(foto EPA)

in germania

Von der Leyen si ricandida puntando su competitività, sicurezza e democrazia (e guardando al centro)

David Carretta

La presidente della Commissione ha annunciato in una conferenza stampa della Cdu a Berlino di voler correre per il bis: "L'Europa è casa mia". I conti con la destra sovranista (e le accuse a Le Pen e Afd)

Bruxelles. Competitività, sicurezza e democrazia: sono questi i tre temi che Ursula von der Leyen ha scelto come prioritari nella sua corsa per essere confermata presidente della Commissione europea dopo le elezioni europee del 9 giugno. In una conferenza stampa nella quartier generale della Cdu a Berlino, al fianco del leader del partito conservatore tedesco, Fredrich Merz, von der Leyen ha annunciato la sua intenzione di candidarsi per un secondo mandato. Merz e la Cdu proporranno il suo nome al Partito popolare europeo come Spitzenkandidat (principale candidato) per le elezioni europee.

Avevo corso nel 2019 perché credo fermamente nell’Europa. L’Europa è la mia casa, proprio come la Bassa Sassonia. E quando allora mi venne posta la domanda se potevo immaginare di diventare presidente della Commissione europea, dissi subito sì, intuitivamente”, ha spiegato von der Leyen. “Oggi, cinque anni dopo, prendo una decisione molto consapevole e ben ponderata. Vorrei candidarmi per un secondo mandato. E sono molto grata alla Cdu per avermi proposto oggi come candidato capolista del Ppe”, ha detto la presidente della Commissione, facendo il bilancio degli ultimi cinque anni, dalla pandemia fino alla guerra della Russia contro l'Ucraina: “Abbiamo sconfitto il virus insieme. Ce l’abbiamo fatta unendo le forze”. “Abbiamo orientato l’Europa verso il futuro e verso i compiti del futuro”. “Siamo stati fermamente al fianco dell’Ucraina fin dal primo giorno”. “Abbiamo superato insieme la più grande crisi energetica degli ultimi 40 anni”.

Ma “il mondo di oggi è un posto completamente diverso rispetto al 2019”, ha avvertito von der Leyen. “In questi cinque anni è cresciuta non solo la mia passione per l’Europa, ma ovviamente anche la mia esperienza su quanto questa Europa può ottenere per i suoi cittadini”, ha detto von der Leyen. La decisione del Congresso del Ppe, che si terrà a marzo a Bucarest, è scontata. Con ogni probabilità Von der Leyen sarà l'unica candidata per essere Spitzenkandidat. Usando il suo incarico di presidente della Commissione, von der Leyen si è assicurata anche il sostegno di diversi capi di stato e di governo, quelli che devono prendere per primi la decisione di nominarla per un secondo mandato nel Consiglio europeo che si terrà a giugno dopo le elezioni. Non sono solo i leader del Ppe, ma anche di altre famiglie politiche.

 

Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha ottenuto molti favori dalla presidente della Commissione (dal memorandum Ue-Tunisia alla benedizione dell'accordo con l'Albania sull'esternalizzazione delle richieste di asilo). Il premier socialista, Pedro Sanchez, con cui von der Leyen ha firmato un memorandum con la Mauritania incentrato sull'immigrazione, ha già annunciato che è favorevole a un secondo mandato. Decisivo per la nomina di von der Leyen è il patto informale concluso a Parigi la scorsa settimana con il presidente francese, Emmanuel Macron, per fare dell'industria della difesa europea la principale priorità dei prossimi cinque anni. La presidente della Commissione ha trascorso il fine settimana alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco a fare annunci in questo senso (dalla nomina di un commissario alla Difesa alla nuova strategia nel settore che sarà adottata a fine mese). “Dobbiamo espandere le capacità di difesa dell’Europa. E qui penso soprattutto alla base industriale”, ha confermato oggi a Berlino. Tuttavia, nella sede della Cdu, principale partito di opposizione in una Germania in gravi difficoltà economiche e con l'estrema destra di Alternativa per la Germania seconda nei sondaggi, von der Leyen ha scelto di concentrarsi sulla competitività e sulla democrazia.

 

La sua Commissione, portando avanti a tappe forzate il Green deal, è stata accusata di aver pensato troppo poco alle imprese. “Dobbiamo coniugare gli obiettivi climatici con l’economia”, ha detto von der Leyen: “Dobbiamo sfruttare le opportunità offerte dall’intelligenza artificiale tanto quanto dobbiamo combinarle con i principi dell’economia sociale di mercato. Dobbiamo fare progressi con la digitalizzazione” e “mantenere la burocrazia snella”. Al di là dell'economia, ci sono “la democrazia” e “i nostri valori” che fanno “il successo dell'Europa. E dobbiamo continuare a difenderli dalle divisioni interne ed esterne. Dobbiamo rendere forte il nostro centro”, ha detto von der Leyen. E' un'indicazione della maggioranza che intende mette in piedi nella prossima legislatura. Del resto, Von der Leyen ha fatto la lista di chi sta dall'altra parte della linea rossa della democrazia: “Putin e i suoi amici, sia che si tratti di AfD, di Marine Le Pen, di (Geert) Wilders, o di altre forze estreme che ostacolano la democrazia in Europa. Loro vogliono distruggere l'Europa”. Sol che, a ben guardare, il “centro” con cui la presidente della Commissione è pronta a governare l'Ue è molto più ampio di quello del 2019. E spostato verso la destra sovranista.

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