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Prove d'accensione franco-tedesche. Per l'Ue è essenziale che Macron e Scholz lavorino insieme

Redazione

I due premier sono impegnati ad Amburgo per due giorni di "ritiro" con l'obiettivo di rilanciare una relazione in panne su diversi punti dell'agenda europea: dalla riforma del mercato dell'elettricità al nuovo Patto di stabilità

Emmanuel Macron e Olaf Scholz ci riprovano. Il presidente francese e il cancelliere tedesco da ieri sono impegnati ad Amburgo in una due giorni di “ritiro” con i rispettivi governi per cercare di rilanciare una relazione in panne, che ha grippato anche il motore dell’Unione europea. Le divergenze nei rapporti bilaterali sui principali temi dell’agenda europea si sono moltiplicate: dalla riforma del mercato dell’elettricità alla riforma del Patto di stabilità, passando per i progetti della Difesa. I rapporti personali tra i due leader sono glaciali. Il primo è retoricamente esplosivo. Il secondo è prudentemente riflessivo. Macron lamenta la freddezza di Scholz di fronte ai suoi grandiosi progetti per la sovranità europea. Il cancelliere tedesco è troppo occupato dalla crisi in cui è sprofondato il modello tedesco fondato su importazioni di gas dalla Russia ed esportazioni verso la Cina per prestare attenzione ai voli pindarici del presidente francese.

Macron vede l’Ue come un soggetto autonomo nella competizione tra Stati Uniti e Cina. Scholz non intende rimettere in discussione l’ombrello di sicurezza americano. La Germania ha finalmente deciso di investire 100 miliardi nel settore militare, ma Macron è furioso perché Scholz non spenderà la manna nei progetti industriali francesi di Difesa europea. Ad Amburgo, sulle rive dell’Elba, i due hanno deciso di mettere da parte i comunicati finali per concentrarsi sulle discussioni informali. Sarà la volta buona? Riaccendere il motore franco-tedesco è essenziale per l’Ue.

Con Parigi e Berlino incapaci di trovare un terreno comune, piccoli e grandi dossier rimangono bloccati. Nelle prossime settimane serve un’intesa sulle nuove regole del Patto di stabilità. Nei prossimi mesi va abbozzato il contenuto delle riforme interne che l’Ue dovrà fare per prepararsi all’allargamento all’Ucraina e ai Balcani occidentali. Anche se non sono fatti l’uno per l’altro, Macron e Scholz devono imparare a lavorare insieme.

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