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Europa Ore 7

È arrivato finalmente il momento della "Brexit done"

David Carretta

La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, e il premier britannico, Rishi Sunak, hanno trovato l'accordo sul Protocollo nordirlandese. La Brexit è completa

Unione europea e Regno Unito hanno trovato l'accordo sul Protocollo nordirlandese, l'intesa doganale e commerciale del 2020 per mantenere l'apertura del confine terrestre tra l'Ulster (Gran Bretagna) e la Repubblica d'Irlanda (Ue) dopo l'uscita di Londra dall'Unione con la Brexit. Dopo la conferenza stampa con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il primo ministro britannico Rishi Sunak tornerà a Westminster dove rilascerà una dichiarazione al Parlamento. 

  


      

Oggi potrebbe essere il giorno della “Brexit done”. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, sarà nel Regno Unito per incontrare il premier britannico, Rishi Sunak. L'obiettivo è finalizzare un'intesa sul Protocollo nordirlandese dell'accordo Brexit, l'ultimo pezzo mancante per mettersi alle spalle la complicatissima separazione del Regno Unito dall'Unione europea. “Possiamo chiaramente vedere la linea d'arrivo”, ha detto la scorsa settimana il commissario Maros Sefcovic, responsabile dei negoziati sulla Brexit, dopo aver parlato per tre volte in cinque giorni con la sua controparte britannica, il segretario agli Esteri, James Cleverly. Nonostante l'opposizione dei Brexiters dentro i Tory e di una parte del Partito democratico unionista nord irlandese, Sunak sembra deciso ad andare fino in fondo nella sua scommessa: realizzare ciò che aveva promesso Boris Johnson - “Get Brexit done” - e rilanciare le relazioni tra il Regno Unito e l'Ue a quasi sette anni dalla rottura provocata dal referendum del 23 giugno del 2016.

   

La bozza di intesa elaborata da Sefcovic e Cleverly prevede di eliminare quasi tutti i controlli sulle merci inviate dalla Gran Bretagna a destinazione del mercato dell'Irlanda del Nord. Nei porti e negli aeroporti sarà istituito un un sistema di corsie rosse (per le merci destinate a essere riesportate) e corsie verdi (per quelle che rimarranno in Irlanda del nord). L'Ue avrà accesso al sistema informatico doganale britannico per verificare che le merci per il mercato nord irlandese non finiscano su quello europeo. Il governo britannico dovrebbe ottenere il diritto di stabilire le regole sull'Iva, sulla tassazione e sugli aiuti di stato in Irlanda del nord. Bruxelles, per contro, dovrebbe ottenere un ruolo per la Corte di giustizia dell'Ue come arbitro ultimo del rispetto delle regole del mercato interno che l'Irlanda del nord dovrà continuare a seguire. Nelle scorse settimane, Sefcovic ha spiegato che tutte le linee rosse dell'Ue sono rispettate.

 

L'Ue non vede l'ora di mettersi alle spalle la Brexit. Gli ambasciatori dei ventisette sono stati preallertati su una possibile riunione informale del Coreper questo pomeriggio per discutere dell'intesa sul Protocollo nord irlandese. Il via libera definitivo dovrebbe arrivare dal Consiglio Affari generali con uno stampino politico nel Consiglio europeo di marzo. Per Sunak sarà più difficile, data l'opposizione dei Brexiters del suo partito. "Come qualcuno che crede nella Brexit, ha votato per la Brexit, ha fatto una campagna per la Brexit, voglio dimostrare che la Brexit funziona e funziona per ogni parte del Regno Unito”, ha detto Sunak nel fine settimana: "Ci sono questioni in sospeso sulla Brexit e voglio finire il lavoro". Ma Sunak rischia una resa dei conti con i Brexiters e il Dup. Mark Francois, il leader dell'European Research Group (il gruppo dei Brexiters più accaniti) ha definito come insufficiente la potenziale intesa. Il leader del Dup, Jeffrey Donaldson, ha chiesto a Sunak l'impossibile: ottenere modifiche all'accordo di recesso del Regno Unito dall'Ue.

 

Le ragioni per chiudere l'accordo non mancano a Sunak. Il caos Brexit e la premiership di Johnson hanno fatto precipitare l'economia britannica in recessione e i Tory nei sondaggi. Servirà tempo per aggiustare le cose sia sul piano economico sia su quello politico. Ma il Regno Unito potrebbe trarre diversi vantaggi dal riallacciare una relazione civile con l'Ue. Un esempio è l'accesso per università e scienziati britannici a Horizon, il programma da 96 miliardi di euro dell'Ue per finanziare la ricerca e l'innovazione. Un altro terreno di intesa potenziale riguarda le politiche climatiche, con approcci simili sui sussidi verdi e la tassa carbonio alla frontiera. Ma, come ha dimostrato la guerra in Ucraina, è sulla politica estera e di sicurezza che l'alleanza tra l'Ue e il Regno Unito è più necessaria che mai. Non c'è solo da gestire la minaccia molto attuale della Russia, ma anche da affrontare insieme la sempre maggiore aggressività della Cina.

      


       

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