sulle purghe di Xi Jinping e la pressione della società sui giovani
Con la guerra della Russia in Ucraina la Cia ha iniziato una strategia per reclutare informatori in Russia, Cina, Iran e Corea del nord sui propri social media e sul “dark web”. Ha chiamato la campagna “Contattare la Cia in modo sicuro” iniziando tre anni fa con lunghe istruzioni su sfondo nero in lingua russa su come contattare l’agenzia d’intelligence stabilendo contatti sicuri – come usare un Tor per navigare in modo anonimo o come installare una Vpn, una rete virtuale privata.
Il malcontento della popolazione russa è stato recepito dall’agenzia americana come un’“opportunità irripetibile” che non andava sprecata, e così un anno dopo ha affinato la tecnica, pubblicando nel maggio 2023 e tre mesi fa filmati di due o tre minuti che ritraevano russi in cerca di cambiamento, di un futuro migliore, facendo appello al loro senso di patriottismo con allusioni alla cultura russa come citazioni di Tolstoj e Dostoevskij. Secondo la Cia la campagna si sarebbe rivelata efficace e non si è fermata alla Russia di Vladimir Putin: lo scorso ottobre gli stessi messaggi sono stati tradotti in mandarino, persiano e coreano: “La vostra sicurezza e il vostro benessere sono la nostra massima preoccupazione”.
Il primo maggio, durante la “settimana d’oro” cinese che inizia con la Festa del lavoro, l’agenzia di intelligence americana ha pubblicato due video rivolti alla Repubblica popolare cinese: è uno dei tentativi di reclutamento più sfacciati nella guerra di spionaggio con la Cina, tanto più dopo la legge sul controspionaggio approvata da Pechino nel 2023, che concede maggiori poteri alle autorità per combattere le spie. I video, come quelli rivolti al pubblico russo, si concentrano sulle debolezze e le paure della società civile cinese: il primo si rivolge a un membro del Partito comunista che vede pian piano svanire tutti i funzionari attorno a lui come “scarpe consumate”, vittime delle purghe e della “lotta alla corruzione” di Xi Jinping. “Mentre scalavo i ranghi del partito, ho visto chi era sopra di me essere messo da parte”, dice, “ma ora mi rendo conto che il mio destino è precario quanto il loro”. L’uomo, logorato dalla paura di essere il prossimo e di essere responsabile dei cari attorno a sé, cerca un modo per uscirne, per diventare “padrone del proprio destino” – è questo il titolo del filmato con una premessa: “Perché ho scelto la Cia” – con un tablet in mano e un click: Contact Cia.
Il secondo video, “Costruirsi una vita migliore”, si rivolge invece ai giovani cinesi, fa leva sull’insoddisfazione di una generazione incastrata tra rallentamento economico, disoccupazione e yali, pressione sociale. Inizia con un proverbio patriottico: Zhu meng ren sheng, “costruirsi una vita da sogno”, ma “purtroppo sto vivendo il mio sogno per conto di un altro, non ho voce in capitolo, la mia vita è nelle mani di altri”, dice il giovane. “Fin da piccoli, il partito ci ha insegnato che, se avessimo seguito diligentemente la strada tracciata dai nostri leader, avremmo avuto un futuro luminoso”, ma “il cielo che doveva essere condiviso da tutti ora è goduto solo da pochi”. Utilizza il termine tangping, diventato famoso negli anni per descrivere la protesta silenziosa dei giovani cinesi “sdraiati”: Wo jujue tangping, mi rifiuto di sdraiarmi, dice, e una soluzione: Contact Cia.
L’agenzia è convinta che questi video riescano a rompere la censura, la muraglia tecnologica che il Partito comunista cinese ha imposto ai suoi cittadini per impedire un accesso a internet libero da ogni restrizione. Ieri alcuni account nazionalisti esprimevano la loro indignazione sul social cinese Weibo condividendo alcuni screenshot dei video. Negli anni il leader cinese Xi Jinping ha inasprito le campagne contro la corruzione e lo spionaggio, ricorrendo spesso a campagne per certi versi simili a quella della Cia. Con la nuova legge sul controspionaggio il Guojia anquan bu, il ministero della Sicurezza nazionale cinese, ha aperto un profilo su WeChat e ha iniziato a pubblicare video e fumetti per “sensibilizzare” i propri cittadini sul controspionaggio sui social media cinesi, incoraggiando a denunciare e offrendo ricompense. L’anno scorso aveva pubblicato un mini-film di sei minuti in cui un robottino metteva in guardia un ingegnere proprio dalle agenzie di spionaggio straniere: “Sono il tuo io del futuro”, diceva, ricordandogli di evitare di divulgare informazioni sensibili sull’esercito, sulla tecnologia e sull’economia per la sicurezza del paese.