Papa Francesco in Udienza con il Presidente della Francia Emmanuel Macron nel 2022 (LaPresse) 

Laïcité caviar

Macron va alla messa del Papa, la gauche insorge: “Vìola la legge del 1905”

Mauro Zanon

Il presidente andrà a Marsiglia ma "rifiuterà l'eucaristia". L’ultima volta che un capo di stato francese partecipò a una messa fu il 30 maggio 1980

Parigi. L’Eliseo non ha fatto in tempo a confermare l’informazione del quotidiano La Croix secondo cui il presidente della Repubblica avrebbe partecipato sabato 23 settembre alla messa del Papa allo Stadio Vélodrome di Marsiglia che già sui social si era scatenata l’indignazione della sinistra giacobina. Emmanuel Macron assisterà fra sette giorni alla cerimonia religiosa che Francesco celebrerà al Vélodrome, in occasione della sua visita nella città focea per la conclusione della terza edizione degli “Incontri del Mediterraneo”, che riuniranno i vescovi di trenta paesi e giovani cattolici di diverse nazionalità.

  
“Sono in disaccordo con il fatto che il presidente della Repubblica partecipi nell’esercizio delle sue funzioni a una cerimonia religiosa”, ha attaccato su X Alexis Corbière, deputato della France insoumise, il partito della sinistra radicale. “Macron si intrufola senza rispetto per il proprio ruolo. I fischi alla messa saranno per lui, non per il Papa”, ha rincarato la dose il presidente di Lfi, Jean-Luc Mélenchon, seguìto da Fabien Roussel, leader del Partito comunista francese. “Non è necessariamente il ruolo del presidente della Repubblica quello di assistere a una messa in un Repubblica laica”, ha commentato Roussel. Il servizio di comunicazione dell’Eliseo ha subito rispedito al mittente le accuse, ricordando che la separazione tra stato e Chiesa inquadrata dalla legge del 1905 non esclude “affatto che la Repubblica abbia dei rapporti con tutti i culti”.

   

E ieri, nel quadro di una visita a Semur-en-Auxois (Côte-d’Or), è stato Macron in persona a difendere la sua posizione. “Rientra nel mio ruolo. Non andrò in quanto cattolico, andrò in quanto presidente della Repubblica, che è in effetti laico. Andrò per rispetto e cortesia”, ha spiegato il presidente francese, prima di sottolineare che il papa ha il rango di capo di stato e che la sua presenza non mette affatto in discussione la neutralità dello stato. “Lo stato è neutro, i servizi pubblici sono neutri e preserviamo anche la scuola. Lo abbiamo ribadito in questa rentrée”, ha aggiunto Macron, alludendo al divieto introdotto quest’anno dell’uso dell’abaya, la tunica islamica indossata da sempre più studentesse che copre il corpo dalla testa a piedi.

  

Nel passato, Macron, nell’esercizio delle sue funzioni, si era già recato nella Grande Sinagoga di Parigi a un evento celebrativo per il nuovo anno ebraico (era il settembre del 2018). E nel 2017, appena eletto all’Eliseo, aveva partecipato all’“iftar”, il pasto che rompe il digiuno durante il Ramadan, organizzato dal Consiglio francese del culto musulmano. Ma in entrambe le occasioni non si era scatenata la levata di scudi che si registra oggi. L’Eliseo ha insistito sul fatto che il capo dello stato francese assisterà alla messa, ma non parteciperà concretamente al rito religioso, rifiutando l’eucarestia. Macron, battezzato a 12 anni, si è sempre presentato come agnostico, ma sensibile alla trascendenza, e ha sempre fatto attenzione a mantenere un rapporto equilibrato con i tre principali culti in Francia. Ma già nel 2018, quando si recò al Collège des Bernardins su invito della Conferenza episcopale francese e affermò la sua volontà di “riparare” il legame lacerato tra stato e Chiesa, fu accusato aspramente dai mélenchonisti. “Macron in pieno delirio metafisico. Insopportabile. Ci aspettiamo un presidente e invece abbiamo un pretino”, commentò Mélenchon.

 

L’ultima volta che un capo di stato francese partecipò a una messa fu il 30 maggio 1980, all’epoca di Valéry Giscard d’Estaing. Vge, dopo aver accolto sugli Champs-Elysées Papa Giovanni Paolo II, assistette alla messa celebrata dal Pontefice sul piazzale di Notre-Dame. Prima di lui, Charles de Gaulle fece costruire una cappella all’interno dell’Eliseo quando diventò il primo presidente della Quinta Repubblica. Il 26 agosto 1944, le immagini del generale a Notre-Dame mentre intona il Magnificat fanno parte della Storia di Francia.