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un foglio internazionale

Francia e Germania, due visioni diverse per una grande Europa

La dismisura  della Russia, il suicidio populista del Regno Unito  e il collasso della Francia rischiano di produrre una grande Europa tedesca. L'articolo del Figaro

Emmanuel Macron ha sviluppato al forum Globsec di Bratislava la sua visione sulla sicurezza europea, insistendo sull’unità del continente, il sostegno all’Ucraina dinanzi all’invasione russa, la sovranità dell’Unione europea, in particolare sul piano militare attraverso la costituzione di un pilastro europeo di difesa in seno alla Nato”, scrive Nicolas Baverez. “Ha in questo modo completato sul piano geopolitico le proposte esposte all’Aia per garantire la sicurezza economica attorno a cinque assi: il mercato unico, la politica industriale, la protezione, la reciprocità e la cooperazione. Il vertice della Comunità politica europea di Chisnau ha concretizzato la grande Europa, riunendo 47 paesi che vanno dal Regno Unito all’Armenia e all’Azerbaijan.  Le prese di posizione di Emmanuel Macron puntano a rispondere al discorso pronunciato da Olaf Scholz sul futuro dell’Unione europea a Strasburgo lo scorso 9 maggio, nella continuità della visione presentata a Praga otto mesi prima. Il progetto tedesco si basa su un’Unione geopolitica allargata a 36 o 38 paesi da qui al 2030, dai Balcani alla Georgia, passando per l’Ucraina e la Moldavia. (…)

 

Le considerazioni sul futuro dell’Europa presentate da Emmanuel Macron e Olaf Scholz si basano su una constatazione e una presa di coscienza condivise. La guerra in Ucraina segna un cambiamento epocale per il mondo, ma soprattutto per l’Europa. Quest’ultima si trova in prima linea nel grande scontro tra gli imperi autoritari e le democrazie, sottomessa a una minaccia esistenziale che proviene dalla Russia, stretta tra gli Stati Uniti e la Cina, tra il protezionismo dell’Ira e il dumping di Pechino per rilanciare le sue esportazioni industriali. Questa nuova situazione impone l’allargamento accelerato dell’Unione europea e presuppone di ripensare la sua governance così come i suoi princìpi: fondata sul diritto e il mercato, deve integrare gli imperativi di sicurezza e di sovranità. E sposta anche il suo centro di gravità verso l’est del continente. A partire da questa analisi della situazione condivisa, la Germania e la Francia sviluppano dei progetti non solo divergenti ma antagonisti. La visione di Berlino è allo stesso tempo più coerente e consensuale, anche se il modello economico della Germania è indebolito dalla guerra in Ucraina, che ha messo in luce la sua dipendenza dal gas russo, e dall’esplosione della globalizzazione. La grande Europa di Olaf Scholz favorisce la reinvenzione del modello mercantilista e dalla sua base industriale, iscrivendosi allo stesso tempo nella cultura parlamentare e federale che ha presieduto alla ricostruzione della Germania dal 1945. Risponde in ogni punto alle aspettative dell’Europa orientale e del nord, così come a quelle dei paesi candidati che desiderano aderire, da una parte, all’Unione europea, per assicurare il loro sviluppo e la loro stabilità politica e, dall’altra, alla Nato, per beneficiare della garanzia di sicurezza degli Stati Uniti alla minaccia russa. Esclude qualsiasi forma di nocciolo duro e consacra la leadership della Germania, che sarà il solo paese a poter costruire una maggioranza nell’Unione a 36 o 38. E indebolisce definitivamente la Francia, che non è mai stata citata da Olaf Scholz, e che ha uno status internazionale che la Germania vuole normalizzare, uscendo dall’ordine del 1945: dietro la mutualizzazione della politica estera, punta in realtà all’europeizzazione del seggio francese di membro permanente del Consiglio di sicurezza dell’Onu. (…)   Ma l’ineluttabile chiarificazione con l’avvicinarsi del vertice della Nato a Vilnius non basta a rompere l’isolamento e la debolezza della postura francese. Il progetto di un’Europa sovrana costituisce una risposta pertinente all’esplosione del sistema mondiale in blocchi e all’aumento dei rischi geopolitici, finanziari, sanitari e climatici. Si scontra, tuttavia, con degli gli ostacoli importanti. Il principio di un’Unione politica affidato a un direttorio dei grandi paesi europei è respinto da una maggioranza di stati. Non esiste un sostituto credibile alla garanzia di sicurezza degli Stati Uniti. Soprattutto, le proposte francesi sono screditate in ragione dello stallo in cui si trova il nostro paese. La Francia non è credibile per difendere la sovranità alla luce di un’economia che crolla, alla luce di una nazione che è in fase di atomizzazione e le cui istituzioni sono paralizzate. Delle due visioni sul futuro dell’Europa, quella portata da Olaf Scholz ha dunque tutte le possibilità di avere la meglio. La dismisura imperiale della Russia, il suicidio populista del Regno Unito con la Brexit e il collasso della Francia rischiano di produrre una grande Europa tedesca.

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