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In Germania

I giovani tedeschi sono molto soli e incredibilmente estremisti

Daniel Mosseri

Secondo uno studio del ministero della Famiglia, in Germania un quarto dei giovani soffre spesso di solitudine. Le persone solitarie e incomprese tendono a credere con più convinzione a narrative complottiste e estremiste. Da lì ad approvare la violenza politica il passo è breve

Berlino. Il ritornello di Eleanor Rigby è dedicato a tutte le persone sole, all the lonely people. Da dove vengono e qual è il loro posto, si chiede Paul McCartney. Un nuovo studio dal nome Extrem einsam (estremamente soli) dedicato a chi in Germania non si sente integrato in un gruppo non risponde agli interrogativi dei Beatles ma spiega, per esempio, come tendono a votare queste persone e anche perché la solitudine dei cittadini può nuocere alla democrazia.


In un paese di anziani come la Germania (e l’Italia non è diversa) lo studio finanziato dal ministero della Famiglia ed elaborata dalla piattaforma Kollekt mette a fuoco i giovani. Sorpresa: un quarto della classe di età fra i 18 e i 29 anni ha affermato di sentirsi spesso sola. Peggio ancora, lo studio ha rilevato un legame tra la solitudine giovanile e gli atteggiamenti autoritari. In altre parole, la popolarità del modello democratico tedesco ha anche a che fare con quanto gli individui si sentono legati alla società. Le persone che spesso si sentono sole, scollegate e incomprese tenderanno a credere con più convinzione alle narrative complottiste. Da lì ad approvare la violenza politica e poi a sdoganare gli atteggiamenti autoritari il passo è breve. E poiché parliamo di giovani, accettare l’autoritarismo oggi rischia di avere un impatto sul futuro della democrazia.

Secondo Maike Luhmann, docente di Psicologia alla Ruhr-University Bochum, il numero di giovani solitari è molto alto con il 55 per cento complessivo del campione intervistato che si definisce “a volte” o “sempre” privo di contatti. Il 26 per cento afferma di non sentirsi vicino alle altre persone. E circa il 25 per cento, che pure ha una vita sociale, dichiara di non essere sintonizzato sulla lunghezza d’onda di chi ha attorno, “il che indica un isolamento sociale spaventoso”, ha spiegato Luhmann alla Welt. Ulteriore aggravante: le interviste condotte da Kollekt sono tutte successive alla fine dei lockdown legati alla pandemia. Eppure, come se le scuole, gli uffici e le università fossero ancora chiuse, i livelli di solitudine registrati sono di poco più bassi di quelli del periodo del distanziamento sociale. La fine delle restrizioni non sarebbe stata introiettata da parte della cittadinanza presso la quale “potrebbe essersi cronicizzata”, spiega ancora lo studio che poi misura le ricadute per il sistema nel suo intero.

Se il 35 per cento dei giovani non nasconde di subire il fascino delle persone detentrici di autorità, all’interno del campione di solitari la soglia sale al 46 per cento. E ancora, un solitario su tre è d’accordo con l’affermazione secondo cui alcuni politici si meritano che le critiche nei loro confronti si trasformino in atti di violenza. Affermazioni che preoccupano in un paese dove il presidente del circondario di Kassel, Walter Lübcke, fu assassinato da un estremista di destra nel 2019 per aver sostenuto la politica pro immigrati dell’allora cancelliera Angela Merkel. Lo scorso gennaio il vicecancelliere tedesco Robert Habeck e signora, di ritorno da una pausa natalizia sull’isola di Hallig Hooge nel Mare del Nord, non sono potuti sbarcare dal traghetto che li riportava sulla terraferma perché l’approdo era bloccato da centinaia di contadini infuriati con la politica agricola del governo. Nel 2021 manifestanti no vax si erano assembrati prima davanti all’abitazione della ministra della Salute della Sassonia Petra Köpping e poi davanti all’appartamento della ministra-presidente del Meclemburgo Manuela Schwesig. Lo scorso ottobre era stato il governatore della Sassonia, il cristianodemocratico Michael Kretschmer, a trovarsi gli estremisti di destra sotto casa infuriati per l’apertura di una struttura per migranti.

La violenza politica, insomma, non è solo sulla carta. E poiché le disgrazie non vengono mai da sole, tassi più elevati di solitudine si registrano nei Länder orientali – quelli più poveri – dove la radicalizzazione della politica è un processo consolidato. La cura? Centri per i giovani per fare sport, musica, corsi di ogni genere proprio come fa il partito estremista Der III Weg (La terza strada). A rendere i giovani più soli, spiega invece l’Università di Magdeburgo citata dalla Welt, ci sarebbe anche l’iperdigitalizzazione: una volta si scrivevano email per restar in contatto con gli amici, oggi si sta sui social il giorno senza mai uscire di casa. E servono chat di crisi per aiutare online chi online si sente estremamente solo. Ah, look at all the lonely people!
 

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