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Il discorso sullo stato dell'unione

Von der Leyen mette in "pausa" il Green deal e chiede aiuto a Draghi sulla competitività

David Carretta

La presidente della Commissione europea annuncia "un'inchiesta antisovvenzioni sui veicoli elettrici in provenienza dalla Cina”. Ma il suo ultimo discorso prima della fine della legislatura è stato piuttosto modesto in termini di annunci sull'attualità e visione sul futuro

Bruxelles. Chi si aspettava un grande discorso, magari una nomination per un secondo mandato, è rimasto deluso. L'ultimo Stato dell'Unione prima della fine della legislatura di Ursula von der Leyen è stato piuttosto modesto in termini di annunci sull'attualità e visione sul futuro. L'unica vera notizia è la decisione della Commissione di “un'inchiesta antisovvenzioni sui veicoli elettrici in provenienza dalla Cina”, che potrebbe portare a dazi. “L'Europa è aperta alla concorrenza. Non a una corsa al ribasso”, ha spiegato von der Leyen: “I mercati globali sono inondati con auto elettriche cinesi a basso prezzo. E il loro prezzo è tenuto artificialmente basso da enormi sussidi di stato. Questo sta distorcendo i nostri mercati. E come non possiamo accettarlo dall'interno, non lo accettiamo dall'esterno”. L'altra mezza notizia, anticipata dall'uscita di Frans Timmermans e dalla sua sostituzione con Maros Sefcovic e Wopke Hoekstra, è una “pausa” nel Green deal. Von der Leyen non ha voluto usare la parola “pausa”, per non compromettere i rapporti con il centrosinistra al Parlamento europeo. La presidente della Commissione ha preferito parlare di “nuova fase”, incentrata sul “dialogo” con l'industria e le famiglie per rendere l'attuazione del Green deal più consensuale. Vale anche per gli agricoltori, in rivolta in diverse parti d'Europa dopo la legge sul ripristino della natura. “I nostri agricoltori sono sottoposti all'impatto crescente sul loro lavoro e i loro redditi dell'aggressione russa contro l'Ucraina, del cambiamento climatico con siccità, incendi e inondazioni, ma anche di nuovi obblighi. Dobbiamo tenerne conto”, ha detto von der Leyen. Quanto all'Italia, verrà notato che la presidente della Commissione ha “chiesto a Mario Draghi, una delle menti europee più brillanti nel settore economico, di redigere un rapporto sul futuro della competitività europea”.

 

Sulle sfide dei prossimi anni, quelle che saranno al centro del dibattito delle elezioni europee e dei negoziati tra i governi sull'agenda strategica 2024-29, von der Leyen è stata avara di nuove idee. Per la presidente della Commissione, l'allargamento all'Ucraina, alla Moldavia e ai Balcani occidentali sarà il "completamento della nostra Unione". La geopolitica fa sì che "non possiamo permetterci di lasciare indietro i nostri compagni europei". Serve una "visione", ha detto von der Leyen. Ma l'unica proposta concreta per accelerare il processo è di inserire alcuni paesi candidati nel rapporto annuale sullo Stato di diritto. Von der Leyen si è espressa contro la proposta del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, di fissare il 2030 come data obiettivo del prossimo allargamento, entro cui l'Ue e i candidati all'adesione devono essere pronti. "L'adesione è un processo fondato sul merito. La Commissione difenderà sempre questo principio", ha detto von der Leyen.

 

La presidente della Commissione ha fatto l'equilibrista su allargamento e riforma interna dell'Ue, compresa la riforma del trattato. Secondo von der Leyen “Il prossimo allargamento deve essere un catalizzatore di progressi” e questo “passerà dall'organizzazione di una Convenzione europea e da una modifica dei trattati”, ma “se e quando sarà necessario”. Il messaggio è che l'allargamento si può fare anche senza cambiare i trattati, mantenendo anche l'unanimità. “Non possiamo e non dobbiamo attendere di modificare i trattati per avanzare sulla via dell'allargamento. Possiamo adattare più rapidamente la nostra Unione in vista del suo allargamento”, ha detto von der Leyen citando le decisioni adottate all'unanimità sul debito comune di NextGenerationEu, gli acquisti comuni di vaccini e di gas, nonché il via libera alla candidatura di Ucraina e Moldavia. “La Commissione inizierà a lavorare su una serie di rivalutazioni pre-allargamento delle politiche per determinare se e come ogni settore politico deve essere adattato in vista dell'allargamento”, ha detto von der Leyen. Ma non ha presentato nessuna proposta. Nemmeno su come dovrà essere il bilancio in un'Ue a 30-35 membri. “Dobbiamo riflettere al futuro del nostro bilancio, a ciò che finanzia, al modo in cui finanzia e al modo in cui è finanziato”, si è accontentata di dire von der Leyen. In ogni caso, la Commissione presenterà le sue idee “ai leader dell'Ue sotto la presidenza belga” nel primo semestre del 2024.

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