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L'intervista

“Io, Giorgia e Marine”. Parla Maréchal, la nipote di Marine Le Pen

Pietro Guastamacchia

“Entro nei Conservatori, medierò con mia zia”, dice la nipote della leader del Rassemblement National

Strasburgo.  “Saremo gli intermediari tra Meloni e Marine Le Pen”. Marion Maréchal, la nipote di Marine Le Pen, parla al Foglio e spiega la scelta di portare il suo partito, Reconquête!, nella famiglia europea di Giorgia Meloni, i Conservatori. “Una grande coalizione delle destre in Francia, su modello di quella italiana, è nel dna di Reconquête!”, spiega Maréchal, in ottimo italiano, a margine del suo punto stampa a Strasburgo dove la francese ha annunciato assieme al meloniano Nicola Procaccini, il passaggio in Ecr dell’unico eurodeputato di Reconquête!, Nicolas Bay. Maréchal dunque si infila nelle manovre (preannunciate dal Foglio) di avvicinamento Le Pen-Meloni, ma non intende fermarle. Anzi. 


Spiega al Foglio Marion Maréchal: “Il Rassemblement national è un partner naturale, un partito che col tempo si è evoluto. Solo poco tempo fa criticavano Meloni per essere troppo liberale e reazionaria, ma oggi Bardella si è aperto all’idea di lavorare con lei”, continua la nipote della storica leader della destra francese, a sua volta  figlia d’arte. I dissapori in casa Le Pen tuttavia sono antichi e non di facile risoluzione, anche per una premier come Meloni che si sta appassionando al ruolo di mediatrice in Europa (come  sanno alla Commissione Ue quando c’è da gestire il premier ungherese Viktor Orbán, anche egli pronto a entrare nella famiglia dei Conservatori).  Tuttavia per Marion Maréchal tutto è superabile se si ha un obiettivo comune. E il loro è chiaro e guarda all’Eliseo: “Vogliamo battere Macron, e la sua agenda liberale, immigrazionista, pro lgbt e pro maternità surrogata e con l’aiuto di Meloni possiamo batterlo in Europa prima, e poi in Francia”. “Il primo passo sarà far sì che Ecr sorpassi il gruppo di Renew e divenga il terzo gruppo all’Eurocamera”, spiega la leader di Reconquête! che poi sottolinea che in questa battaglia anche  Orbán  “è un nostro alleato naturale”.


Ma se le si fa notare che sull’altra sponda di casa Le Pen, l’idea dell’alleanza delle destre in Francia non sembra all’ordine del giorno la leader francese, sposata con l’eurodeputato di FdI Vincenzo Sofo,  incalza e si fa sicura di sé: “Il nostro obiettivo adesso è ottenere più eurodeputati possibili a giugno, sarà quindi più facile poi fare pressioni sul Rassemblement national per allearsi in Francia”, insiste Marion. La quale è pronta a promettere sostanzialmente un’alleanza futura che offre a Meloni due Le Pen al prezzo di una. Grande assente dalla conferenza stampa, e praticamente mai citato, il co-leader di Reconquête! Eric Zemmour, di cui in queste ore riemergono i commenti polemici sulla supposta francesità del Nord Italia. I silenzi di Marechal tuttavia mettono in chiaro che la faccia per la politica europea sarà la propria, che infatti sarà capolista in Francia per Ecr. A Zemmour rimane il ruolo di agit prop in un paese in cui l’elettorato di centrodestra  si è ormai polverizzato da anni e su cui Maréchal gioca un ascendente inaspettato, sul modello, si augura la giovane leader francese, di  Meloni in Italia.


Ma è la migrazione il comune denominatore più forte. “Di Meloni ho apprezzato il tentativo di fare un blocco navale europeo, poi impedito da Macron”, spiega Marion Maréchal.  E proprio sulla questione migrazione la leader francese spezza anche una lancia a favore dell’Italia: “Oggi c’è un dibattito molto teso in Francia sulla questione dello ius soli, ma noi difendiamo l’idea dello ius sanguinis. Troppo spesso anche chi è arrivato clandestinamente ha poi un accesso troppo facile alla cittadinanza. Per questo motivo per noi il modello italiano di legge sulla cittadinanza è oggi più interessante”. Intanto dal Ppe a Strasburgo arrivano reazioni gelide. D’altronde a pensarci bene in due settimane i popolari hanno osservato le manovre di Meloni con una crescente preoccupazione. “Un passo azzardato che rimette in gioco il lavoro di due anni”, commentano dallo staff del Ppe lasciandosi andare a un tragico “se possibile è peggio anche dell’ingresso di Orbán”. Ma Marion Maréchal è netta: “Siamo qui per rompere l’alleanza contronatura tra popolari e socialisti in Ue e guardare a nuove possibili alleanze”. E se si parla di alleanze allora si parla ancora di dialogo col Ppe ma che fare se i popolari non vorranno più parlare? “Quando vedranno i numeri di Ecr a giugno vedrete che dialogheranno”.