Il caso

Il filosofo russo Dugin sbarca sui social cinesi, e viene preso a sberle

Priscilla Ruggiero

Con un account su Weibo e Bilibili per avere "maggiore dialogo con gli amici cinesi" sulla "crisi russo-ucraina" l'ispiratore di Vladimir Putin tenta di sedurre il pubblico di Pechino, ma non ci riesce. Gli utenti non hanno dimenticato le posizioni anti cinesi del politologo e scrivono: amici solo "perché entrambi ci opponiamo all'egemonia americana"

“Cari amici cinesi, sono Alexander Dugin e ho ufficialmente  aperto il mio profilo   sui social cinesi”:  con un video di tre minuti, il filosofo fondamentalista e ormai ispiratore di  Vladimir Putin  è sbarcato sui principali social della Repubblica popolare cinese, Weibo e Bilibili. In lingua russa e con sottotitoli in mandarino,  dice di volere “maggiore dialogo con gli amici cinesi” e introduce l’argomento della “crisi russo-ucraina” – il termine con cui Pechino definisce l’invasione di Putin in Ucraina – citando un articolo del professore cinese Feng Yujun pubblicato sull’Economist il mese scorso, “La Russia perderà sicuramente in Ucraina”. Dugin non chiama mai il professore dell’Università Fudan per nome, ma in modo dispregiativo   “esperto cinese di Russia”, e dice:   “Il conflitto tra Russia e Ucraina va avanti da più di due anni, ma molte persone non hanno ancora non hanno una comprensione sufficiente. In futuro, spero di discuterne con i miei amici cinesi in modo che tutti possano comprendere meglio la vera Russia e l’importanza di chi oggi  resiste insieme all’egemonia guidata dagli Stati Uniti”.  

 

Il video in pochi giorni ha superato il milione di visualizzazioni e raccolto  migliaia di commenti, ma la reazione non è stata quella che il filosofo si sarebbe aspettato: Dugin né su Weibo, tantomeno su Bilibili, è il benvenuto. Gli utenti cinesi hanno riempito la sezione “commenti” del video con i simboli della bandiera ucraina, “L’Ucraina vincerà”, “Gli invasori (russi, ndr) devono essere sconfitti”, “Benvenuto! Ma gloria all’Ucraina”, “Possano le bandiere blu e gialle sventolare il più presto possibile sul Cremlino e sulla Piazza Rossa”. L’origine dell’odio nei confronti del nazionalista russo è nei suoi pensieri contro la Repubblica popolare cinese, e infatti un utente scrive: “Ma lui non aveva posizioni anti cinesi?”. Alcuni riportano le frasi esatte trovate sui motori di ricerca: “Dugin ha dichiarato pubblicamente che la Russia dovrebbe smembrare la Cina settentrionale, occupare la Cina nord orientale, la Mongolia interna, lo Xinjiang e il Tibet e utilizzare le parti rimanenti come colonie economiche”. Il riferimento è al 1997, quando il politologo russo pubblicò  l’opera “Foundations of Geopolitics” in cui  definì Pechino una minaccia per Mosca, “il vicino geopolitico più pericoloso della Russia a sud” che doveva “nella massima misura possibile, essere smantellato”:  nel libro Dugin teorizzò uno scontro geopolitico tra l’ordine mondiale atlantista guidato dagli Stati Uniti e l’Eurasia, guidata dalla Russia, in cui la Cina era però esclusa. Le ambizioni della Russia in Asia richiederanno “la disintegrazione territoriale, la frammentazione e la spartizione politica e amministrativa dello stato cinese”, scriveva Dugin negli anni Novanta. 

 

Oggi ha  cambiato idea sul ruolo di Pechino  – fino a poco tempo fa era contrario anche alla Belt and Road Initiative –  ma gli utenti cinesi non sembrano aver dimenticato. In un commento su Weibo si legge: Dugin è “un estremista fortemente ostile alla Cina e che ha persino pianificato di smembrarla” e ancora “Pensi che   abbiano tutti dimenticato ciò che hai detto?”.  I più nazionalisti scrivono persino: “Restituiteci le Isole Curili e Vladivostok”. Sul social Bilibili gli attacchi sono ancora più personali, si soffermano sulla morte della figlia, Daria Dugina, su cui sarebbe stata ipotizzata una responsabilità del governo ucraino e la cui gigantografia fa da sfondo al video del politologo: “Omaggio al leggendario Budanov”, scrive un utente facendo riferimento al capo dell’intelligence militare di Kyiv. 

 

Per ora il tentativo di  convincere il pubblico cinese non ha funzionato, Dugin   dice che Russia e Cina dovrebbero unirsi “per affrontare le sfide dell’imperialismo occidentale, così come del neoliberismo”, sono  rappresentanti fondamentali del multipolarismo che si oppongono all’egemonia guidata dagli Stati Uniti, e solo questo è ciò che le unisce, altrimenti sarebbero nemiche. I cinesi non ci sono cascati e un utente con lo pseudonimo “Generale Ivan” scrive con ironia: “Poiché ci opponiamo entrambi all’egemonia americana, allora siamo amici”.
 

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