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Musk vs. Breton

Bruxelles apre una procedura d'infrazione contro le novità di X volute da Musk

David Carretta

Nel mirino dell'Ue ci sono la violazione delle nuove regole sui contenuti illegali e la disinformazione. Ma la procedura segna anche un cambio di passo da parte della Commissione nei confronti dei giganti digitali

La Commissione europea ha avviato un procedimento formale contro X, contestando alla piattaforma di Elon Musk la violazione delle nuove regole sui contenuti illegali e la disinformazione previste dal Digital Services Act (Dsa), in quella che è la prima prova di forza dell’Ue con un gigante del digitale. “Il tempo in cui le grandi piattaforme online si comportavano come se fossero ‘troppo grandi per preoccuparsi’ è finito”, ha detto il commissario al Mercato interno, Thierry Breton, in una nota. “Ora disponiamo di regole chiare, obblighi ex ante, forti controlli, rapida applicazione e sanzioni deterrenti e utilizzeremo appieno i nostri strumenti per proteggere i nostri cittadini e le nostre democrazie”. Nel mirino della squadra di Breton ci sono alcuni degli elementi caratterizzanti la transizione da Twitter a X sotto la guida di Musk, come la “spilla blu” e le “Note della comunità”. Se i sospetti saranno confermati e X non si adeguerà alle richieste dell’Ue, la Commissione potrebbe spingersi fino a imporre una multa del 6 per cento del fatturato globale di X o a escludere la piattaforma dal mercato europeo. 

Un portavoce di X, Joe Bennaroch, ha spiegato che la società di Musk “continua a impegnarsi a rispettare il Dsa e sta collaborando” con la Commissione. Ma “è importante che questo processo rimanga libero da influenze politiche”, ha detto il portavoce di X. È una linea sottile che la Commissione rischia di superare. Il procedimento contro X segna un cambio di passo e un test sulla capacità dell’Ue di far rispettare le sue nuove regole a giganti come X, Meta (casa madre di Facebook e Instagram), Alphabet (Google e Youtube) o Bytedance (Tiktok), imponendosi come il principale regolatore digitale al mondo. “Vogliamo avere un impatto e cambiare il business model delle grandi piattaforme online”, spiega al Foglio una fonte della Commissione. Quella sulla disinformazione e i contenuti illegali si annuncia come la prima di altre battaglie. In vista delle elezioni europee del 2024, la Commissione intende pubblicare delle “linee guida” per indicare ai giganti del digitale “le pratiche migliori per evitare rischi potenziali di violare l’integrità del processo elettorale”, rivela la fonte.

Il lancio di un procedimento formale contro X era nell’aria. Altri potrebbero aprirsi nelle prossime settimane riguardo ad altre piattaforme. Dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre contro Israele, Breton aveva scritto informalmente non solo a X, ma anche a Facebook, Youtube e TikTok per chiedere una serie di informazioni legate a potenziali violazioni del Dsa. Fonti della Commissione hanno precisato che l’avvio della procedura non per forza porterà a sanzioni contro X. Forse nemmeno alle misure provvisorie che l’Ue può adottare in caso di emergenza. Il dialogo tra Breton da un lato e Musk (e l’amministratore delegato Linda Yaccarino) dall’altro è andato avanti in questi mesi. X ha proceduto ad alcuni cambianti per cercare di adeguarsi al Dsa. Per il momento, la Commissione continuerà a raccogliere prove di potenziali violazioni e avrà la possibilità di condurre ispezioni e interrogatori. Non ci sono scadenze legali che Bruxelles sarà costretta e rispettare. 

X è sotto indagine perché sospettato di non rispettare gli obblighi di trasparenza e di avere un interfaccia con design ingannevole. L’accesso ai dati per i ricercatori è giudicato insufficiente. Le misure adottate dalla piattaforma di Musk per lottare contro la disinformazione e i contenuti illegali sono considerate dalla Commissione “collettivamente non efficaci”, spiega un altro funzionario. Di fatto, i sospetti si concentrano sulle principale novità introdotte da Musk, a partire dal sistema della “spunta blu”, che con Twitter era sinonimo di fonte verificata e affidabile, mentre con X viene assegnata a chiunque paghi per il servizio premium. Agli occhi della Commissione, la “spunta blu” è fuorviante per gli utenti. Inoltre, i post degli utenti premium sono amplificati dagli algoritmi (almeno quelli di ricerca e risposta). La Commissione vuole guardare più da vicino anche l’efficacia delle “Note della comunità”, il sistema di “fact cheking” collaborativo introdotto da Musk dopo la decisione di far uscire X dal codice di condotta dell’Ue sulla disinformazione. Le note sono troppo poche e pubblicate troppo lentamente nell’Ue. Ci sono anche dubbi sul fatto che le risorse di moderazione dei contenuti siano sufficienti, perché le segnalazioni degli utenti non verrebbero prese in considerazione in modo adeguato in un mercato multilingue come quello dell’Ue.

La risposta di Elon Musk 

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