Più di mille persone in marcia lungo l'autostrada da Tel Aviv a Gerusalemme, sabato 18 novembre 2023 (MARCUS YAM / LOS ANGELES TIMES) 

◉ I PRINCIPALI FATTI DI OGGI

Israele approva l'intesa con Hamas, che inizierà alle 10 di domani

Saranno rilasciati 50 ostaggi (donne e bambini) nelle mani dei terroristi in cambio di prigionieri palestinesi, circa 150, e di una tregua umanitaria. "Continueremo a essere in guerra finché non raggiungeremo tutti i nostri obiettivi", ha detto il premier israeliano Netanyahu

Il rullo del Foglio: tutto quello che è utile sapere – e niente di più – per capire cosa succede dopo l'attacco di Hamas a Israele.
 


  

"Superati i limiti della tolleranza". Al G20, Erdoğan attacca Israele

Durante il G20, il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan è tornato ad attaccare Israele dicendo che quanto sta accadendo a Gaza, "ha superato i limiti della tolleranza". Secondo il leader di Ankara il governo israeliano ha fatto strage di bambini, bombardando ospedali e scuole.

 


La tregua inizia dalle 10 di domani. I primi ostaggi liberati saranno donne e bambini

Il vice capo dell'ufficio politico di Hamas, Moussa Abu Marzouk, ha detto ad al Jazeera che la tregua tra le forze israeliane e Hamas entrerà in vigore a partire dalle 10 di domattina, ora locale (le 9 in Italia). Mark Regev, consigliere del primo ministro israeliano Benjamin Netanyau, ha detto alla Bbc che, in base all'accordo siglato durante la notte con Hamas, i 50 ostaggi che saranno rilasciati sono stati scelti "in base a categorie" - e che le donne e i bambini hanno avuto la priorità.


   

Israele approva l'intesa sugli ostaggi con Hamas. Netanyahu: "Accordo difficile ma giusto"
 

"Accordo difficile ma giusto. Non ci fermeremo fino a quando torneranno tutti e fino alla eliminazione di Hamas", ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu, commentando l'intesa con Hamas, mediata dal Qatar, in base alle quale i terroristi libereranno cinquanta civili israeliani in cambio di una pausa umanitaria e del rilascio di alcuni palestinesi nelle carceri israeliane. 
 
Netanyahu ha sottolineato il ruolo degli Stati Uniti: Joe Biden ha contribuito a "migliorare il quadro dell’accordo presentato davanti a voi per includere più ostaggi a un prezzo inferiore". Il leader israeliano ha spiegato inoltre che dopo la breve tregua le operazioni dell'esercito israeliano riprederanno: "Voglio chiarire che siamo in guerra, continueremo a essere in guerra, continueremo a essere in guerra finché non raggiungeremo tutti i nostri obiettivi. Distruggeremo Hamas, restituiremo tutti i nostri rapiti e i dispersi e garantiremo che a Gaza non ci sia nessun partito che rappresenti una minaccia per Israele”. 

  

Israele ha pubblicato una lista di 300 prigionieri e detenuti palestinesi dalla quale verrano individuati i nomi che saranno poi liberati.
 
Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha dichiarato che l’accordo sugli ostaggi “segna un progresso significativo. Il risultato di oggi è il risultato di una diplomazia instancabile e di uno sforzo incessante in tutto il dipartimento e nel più ampio governo degli Stati Uniti", ha affermato in una nota, ringraziando Egitto e Qatar per il loro ruolo nelle trattative, e il governo israeliano per "aver sostenuto una pausa umanitaria".
 
"Accolgo con grande favore l’accordo raggiunto",  afferma in una dichiarazione la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. "Sono molto grata a tutti coloro che nelle ultime settimane hanno lavorato instancabilmente attraverso canali diplomatici per mediare questo accordo". La richiesta "all’organizzazione terroristica di Hamas" è di "rilasciare immediatamente tutti gli ostaggi e di consentire loro di tornare a casa sani e salvi". La Commissione europea "farà tutto il possibile per usare questa pausa per un aumento degli aiuti umanitari a Gaza".


  

Come si è arrivati all'accordo e cosa prevede

I terroristi libereranno almeno 50 civili civili in cambio di una pausa umanitaria e del rilascio di detenuti palestinesi nelle carceri israeliane. E' stato un negoziato che non ha precedenti nella storia dello stato ebraico e che ha accentuato la fratture interne a Israele, tra chi si assume le responsabilità della guerra e gli incendiari che invece non avebbero voluto alcun compromesso.

  


 

Di più su questi argomenti: