Fiducia diplomatica

Le speranze europee sul prossimo summit tra Ue e Cina

David Carretta

Bruxelles punta a ottenere un disgelo con Pechino analogo a quello che Xi Jinping ha lanciato verso l'America dopo il faccia a faccia con Joe Biden. Ma le aspettative sono basse e a pesare sono pandemia e guerra in Ucraina

Le difficoltà economiche che sta vivendo la Cina basteranno a convincere Xi Jinping a fare concessioni economiche e geopolitiche all’Unione europea? È con questa speranza, più che convinzione, che Charles Michel e Ursula von der Leyen sono partiti per Pechino, dove domani si terrà il primo summit Ue-Cina dal 2019. I due leader dell’Ue si augurano come minimo di ottenere un segnale di disgelo analogo a quello che il presidente cinese ha lanciato verso l’America dopo il faccia a faccia con Joe Biden il 15 novembre. Ma le aspettative di una svolta che permetta di ottenere da Pechino gesti reali sull’economia e sulla guerra russa in Ucraina sono basse.

La pandemia di Covid-19, la crescente aggressività di Pechino sulla scena internazionale e l’amicizia senza limiti sottoscritta dal presidente cinese, Xi Jinping, e da quello russo, Vladimir Putin, pochi giorni prima dell’invasione russa dell’Ucraina, hanno aperto un periodo di tensioni senza precedenti nelle relazioni tra Ue e Cina. 

Appena tre anni fa, Ursula von der Leyen firmava in teleconferenza (alla presenza di Angela Merkel ed Emmanuel Macron) uno storico accordo sugli investimenti con Xi. Quell’intesa è stata congelata e ora è considerata da molti come morta e sepolta. Von der Leyen ha adottato un tono sempre più duro nei confronti della Cina, inseguendo la retorica e le politiche dell’Amministrazione Biden. La presidente della Commissione ha lanciato la strategia del “de-risking” (la riduzione dei rischi), che non è un “decoupling” (disaccoppiamento), ma ci si avvicina. L’ultimo affronto è l’inchiesta della Commissione sui sussidi alle auto elettriche che potrebbe portare a dazi contro i costruttori cinesi. Prima di partire per Pechino, von der Leyen ha lanciato un altro avvertimento. “Abbiamo visto un crescente squilibrio commerciale. Il deficit commerciale è raddoppiato negli ultimi due anni a quasi 400 miliardi di euro”, ha detto la presidente della Commissione. “I leader europei non tollereranno nel lungo periodo uno squilibrio nella relazione commerciale. Abbiamo strumenti per proteggere il nostro mercato”, ha avvertito von der Leyen

Riequilibrare i rapporti economici è una delle priorità dell’Ue nel summit con Xi. La speranza è che il presidente cinese si faccia convincere dai dati economici che è meglio avviare la distensione economica e commerciale con l’Ue. Moody’s ha appena cambiato la sua previsione di notazione della Cina da stabile a negativa. Economicamente “la Cina entra in un’èra difficile”, spiega un diplomatico europeo, che ha preparato il summit. “Secondo le stime dell’Fmi, la Cina avrà una crescita del 3,5 per cento nei prossimi 5 anni contro una media dell’8,5 per cento negli ultimi 20 anni”. Pechino avrebbe tutto l’interesse a lavorare con l’Ue per risolvere le dispute e normalizzare le relazioni economiche. “Se ci sono barriere agli investimenti, non vedrete molti investimenti diretti europei affluire”, dice il diplomatico. Anche Von der Leyen ha detto che è “nell’interesse della Cina” trovare “soluzioni negoziate”.  

Agli occhi dell’Ue, lo stesso vale per la geopolitica. “La Cina non ha interesse ad avere un alleato (la Russia, ndr) che modifica unilateralmente le frontiere e invade un paese”, spiega il diplomatico. Michel e von der Leyen chiederanno a Xi anche di usare la sua influenza su Putin per porre fine alla guerra in Ucraina, di reprimere l’elusione delle sanzioni da parte delle società cinesi e di fare pressioni sulla Corea del nord sulle munizioni alla Russia. Ma nel regno di Xi la razionalità sembra aver lasciato definitivamente il posto all’ideologia. Le risposte che i leader dell’Ue si attendono non sono positive. Durante il summit – prevede il diplomatico europeo – la Cina chiederà di “avere massimo accesso al mercato interno”, esprimerà “mancanza di entusiasmo sull’inchiesta sui sussidi alle auto elettriche”, cercherà “rassicurazioni sul continuo accesso alle tecnologie di punta” e farà conoscere “il suo nervosismo per il de-risking”. Anche sulle munizioni che la Corea del nord fornisce alla Russia, secondo il diplomatico, la risposta sarà negativa: “Abbiamo influenza limitata”