Cristina Fernández de Kirchner LaPresse  

dopo La disfatta

Kirchner annulla il suo viaggio a Napoli

Luciano Capone

La vicepresidente argentina era attesa nel capoluogo campano per una lectio magistralis alla Federico II, ma con la vittoria della destra libertaria di Milei le cose non sono andate secondo programma

 Era tutto pronto, evidentemente perché prevedeva un risultato diverso, ma dopo la vittoria di Javier Milei e la disfatta del ministro dell’Economia Sergio Massa, la vicepresidente argentina Cristina Fernández de Kirchner ha annullato il suo viaggio in Italia. Era prevista per venerdì 24 novembre una sua visita a Napoli dove, in occasione del 40esimo anniversario del ritorno della democrazia in Argentina, avrebbe dovuto tenere una lectio magistralis nell’aula magna dell’Univeristà Federico II dal titolo  “La insatisfacción democrática”. Nel viaggio in Italia, all’incontro all’università partenopea, Kirchner stava cercando di aggiungere alla sua agenda un’udienza in Vaticano con Papa Francesco con cui, dopo anni di incomprensioni e aperta ostilità, c’è stato un riavvicinamento in seguito all’attentato subito lo scorso anno dalla vicepresidente argentina.

Le cose, però, non sono andate secondo programma. Non solo perché l’incontro con Bergoglio non era stato ancora confermato, ma soprattutto per la storica vittoria del candidato della destra libertaria (Milei è il presidente più votato della storia democratica dell’Argentina) e la clamorosa disfatta del peronismo, di cui Cristina (detta anche Cfk) è la massima esponente. Primera dama durante la presidenza del marito Nestor, poi a sua volta presidente per due mandati e ora vicepresidente del suo ex capo di gabinetto Alberto Fernández, che non si è ricandidato visti i consensi in picchiata. Cfk è, insomma, la donna più amata e più odiata d’Argentina, la figura politica che ha incarnato gli ultimi 20 anni di (mal)governo in Argentina (è stata condannata in primo grado per corruzione). Non a caso, la campagna elettorale di Milei è stata impostata come un referendum per porre fine al kirchnerismo. L’esito del ballottaggio, in un paese con una povertà che è salita al 40 per cento della popolazione e l’inflazione schizzata al 143 per cento,  è stato una sonora bocciatura per la sinistra peronista  e, di conseguenza, ha costretto la Kirchner ad  annullare il viaggio in Italia secondo il Clarín anche per le polemiche legate all’uso dell’aereo di stato.  La vittoria di Milei spiega “La insatisfacción democrática” meglio di come avrebbe potuto fare Kirchner in una lectio magistralis.

  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali