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A Oakland

Il consiglio comunale della città californiana dove ci si rifiuta di condannare Hamas

Giulio Silvano

Dietro le posizioni di chi non vuole sanzionare pubblicamente il gruppo terroristico c'è il germe dell’anticolonialismo da campus universitario. Ma anche fallaci teorie cospirazioniste che fanno invidia a quelle della peggio destra alternativa

A Oakland, California, soltanto il 33 per cento della popolazione è bianca. È una città portuale progressista ed etnicamente molto varia, viene chiamata la Brooklyn di San Francisco, da cui è separata dal Bay Bridge. Qui nel 2020 Bernie Sanders, il candidato della sinistra più radicale, vinse alle primarie democratiche contro Joe Biden con quasi dieci punti di vantaggio. La città a gennaio ha eletto come sindaco la millennial Sheng Thao, la prima sindaca di origini laotiane e la prima che vive in una casa in affitto. Il consiglio comunale di Oakland il 28 novembre ha deciso di dire la sua sulla guerra in corso in medio oriente. Con un voto di 8 a 0 è passata una proposta per un cessate il fuoco permanente tra Israele e Hamas, “il rilascio degli ostaggi e un accesso senza restrizioni per l’assistenza umanitaria a Gaza, il ripristino e distribuzione di acqua, cibo, elettricità e attrezzature sanitarie, e il rispetto per il diritto internazionale”. Appena prima era stato invece bocciata per 2 voti a 6 la proposta di condannare espressamente le uccisioni e il rapimento degli ostaggi da parte di Hamas avvenute il 7 ottobre. La mozione, proposta del consigliere Dan Kalb, chiedeva semplicemente di dire: Hamas ha compiuto un terribile atto omicida, Hamas è un’organizzazione terroristica. Ma per sei consiglieri era una posizione troppo estrema condannare un attacco antisemita come non se ne vedevano dagli anni Quaranta. 


Prima delle due votazioni la popolazione di Oakland è stata invitata a prendere parte alla discussione e centinaia di persone si sono messe in fila davanti al microfono. In molti si sono lamentati della prima mozione, quella che condanna il gruppo terroristico. Sono state pronunciate alcune delle frasi più assurde da quando è iniziato l’attacco di Hamas.Eccone alcune: “Non ci sono stati stupri e decapitazioni di bambini, Israele ha ucciso il suo stesso popolo il 7 ottobre”. “Dire che Hamas è un’organizzazione terroristica è ridicolo, razzista, e fa parte della propaganda genocida che sta inondando i nostri media e che dovremmo cercare di combattere in ogni modo”. “Hamas è la giustificazione che usa Israele per commettere un genocidio. Eliminare Hamas senza condannare l’apartheid israeliano vuol dire incoraggiare il genocidio”. “Appoggio il diritto dei palestinesi a resistere all’occupazione, anche tramite Hamas, il braccio armato della resistenza palestinese unita”. “Da donna araba dico che condannare Hamas è veramente una cosa razzista antiaraba”. “L’idea che questo sia stato un massacro di ebrei è una narrazione falsificata. Molte delle persone uccise il 7 ottobre, inclusi i bambini, sono state uccise dalle forze armate israeliane”. “Sentirli lamentarsi per la violenza di Hamas è come ascoltare un uomo che picchia la moglie e che si lamenta quando la moglie finalmente ha il coraggio di reagire”. “Domanda. Qualcun altro ha notato che chi si oppone alla risoluzione sul cessate il fuoco sono solo i vecchi suprematisti bianchi?”. “C’è stata una terribile propaganda, come i racconti sui bambini decapitati e gli stupri di massa”. “Hamas non è un’organizzazione terroristica solo perché lo ritengono gli Stati Uniti e Israele. Hamas è un’organizzazione resistente che sta lottando per la liberazione del popolo palestinese e della sua terra”.


Sono giovani e meno giovani, studenti e lavoratori, bianchi e meno bianchi, alcuni con la kefiah o con spillette palestinesi, altri con magliette del Partito comunista americano, alcuni pacati altri adirati. Per loro Hamas è un movimento eroico, per alcuni di loro l’attacco al kibbutz di Kfar Aza e al festival a Re’im sono  un’invenzione propagandistica dell’occidente, del sanguinario premier israeliano Benjamin Netanyahu. Per alcuni di loro la morte degli israeliani è solo una giusta vendetta dei “partigiani di Hamas”, per altri è una storia costruita dai media globalisti per “giustificare il genocidio”. Dietro queste posizioni c’è il germe dell’anticolonialismo da campus universitario, e il puro e semplice antisemitismo, ma anche fallaci teorie cospirazioniste che fanno invidia a quelle dei QAnon e della peggio destra alternativa. La solita teoria del ferro di cavallo di Faye. 
 

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