Foto Epa, via Ansa

Macron cambia metodo sull'Ucraina, ma tutti lo attaccano per la Nato

David Carretta

La Conferenza di Parigi per molti aspetti è inedita e promettente per l’Ucraina. Presentandosi come presidente di guerra, Macron ha scommesso la sua eredità politica sulla sconfitta della Russia

Bruxelles. Le dichiarazioni di Emmanuel Macron, che al termine della Conferenza di Parigi lunedì non ha escluso l’invio di soldati europei in Ucraina, hanno provocato un pandemonio. Il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, ha smentito ufficialmente con un post su X: “Tutti devono fare di più per l’Ucraina. Ha bisogno di armi, munizioni e difesa aerea. Ci stiamo lavorando. Una cosa è chiara: non ci saranno truppe di terra dei paesi europeo o della Nato”. Il suo ministro dell’Economia, Robert Habeck, ha ribattuto secco chiedendo alla Francia di inviare più armi. Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, si è sentito costretto a intervenire: “Non ci sono piani per truppe da combattimento della Nato sul terreno”. Palazzo Chigi ha fato sapere che “il supporto non contempla la presenza sul territorio ucraino di truppe di stati europei o Nato”. 

In realtà nessuno, nemmeno Macron, immagina di inviare il suo esercito. Lui stesso ha riconosciuto che “non c’è consenso” e ha esplicitamente parlato del principio della “ambiguità strategica” secondo cui “niente deve essere escluso”. Macron ha specificato che potenziali schieramenti sul terreno sarebbero legati alla necessità di assicurare la sicurezza di alcune missioni specifiche, come lo sminamento. Ma l’Eliseo non ha fatto marcia indietro: la presenza in Ucraina di soldati europei supererebbe “la soglia della belligeranza”. La cacofonia rischia di offuscare il messaggio di determinazione e deterrenza inviato dalla Conferenza di Parigi a Vladimir Putin, che va oltre la guerra in Ucraina. Macron ha spiegato che c’è “consenso sull’analisi” che la Russia “tra qualche anno” potrebbe attaccare un paese europeo. Sul campo di battaglia in Ucraina si gioca la “nostra sicurezza collettiva”. C’è un unico obiettivo: “La Russia non deve vincere questa guerra”. E “siamo determinati a fare tutto ciò che è necessario per tutto il tempo necessario”, ha detto Macron.

La Conferenza di Parigi per molti aspetti è inedita e promettente per l’Ucraina. Presentandosi come presidente di guerra, Macron ha scommesso la sua eredità politica sulla sconfitta della Russia. Le belle parole del vertice di Versailles e gli slogan sull’economia di guerra del 2022 non bastano più. Saranno gli atti a determinare il risultato, da cui dipenderà l’ingresso nella storia della leadership di Macron. Il presidente francese ha rinunciato ad alcune fissazioni, come il “Buy european” per le armi: la Francia parteciperà alla colletta lanciata dalla Repubblica ceca per comprare 800 mila munizioni in giro per il mondo. Tra i cinque punti su cui Macron ha registrato un consenso a Parigi ci sono la difesa della Moldavia e la protezione dell’Ucraina “con forze non militari” dal pericolo che viene dalla Bielorussia. Macron ha lanciato una nuova coalizione per armare Kyiv dedicata ai missili di media e lunga gittata. Il presidente francese ha indicato l’orizzonte di dieci giorni per le prime decisioni (in particolare sulle munizioni). Macron ha anche rilanciato la proposta della premier estone, Kaja Kallas, di debito comune dell’Ue per finanziare lo sforzo di guerra ucraino e la difesa europea e ha promesso di sanzionare i paesi che aggirano le sanzioni. Se confermato dai fatti, il cambio di paradigma non è solo di sostanza, ma anche di metodo. Il presidente francese è uscito dal tradizionale quadro dell’Ue, scegliendo un formato ristretto (venti capi di stato e di governo, senza Ursula von der Leyen e Charles Michel) ed escludendo i leader filo russi (l’ungherese Viktor Orban e lo slovacco Robert Fico). La coalizione di volenterosi europei serve a liberarsi dei fardelli dell’Ue (la paralizzante unanimità sugli aiuti finanziari e militari) e a prepararsi al potenziale ritorno di Donald Trump.

Il Cremlino ha reagito con nervosismo, minacciando la “inevitabilità” di un conflitto diretto se gli europei invieranno soldati sul terreno. Non è la prima volta. Più preoccupante è la reazione di Scholz, che mostra l’incomprensione crescente tra il cancelliere tedesco e il presidente francese. Berlino da settimane accusa Parigi di non aiutare a sufficienza l’Ucraina. Ma, appena prima dell’annuncio sulla coalizione per i missili, Scholz ha ribadito che non fornirà quelli di lunga gittata Taurus. A Parigi Macron non ha risparmiato una critica al cancelliere. “Molti di quelli che dicono mai e poi mai oggi erano quelli che dicevano mai ai carri armati, mai agli aerei, mai ai missili”, ha detto Macron. “Due anni fa (…) molti dicevano di inviare solo sacchi a pelo ed elmetti”. Il 25 gennaio 2022 la Germania aveva offerto 5 mila elmetti all’Ucraina.

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