De Atoomcooperatie - foto Twitter

La novità

L'Olanda offre buone lezioni su come diventare nuclearisti con i fatti

Jacopo Giliberto

Nei Paesi Bassi nasce la Cooperativa Atomo (o De Atoomcoöperatie). Obiettivo: esplorare il mercato delle tecnologie nucleari e individuare il migliore reattore da comprare, costruire e gestire tutti insieme

La tessera punti di questa coop costa 23,50 euro e conferisce al titolare molti privilegi riservati, il primo dei quali è entrare nel mondo esclusivo dell'energia atomica. Accade in Olanda, il paese delle eccellenze libertarie e liberiste, dove cinque fondatori hanno creato la Cooperativa Atomo. Meglio: De Atoomcoöperatie. Obiettivo dell’atomicoop è esplorare il mercato delle tecnologie nucleari e individuare il migliore reattore da comprare, costruire e gestire tutti insieme. Dove? L’ideale sarebbe il Limburgo, ma va bene anche la regione di Maastricht oppure la Zelanda vicino al confine con il Belgio dove produce isotopi e chilowattora la centrale atomica di Borssele. In Italia imprese e consumatori si arrabattano per cercare di allestire le Cer, sigla delle “comunità energetiche rinnovabili” che finora hanno prodotto pochissimi chilowattora e quintali di carte bollate, e nel frattempo questi olandesi sono oltre. I nomi: fondatori Patrick Bauduin, Hugo Biersma, Wim Fleuren, Olguita Oudendijk e Arno Wielders; finanza e controllo Frank Verbeek e Chris van Wijk; sviluppatore web Roman van Ree. Alcuni di loro lavorano nel comparto energetico (uno è imprenditore con un’azienda che rivende al dettaglio elettricità da fonte atomica) e diversi sono attivisti in movimenti ambientalisti, come Replanet, e si impegnano nella lotta contro le emissioni e il cambiamento del clima. (Va ricordato che l'energia nucleare non emette anidride carbonica). Vi hanno aderito come partner alcune associazioni nucleariste, come Atom Alliantie e Kern voor Klimaat.

Per il momento, la coop non ha dettagliato alcun progetto; l’atto fondativo è servito un mesetto fa a raccogliere le prime 170 sottoscrizioni e per presentarsi alla politica olandese con un evento pubblico. Le quote associative – 23,50 euro, cifra ispirata al combustibile delle barre, l’uranio 235 – non consentono ancora di costruire alcuna centrale; servono solamente per il funzionamento della cooperativa. L'Olanda produce il 4% della sua corrente con la centrale atomica di Borssele, 482 megawatt con un reattore ad acqua pressurizzata, e nel 2020 non riusciva a superare il 14% di fonti rinnovabili. A titolo di confronto, l’elettricità italiana è – secondo i momenti e i periodi presi in considerazione – fra il 35 e il 45% ottenuta da fonti rinnovabili. Per questo motivo l’Olanda ha frenato i programmi di dismissione nucleare e ha deciso non solamente di tenere aperta la centrale di Borssele per la prossima dozzina d’anni, ma anche di ingrandirla. Potrebbe essere realizzato almeno un grande reattore da mille megawatt. Il costo totale, variabile secondo l’assetto che verrà scelto, potrebbe aggirarsi fra i 10 e i 15 miliardi di euro. E qui interviene l’Atoomcoöperatie: “Finalmente è giunto il momento: i Paesi Bassi continueranno con l'energia nucleare. Il governo vuole due nuove centrali nucleari e le province stanno prendendo in considerazione piccoli reattori modulari. Questa è una notizia meravigliosa. Vogliamo dare il nostro contributo”, dice la coop. Il modello adottato, dice uno dei fondatori, Bauduin, è quello delle altre cooperative energetiche olandesi cui si ispirano anche i Cer italiani. I consumatori, famiglie e imprese, aprono il portafogli e si attrezzano con la centrale rinnovabile condivisa, in generale fotovoltaica oppure eolica.

Il progetto da realizzare verrà definito quando ci saranno offerte per i nuovi reattori compatti modulari, i cosiddetti Smr, e nel frattempo la coop dell’isotopo è entrata in due progetti nucleari, cioè l'Alleanza per l'energia atomica nel Limburgo e il gruppo di lavoro Kermit nella provincia del Twente. “Non appena avremo scelto un progetto su cui investire – informa Atoomcoöperatie - verranno avviati i round di investimento per le varie fasi del progetto a cui i soci potranno partecipare. Quando l'importo investito inizia a dare i suoi frutti, verranno pagati i dividendi. Naturalmente, per ogni progetto vengono sviluppate una proposta d'investimento e un profilo di rischio”. Sarà studiato un modello di finanziamento in cui i soci della cooperativa parteciperanno con una quota minima di capitale proprio e il resto della somma sarà raccolto sul mercato finanziario. La previsione di investimento necessario per un reattore modulare è dell’ordine dei 2-3 miliardi e la cooperativa atomica pensa di riuscire a spuntare un costo dell'elettricità sui 5-6 centesimi al chilowattora, cioè quei 50-60 euro al megawattora che alla borsa elettrica fanno aggio sulle bizzose e meteopatiche energie fotovoltaica ed eolica.

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