In Francia

Dall'Ucraina alle europee, secondo Emmanuel Macron

Jean-Pierre Darnis

Il presidente francese vuole fare della difesa di Kyiv il suo cavallo di battaglia. Ma la proposta di inviare in Ucraina truppe militari occidentali non fa discutere solo in Europa: apre un fronte interno anche con Le Pen & co

Da giorni l’Europa discute delle dichiarazioni di Emmanuel Macron, che non ha escluso l’invio di truppe occidentali in Ucraina, ma discute anche la Francia. Secondo alcuni esperti militari, da novembre ci sono discussioni fra paesi europei per mandare sul suolo ucraino del personale militare con funzioni di sostengo e pianificazione, una notizia confermata dal ministro degli Esteri, Stéphane Séjourné, nel suo intervento all’Assemblea nazionale. Nel caso francese, sarebbe logico poter assicurare il mantenimento in loco dei cannoni Caesar forniti all’Ucraina, organizzando un avamposto logistico con personale francese anche dotato dalla propria protezione. La presenza di personale militare europeo permetterebbe anche l’acquisizione diretta di informazioni e un miglior coordinamento per capire i bisogni ucraini. Non si pensa a truppe combattenti, ma la decisione avrebbe un significato politico e militare molto preciso, in quanto queste truppe potrebbero diventare bersagli, e quindi anche vittime, degli attacchi russi.

 

 

Non c’è consenso, e per questo le parole di Macron sono suonate per alcuni come una provocazione. Il principale destinatario sembra essere la Germania, ma risuona anche come una – probabilmente non voluta – autocritica: la cosiddetta “economia di guerra” lanciata da Macron non dà i risultati sperati, a causa anche del connubio negativo fra ristrettezze budgetarie globali e difficoltà nell’aumentare la produzione delle industrie di armamenti. Per questo motivo la Francia sostiene l’idea degli “Eurobond’” per la Difesa, per mobilitare risorse straordinarie.
 

La fuga in avanti di Macron nel sostengo all’Ucraina crea uno scostamento nel contesto della campagna per le elezioni europee. Socialisti e Républicains hanno criticato il metodo approssimativo del presidente, ma al fondo hanno espresso posizioni che potrebbero convergere verso la posizione presidenziale. Invece dal lato della France insoumise e del Rassemblement national le critiche si fanno molto più dure. In qualche modo Macron ha provocato una cesura fra un partito pro ucraino e le formazioni più attendiste, sospette di compiacimenti con la Russia, come nel caso del partito di Marine Le Pen. Si tratta certamente di un rischio politico, ma che potrebbe anche rivelarsi un’opportunità nel contesto delle europee per il partito di Macron che, alle prese con molteplici crisi come quella degli agricoltori, fa della difesa dell’Ucraina un suo cavallo di battaglia.

 

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