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l'intervista

“Il silenzio islamico sul 7 ottobre ci rende complici”. Parla l'imam Chalghoumi

Giulio Meotti

“L’Europa corre il pericolo di Sderot”, dice uno dei pochi esponenti della comunità islamica, a livello europeo, ad aver condannato il pogrom di Hamas

Da al Azhar all’Unione internazionale degli studiosi musulmani a Doha, le grandi organizzazioni islamiche hanno lanciato la loro fatwa contro Israele: “Non esistono civili israeliani, sono tutti obiettivi”. E parliamo delle istituzioni con cui dialoga l’occidente e con cui il Vaticano ha firmato il “Documento sulla fratellanza umana”. Le voci musulmane di condanna della barbarie, senza infingimenti, senza ma e senza distinguo, sono poche e si contano sulle dita di una mano. Sul Monde, il filosofo musulmano Abdennour Bidar chiede “parole chiare, forti, responsabili e coraggiose da parte dei rappresentanti della comunità musulmana di Francia. Tacere sarebbe imperdonabile”. Ma è sull’Express francese che una serie di personalità musulmane firma l’unico appello a difesa di Israele. Ci sono nomi di peso, come l’imam Hassan Chalghoumi e lo scrittore algerino Boualem Sansal, ma anche la psicoanalista Sonya Zadig e la belga Fadila Maaroufi. 

“Dopo l’11 settembre,  Charlie Hebdo, la presa del potere in Afghanistan da parte dei talebani e la repressione del regime dei mullah sul loro stesso popolo, dopo gli shabab somali, lo Stato islamico in Siria e Iraq e tanti altri, è stato Israele a essere colpito all’alba dalla barbarie di Hamas”, scrivono sull’Express. “I barbari di Harakat al Mouqawama al Islamiyya gettano paura e oscurità in questo giorno davanti agli occhi stupiti del mondo. L’anonimato dei cadaveri, i volti schiacciati, gli organi mutilati, l’odore fetido della morte ci riporta ai periodi peggiori dell’umanità. Stiamo aspettando che le persone di cultura musulmana rompano il silenzio di fronte a questa nuova offensiva del totalitarismo musulmano, stiamo aspettando disperatamente una manifestazione di massa sotto lo slogan ‘Non in mio nome’. Questo slogan, che abbiamo visto  in diverse occasioni, è improvvisamente scomparso. Si tratta di schierarsi nella  guerra globale che l’islam sta conducendo per imporre il regno di Allah e lo sradicamento o la sottomissione. Il nostro silenzio ci rende complici”.

 

Perché così poche voci? Basta chiederlo al promotore, l’imam franco-tunisino di Drancy, Chalghoumi, che cambia spesso casa e deve indossare un giubbotto antiproiettile durante la preghiera.  Sulla sua testa è stata  messa una taglia dai terroristi: 150 mila euro. Quando Chalghoumi ha sostenuto la legge che vietava il burqa in pubblico, gli islamisti hanno preso d’assedio la sua moschea. Sono entrati nella sala di preghiera e l’imam è stato “esfiltrato”. Uno degli islamisti ha esclamato: “Aiqtalah, aiqtala! Uccidiamolo! Uccidiamolo!”. L’imam viaggia con sei poliziotti e si muove in un veicolo blindato. Il 13 novembre 2015, il giorno della stragi a Parigi (130 morti),  tre uomini armati davanti a casa sua. Nel 2020 una nuova fatwa trasmessa dallo Stato islamico: “Giustiziatelo! E’ più disgustoso dei miscredenti”. Che pericolo, condannare i barbari. Ma Chalghoumi lo fa lo stesso. 
Non è possibile fare il 7 ottobre in nome dell’islam”, dice Chalghoumi al Foglio. “L’islam vieta di uccidere i civili, hanno ucciso bambini, neonati,  bruciato,  decapitato,  tagliato teste, l’islam vieta di trattare i corpi in questo modo,  è  vietato prendere in ostaggio civili, bruciare alberi, bruciare case, distruggere, è  la peggiore ferocia”. Chalghoumi sferza il silenzio dei correligionari. “Il silenzio delle organizzazioni musulmane d’Europa? Le organizzazioni dei Fratelli musulmani sono in Inghilterra, Francia, Italia, ci sono tantissime organizzazioni  legate all’islam politico e sono aggressive. La causa palestinese è la colonna vertebrale del loro movimento. Hanno superato anche Hamas negli slogan, è orribile. Cantano ‘ebrei ebrei tremate, l’esercito di Maometto sta tornando’. Slogan antisemiti, di odio”. 

 

L’imam di Drancy mette in guardia il vecchio continente. “L’Europa è in pericolo, corre lo stesso rischio di Sderot e Ashkelon, del Bataclan”, conclude Chalghoumi al Foglio. “L’Europa corre un rischio enorme. Gli europei sono in crisi, gli dobbiamo la libertà. L’Europa è finita, mi scusi, ma questa è una verità. Gli ebrei d’Europa sono attaccati, devono nascondere la kippah, la mezuzah dalle porte. Dopo questo pogrom, questo massacro, questa Shoah, l’Europa non può sostenere queste organizzazioni terroristiche in nome della causa palestinese. L’Europa deve vietare l’islam politico”.

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.