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a bruxelles

L'Ue trova l'intesa su un testo. Ma non sulla strategia per il medio oriente

David Carretta

Dopo una settimana di divisioni sulla proposta di chiedere una “pausa umanitaria” a Israele nella sua risposta a Hamas a Gaza, che in molti interpretavano come un “cessate il fuoco” per fermare l'esercito israeliano, i ventisette hanno trovato un compromesso più limitato: “Corridoi umanitari e pause per necessità umanitarie”

Bruxelles. I capi di stato e di governo dell'Unione europea si sono messi d'accordo su un testo, ma non su una strategia sul conflitto in medio oriente. Dopo una settimana di divisioni sulla proposta di chiedere una “pausa umanitaria” a Israele nella sua risposta a Hamas a Gaza, che in molti interpretavano come un “cessate il fuoco” per fermare l'esercito israeliano, i ventisette hanno trovato un'intesa su una richiesta più limitata: “corridoi umanitari e pause per necessità umanitarie”. Sono servite cinque ore di discussione tra i leader. “L'unità è la nostra forza”, ha detto il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. Ma la frattura interna all'Ue, tra chi dà un sostegno incondizionato a Israele e chi vuole apparire più equidistante di fronte alla tragedia umanitaria a Gaza, non è scomparsa. “Hamas ha provocato una crisi umanitaria a Gaza”, ha detto la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, appena concluso il vertice: “Hamas deve essere distrutto”. Michel è tornato ad accusare Israele di non essere “in linea con il diritto internazionale”, imponendo un assedio totale a Gaza.

 

Nelle conclusioni del Consiglio europeo sul medio oriente, i leader dell'Ue esprimono la loro “condanna nei più duri termini possibili di Hamas per i suoi attacchi terroristici brutali e indiscriminati” contro Israele del 7 ottobre. L'organizzazione viene criticata per l'uso di civili come scudo umano (“un'atrocità particolarmente deplorevole”). L'Ue ribadisce il diritto di Israele di difendersi in linea con il diritto internazionale e il diritto internazionale umanitario” e chiede a Hamas “il rilascio immediato di tutti gli ostaggi senza alcuna precondizione”. Le trattative sulle conclusioni si sono concentrate su Gaza. Un gruppo di paesi guidato dalla Spagna avrebbe voluto inserire una richiesta di cessate il fuoco. Inizialmente Michel aveva inserito nelle bozze una frase ambigua, ma che andava in quella direzione: sostenere “l'appello del segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, a una pausa umanitaria”. In realtà Guterres aveva proposto alla conferenza del Cairo un “cessate il fuoco umanitario”. Germania, Austria e Repubblica ceca hanno guidato l'opposizione all'espressione “pausa umanitaria” perché, ai loro occhi, avrebbe significato chiedere a Israele di fermare la sua risposta a Hamas. Nelle trattative prima e durante il Consiglio europeo, Michel ha proposto vari compromessi, in particolare attorno al concetto di “pause umanitarie”. Il plurale serve a chiarire che non si tratta di un cessate il fuoco. Alla fine ne è uscita una versione più edulcorata con la richiesta di “corridoi umanitari e pause per necessità umanitarie” per far arrivare in modo continuo gli aiuti alla popolazione civile di Gaza. Il primo ministro spagnolo, Pedro Sanchez, uscito sconfitto sul cessate il fuoco, ha ottenuto di inserire un riferimento a una conferenza internazionale per la pace.

 

I leader ieri hanno anche discusso della revisione del bilancio 2021-27 dell'Ue (il quadro finanziario pluriennale). La Commissione ha proposto di aumentarlo di 66 miliardi per far fronte alle nuove emergenze emerse nel corso degli ultimi anni (guerra in Ucraina, migrazione, economia, tassi di interesse sul debito comune di Next Generation Eu). Anche qui prevalgono le divisioni. Germania, Paesi Bassi, Danimarca e Belgio non sono pronti a mettere mano al portafoglio, se non per l'Ucraina, e chiedono alla Commissione di tagliare i programmi attuali (compresi quello di scambio tra studenti Erasmus e quello sulla ricerca Horizon). Francia ed Estonia insistono per concedere più finanziamenti al settore della difesa comune. Grecia e Slovenia vogliono più risorse per il fondo di solidarietà dell'Ue dedicato alle catastrofi naturali. L'Italia non è pronta a dare il via libera ai fondi per Kyiv, se non saranno approvati anche quelli per le politiche migratorie, e ha chiesto uno sconto sulle regole del Patto di stabilità per i fondi dell'Ue. Ma von der Leyen è stata ferma: “Sul Patto “torniamo al meccanismo normale il prossimo anno. La clausola di salvaguardia non sarà rinnovata. Ci sarà una transizione verso la gestione regolare delle procedure di deficit eccessivo”, ha detto la presidente della Commissione.

Ieri è stata una discussione generale per comprendere i posizionamenti. Le conclusioni del Vertice spostano il momento delle decisioni sul bilancio al Consiglio europeo di dicembre. Un accordo sulla revisione del bilancio sarà “molto difficile”, ha riconosciuto Michel. I leader non hanno avuto tempo per dibattere di Ucraina e migrazione, segnale di un cambio delle priorità politiche dell'Ue. I due temi sono stati posticipati alla giornata di oggi, dedicata all'economia e al vertice dei leader della zona euro.

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