A Bruxelles

L'Unione europea si prepara a chiedere una “pausa umanitaria” per Gaza

David Carretta

Le divisioni nell'Ue sulla guerra: la condanna di Hamas si indebolisce e si moltiplicano critiche a Israele. Per l'Alto rappresentante Borrell, gli attacchi dei terroristi "devono fermarsi e gli ostaggi devono essere rilasciati" ma ora la priorità è "far entrare il sostegno umanitario" nella Striscia

Bruxelles. L'Unione europea si prepara a chiedere una “pausa umanitaria” a Gaza in un tentativo di legare le mani a Israele nella sua risposta a Hamas dopo l'attacco del 7 ottobre. “Il Consiglio europeo sostiene l'appello del segretario generale dell'Onu António Guterres per una pausa umanitaria per permettere un accesso umanitario sicuro e fare in modo gli aiuti raggiungano quelli che ne hanno bisogno”, si legge nella bozza di conclusioni del vertice dei leader di giovedì e venerdì. I ministri degli Esteri si sono riuniti ieri a Lussemburgo e una maggioranza si è espressa a favore di una “pausa umanitaria” o un “cessate il fuoco umanitario”, anche se ci sono divergenze su cosa voglia dire. “C’è consenso sulla necessità di una pausa umanitaria per permettere l’accesso di aiuti umanitari senza rischi”, ha detto l’Alto rappresentante, Josep Borrell.  Solo la Germania, affiancata da uno sparuto gruppo di paesi dell'est, rimane contraria a ogni ambiguità. Per Berlino, la priorità deve essere eradicare Hamas, responsabile non solo del peggior pogrom contro gli ebrei dall'Olocausto, ma anche delle sofferenze dei palestinesi nella Striscia. “Non possiamo contenere la catastrofe umanitaria se il terrorismo a Gaza continua”, ha detto Annalena Baerbock: la lotta al terrorismo “è essenziale”, anche se “allo stesso tempo deve essere fatto di tutto per alleviare l'incredibile sofferenza delle due milioni di persone a Gaza”.

 

Mano mano che passano i giorni, la cacofonia dentro l'Unione europea su Israele e Gaza aumenta, la condanna di Hamas si indebolisce e si moltiplicano critiche a Israele, accusato di violare il diritto internazionale umanitario con l'assedio e i bombardamenti della Striscia. Il diritto di Israele di difendersi “ha limiti e il limite è il diritto internazionale”, ha detto Borrell: “Non possono esserci tagli di acqua e elettricità per la popolazione civile”. Secondo l’Alto rappresentante, una pausa umanitaria “è necessaria” per evitare una “catastrofe” nella Striscia. “Gli attacchi di razzi di Hamas da Gaza devono fermarsi e gli ostaggi devono essere rilasciati, ovviamente. Ma la priorità in questo momento è di far entrare il sostegno umanitario a Gaza”, ha spiegato Borrell. Il ministro  degli Esteri spagnolo, José Manuel Albares, si è spinto oltre: "Questo è il momento di un cessate il fuoco. Questo è il momento di fermare la violenza a Gaza e in Israele e di guardare avanti” a “una conferenza internazionale di pace”. “Pausa umanitaria o cessate il fuoco sono intercambiabili”, ha spiegato l'irlandese Micheál Martin: “Una pausa  è necessaria”, perché “troppi civili sono stati uccisi”. Secondo la slovena Tanja Fajon, il diritto di Israele di difendersi deve essere “proporzionato”. Per l'olandese Bruins Slot, “è assolutamente necessario che ci sia una pausa umanitaria” e che “le persone abbiano medicinali, cibo e acqua”.

 

L'Italia, con Finlandia e Svezia, pur sostenendo la necessità di far entrare gli aiuti a Gaza, ha mantenuto una posizione più ambigua. "Ci potrebbero essere delle pause umanitarie nei combattimenti per permettere di far entrare i camion", ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Ma allo stesso tempo “va sradicato Hamas dal territorio di Gaza, perché non può continuare a farsi scudo del popolo palestinese ed è un'organizzazione terroristica criminale (…). Le pause umanitarie per far entrare forniture noi le sosteniamo. La tregua è un’altra cosa. La tregua non può significare che Israele rinuncia alla propria autodifesa e a colpire Hamas”. Qui sta tutto il problema interno all'Ue: Borrell e i paesi che più insistono sulla “pausa umanitaria” vogliono che Israele interrompa le operazioni aeree e rinunci all'intervento di terra. “C'è un'organizzazione terroristica che controlla Gaza, che lancia razzi ogni giorno, che conduce attacchi barbarici contro il territorio israeliano. Come e con chi dovrebbe essere concordato questo cessate il fuoco?”, si è chiesto il ministro degli Esteri della Repubblica Ceca Jan Lipavsky, lasciando intendere che alcuni vogliono “mettere in dubbio che Israele ha il diritto a difendersi”. In teoria è facile essere a favore di “un cessate il fuoco per fare in modo che nessuno muoia. Ma dobbiamo pensare a quelli che sono gli obiettivi”, ha spiegato il lettone Krisjanis Karins: “Per Israele, e penso per il mondo occidentale, l'obiettivo deve essere di dare la caccia a Hamas” che si “è integrato alla popolazione civile a Gaza”. 

Durante il Consiglio Affari esteri, Baerbock si è opposta alla proposta di chiedere un cessate il fuoco. Borrell è stato costretto a precisare i termini della sua proposta. “Una pausa è una pausa. Il che significa che è temporanea. E’ un obiettivo meno ambizioso di un cessate il fuoco che deve essere concordato da entrambe le parti”, ha detto l’Alto rappresentante. Baerbock ha poi insistito a lungo sul fatto che una richiesta da parte dell’Ue di una “pausa umanitaria” cadrà nel vuoto e potrebbe essere politicamente controproducente. Toccherà ai leader al Consiglio europeo decidere.

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