(foto Ansa)

Cattivi scienziati

L'accordo tra Regno Unito e Ue su Horizon Europe è una vittoria per i ricercatori britannici

Enrico Bucci

Dopo cinque anni di isolamento finalmente il Regno Unito potrà tornare a partecipare al più grande programma di ricerca collaborativa al mondo

Uno dei danni maggiori arrecati dallo stupido populismo nazionalista che ha portato la Gran Bretagna fuori dall’Unione Europea è consistito nella frattura generata in una comunità che per definizione dipende strettamente dalla possibilità di collaborare a livello più ampio possibile, ovvero di quella che è stata definita “la libera repubblica dei ricercatori”.

Ma ora, finalmente, il Regno Unito e l’Unione Europea hanno raggiunto un accordo che consente ai ricercatori britannici di partecipare nuovamente al più grande programma di ricerca collaborativa del mondo, Horizon Europe.

La partecipazione della nazione al programma era stata sostanzialmente sospesa dopo l’uscita dall’UE nel 2020. Dal primo gennaio 2024, gli scienziati con sede nel Regno Unito potranno partecipare a pieno titolo a Horizon Europe allo stesso modo degli Stati membri dell’UE.

Il governo britannico pagherà 2,6 miliardi di euro all’anno e, per la prima volta, pagherà un’eccedenza o riceverà un rimborso se i ricercatori britannici ottengono più o meno finanziamenti rispetto a una certa soglia.

Inoltre, il Regno Unito è rientrato nel programma di osservazione della Terra Copernicus (ma non ancora nell’organizzazione nucleare europea Euratom).

Si tratta di notizie che davvero buone, anche se, bisogna dirlo, il danno arrecato da cinque anni di isolamento della comunità scientifica britannica e lamentato da tutti i ricercatori del Regno Unito è stato notevole, e ha portato ad un arretramento di molti fra i più brillanti programmi scientifici che avevano un tempo in quel paese un motore trainante o un membro di peso.

Bisognerà ricostruire sulle macerie lasciate da finanziamenti nazionali ovviamente molto più limitati ed erosi dall’inflazione e dalla crisi economica, ma adesso, insieme alla comunità di cui naturalmente fanno parte gli scienziati britannici e da cui la più stolta tra le possibili politiche li aveva isolati, si potrà ricominciare come e meglio di prima.

Sperando che, oltretutto, questo sia un accordo importante per fare da traino, insieme ad altri che con poco clamore si stanno raggiungendo, per un reingresso pieno in Europa.

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