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Come evitare il conflitto con la Cina di Xi. I lavori in corso di Biden al vertice in California

Giulia Pompili

La residenza dove è stata girata la serie tv degli anni Ottanta “Dynasty” è la sede di uno dei bilaterali più importanti dei prossimi mesi. I leader delle prime due economie del mondo tornano a parlarsi "faccia a faccia" per non aggravare la crisi mondiale

“Tra di noi ci capiamo, e questo è fondamentale per evitare che la competizione sfoci in un conflitto”, ha detto il presidente americano Joe Biden seduto di fronte al leader cinese Xi Jinping, oggi nella Filoli, la residenza dove è stata girata la serie tv degli anni Ottanta “Dynasty”, nell’area di Woodside, in California, poco dopo averlo salutato con una stretta di mano nel giardino antistante. “Bentornato”, ha detto Biden, che ha ripetuto a Xi ancora una volta: i nostri team si sono incontrati spesso in questo periodo, ma “niente sostituisce il faccia a faccia”, soprattutto tra noi due, che ci conosciamo da tempo. L’incontro tra i leader delle due prime economie del mondo è iniziato nella tarda mattinata, quando in Italia erano passate le otto di sera, mentre fuori dalla residenza c’erano centinaia di sostenitori pro Cina e solo una piccola presenza di contestatori. “Abbiamo sempre avuto problemi, ma darsi le spalle non è realistico, e può portare a conseguenze inimmaginabili”, ha detto Xi, poco prima che le porte si chiudessero, e iniziasse il vero bilaterale.

 

Questa mattina la comunità cinese della California ha aspettato che Xi  uscisse dal suo hotel a San Francisco con tamburi, dragoni cinesi danzanti, ed entrambe le bandiere: quella americana e quella della Repubblica popolare. E’ un dettaglio interessante, perché tutto fa pensare che la postura della diplomazia di Pechino per questo viaggio fosse volta alla distensione. La Casa Bianca di Biden, dopo la nomina a vicesegretario di stato di Kurt Campbell, è ancora quella del “Pivot to Asia”, della “Competizione senza catastrofi”, come il saggio del 2019 firmato dallo stesso Campbell e dal consigliere per la Sicurezza nazionale Jake Sullivan. Ma Biden, che in questa fase affronta contemporaneamente la guerra in Ucraina, la crisi in medio oriente, i problemi economici interni, sa di essere nonostante tutto in una posizione di forza con Xi: il leader cinese arriva al tavolo fiaccato dalla deflazione che sta addormentando il paese, e ha bisogno dell’America per ristabilire un contatto con il resto del mondo. Alla fine del lungo colloquio, nessun comunicato congiunto: i due leader, le due potenze, parlano due lingue diverse. 

 

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  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.