da Tel aviv

Le famiglie degli ostaggi dopo il video pubblicato da Hamas: "Liberate tutti i prigionieri"

Fabiana Magrì

Mia Shem è il primo prigioniero che i terroristi, con una clip, hanno usato per aprire le porte alle trattative con Israele. La conferenza stampa del comitato dei familiari 

Tel Aviv. Quando Keren Sherf Shem, ieri sera, ha visto il volto di sua figlia in televisione ha avuto un tuffo al cuore. “Ho iniziato a urlare, non capivo esattamente cosa stavo guardando. Ho pianto di gioia. Poi ho avuto paura.”  Mia Shem, 21 anni, è il primo ostaggio che Hamas ha usato per aprire le porte alle trattative con Israele.

 

 

“Ha l’aria terrorizzata e molto sofferente”, ha detto la madre della ragazza nella conferenza stampa organizzata nella sede del comitato delle famiglie dei dispersi e degli ostaggi. È preoccupata anche perché, spiega, Mia ha altri problemi di salute che richiedono cure e “in ogni momento è in pericolo di vita.” Accanto alla signora Sherf Shem ci sono anche i due figli maschi, Eli e Ori. Il maggiore, Eli, ribadisce che la loro richiesta è la liberazione della sorella “e tutti gli altri ostaggi prigionieri nella Striscia di Gaza”. I numeri non sono ancora accertati con precisione. Lo stesso Hamas in una nota ieri sera ha detto, attraverso il portavoce Abu Obaida, che “non siamo in grado di dichiarare in modo completo e accurato il numero dei prigionieri dell'occupazione all'interno di Gaza per ragioni di sicurezza e sul campo. Tuttavia, la nostra valutazione preliminare suggerisce che la cifra rientra nell’intervallo compreso tra 200 e 250, o supera leggermente tale numero.” Tra loro ci sono neonati, bambini, feriti gravi, sopravvissuti alla Shoah. 

 

Haim Levin, il capo del team medico del comitato delle famiglie, ribadisce, specialmente dopo il video, di ritenere Hamas responsabile per la salute degli ostaggi. “Chiediamo di ricevere informazioni sulle loro condizioni e di essere rassicurati che ricevono le cure appropriate”, dice. E ricorda a Hamas e al mondo che “in Israele offriamo le migliori cure a tutti, inclusi i palestinesi di Gaza.”  “La nostra risposta al video - anticipa al Foglio il negoziatore Ya’akov Peri, minuti prima della conferenza stampa - sarà la richiesta della liberazione di tutti i prigionieri e l’avvertimento che riteniamo Hamas responsabile per la loro salute.” Poi la fazione palestinese nella Striscia dovrà comunicare il suo prezzo. Che sarà alto, di questo è certo Peri, “ma non hanno ancora avanzato richieste.”

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