Editoriali

È il giorno del secondo sì a Kyiv nell'Ue

Redazione

Oggi il parere positivo della Commissione all’allargamento dell’Unione europea. Ma un dubbio si fa strada

La Commissione di Ursula von der Leyen oggi presenterà il “pacchetto allargamento”, il prossimo passo per aprire la strada che dovrebbe portare l’Ucraina dentro l’Unione europea. È sulla base del giudizio dell’esecutivo comunitario che i leader prenderanno a dicembre la decisione se aprire o meno i negoziati di adesione con Kyiv. In una visita nella capitale ucraina sabato, von der Leyen ha salutato “progressi eccellenti” e detto di essere “fiduciosa che potrete raggiungere il vostro ambizioso obiettivo, ovvero che la storica decisione di aprire il processo di negoziati di adesione venga presa già quest’anno”. Il giudizio sulle riforme condotte dal governo di Volodymyr Zelensky nei sette settori chiave indicati dall’Ue sarà dunque positivo. Ma non del tutto. “Avete già completato oltre il 90 per cento della strada”, ha detto von der Leyen. In un processo altamente burocratizzato come quello dell’allargamento, il 90 per cento non è il 100 per cento.

Secondo le indiscrezioni raccolte dal Foglio, nel “pacchetto allargamento” la Commissione dirà che Kyiv ha centrato pienamente gli obiettivi solo in quattro dei sette settori chiave: procedura di nomina dei giudici della Corte costituzionale, controlli sull’integrità dei giudici, norme antiriciclaggio e riforma dei media. Per contro, rimarrebbero lacune nella lotta alla corruzione, nelle misure contro gli oligarchi e nella riforma delle leggi sulle minoranze. La mossa di von der Leyen è furba: mostrarsi al fianco dell’Ucraina a Kyiv, ma a Bruxelles lasciare ai capi di stato e di governo la responsabilità della scelta politica di farle compiere il prossimo passo verso l’Ue. L’inconveniente è che la presidente della Commissione offre un facile pretesto al premier ungherese, Viktor Orbán, per mettere un veto e agli altri leader per rinviare l’apertura dei negoziati da dicembre a marzo. L’ultima cosa di cui ha bisogno l’Ucraina in questo momento di stallo della guerra con la Russia è insabbiarsi anche nella burocrazia politicante dell’Ue.