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chi c'è e chi no

L'India non invita l'Ucraina al G20. I danni della “neutralità”

Giulia Pompili

Il ministro degli Esteri indiano ha spiegato che il G20 è il luogo dove parlare di economia e sviluppo, e non di conflitti, ricordando che i due paesi mantengono relazioni “forti”. Il tentativo di Delhi intestarsi la leadership tra i paesi che cercano di evitare di prendere una posizione tra i due ordini mondiali

Il ministro degli Esteri indiano, Subrahmanyam Jaishankar, ha confermato alla stampa che l’Ucraina non è stata invitata al vertice del G20 che si terrà a Delhi i prossimi 9 e 10 settembre. Come da prassi, è il paese presidente di turno a decidere gli inviti per i paesi che non fanno parte del forum delle venti maggiori economie del mondo, e l’India ha deciso di far partecipare la Spagna e i Paesi Bassi, la Nigeria, Mauritius, il Bangladesh, Singapore, l’Egitto, l’Oman e gli Emirati Arabi Uniti – ma non l’Ucraina, come è accaduto all’ultimo G7 di Hiroshima e come sostenuto dalla coalizione occidentale. La Russia invece è un membro permanente del G20, e secondo quanto riportato ieri dalla Nbc, il presidente russo Vladimir Putin non avrebbe ancora escluso l’ipotesi di volare a Delhi di persona, anche se l’ipotesi resta remota per due ragioni: una riguarda il mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale contro Putin per la deportazione dei bambini ucraini in Russia, l’altra riguarda l’immagine del leader del Cremlino, che potrebbe voler cercare un rilancio della sua figura internazionale ma, come al G20 australiano del 2014, dopo l’annessione della Crimea, sa che l’esposizione mediatica potrebbe ritorcerglisi contro.

Il potente ministro del governo indiano guidato da Narendra Modi, il diplomatico Jaishankar, ha spiegato ai giornalisti che il G20 è il luogo dove parlare di economia e sviluppo, e non di conflitti, e poi ha ricordato che Modi ha incontrato in diverse occasioni il suo omologo ucraino Zelensky e che i due paesi mantengono relazioni “forti”.

Secondo diversi osservatori, però, l’India – negli ultimi anni sempre più coinvolta dall’America e dalla coalizione occidentale come alleato strategico nell’Indo-Pacifico – continua a tenere una posizione neutrale di fronte alla guerra d’invasione russa, considerata una guerra regionale, anche per intestarsi la leadership tra i paesi che cercano di evitare di prendere una posizione tra i due ordini mondiali. Il rischio è che il G20, uno dei pochissimi forum estesi tra occidente e oriente, venga disertato dai leader della coalizione occidentale e perda sempre più valore e interesse politico.

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  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.