Un tradimento vale poco più di tredicimila euro. La guerra di spie tra America e Cina

Giulia Pompili

Il sottufficiale della Marina americana Wenheng Zhao è stato condannato ieri dal tribunale federale californiano a 27 mesi e una multa da 5.500 dollari per aver inviato informazioni militari sensibili a un funzionario dell’intelligence della Repubblica popolare cinese

Si può tradire per 13 mila 592 euro? E’ quanto ha ricevuto un sottufficiale tecnico della Marina americana tra l’agosto del 2021 e il maggio del 2023 in cambio dell’invio di informazioni militari sensibili a un funzionario dell’intelligence della Repubblica popolare cinese. Wenheng Zhao, di 26 anni, conosciuto anche con il nome inglese di Thomas, è stato condannato ieri dal tribunale federale californiano a 27 mesi e una multa da 5.500 dollari. L’elettricista Zhao, che lavorava presso la base militare di Ventura County in California e aveva un nulla osta di sicurezza, ha ricevuto uno sconto di pena perché a un certo punto del processo si è dichiarato colpevole e ha “mostrato pentimento”. Ma per diversi mesi ha inviato tramite messaggistica criptata al suo interlocutore cinese foto e video di aree off limits e militari, di alcuni piani per esercitazioni navali americane e dei sistemi radar istallati nelle strutture americane sull’isola giapponese di Okinawa. Ad agosto, quando era stato annunciato l’arresto di Zhao, il dipartimento di Giustizia americano aveva parlato del fermo anche di un altro marinaio, sospettato di aver passato informazioni sensibili alla Cina.

Questo secondo processo, contro Jinchao Wei, è ancora in corso: secondo le prime indagini, Wei, che è nato in Cina, sarebbe stato approcciato dall’intelligence cinese a febbraio di due anni fa, mentre faceva richiesta per la cittadinanza americana. Sarebbe stata la madre a suggerirgli di mandare le informazioni richieste dal funzionario del ministero della Sicurezza cinese, perché in cambio avrebbe ottenuto i favori del Partito comunista cinese. I due casi ricordano quello molto più mediatico del 2019 dell’ex agente della Cia Kevin Patrick Mallory, condannato a vent’anni di carcere per tradimento, e la guerra di spionaggio e di informazioni che si sta intensificando tra Repubblica popolare cinese e America. Ma che riguarda anche i suoi alleati. Il ministero della Sicurezza cinese sta investendo sempre più denaro per reclutare informatori nel mondo, e allo stesso tempo aumenta la pubblicità dei casi di presunto spionaggio subiti: l’altro ieri è stato annunciato l’arresto di un cittadino straniero, chiamato solo Huang, che lavorava in Cina e che avrebbe lavorato per l’MI6. 
 

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  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.