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soldi e palestra

Il corpo del nerd è cambiato. Da Aranzulla a Bezos fino al combattimento tra Musk e Zuckerberg

Giulio Silvano

Il trend dei ragazzi del tech che vogliono vendicarsi dei benedetti dalla genetica che al liceo li prendevano in giro. Ora però iniziano a combattersi tra loro

C’è una puntata dei Simpson in cui Bart e Lisa vedono otto anni avanti nel futuro. Milhouse, l’amico sfigato, occhialuto e intollerante al lattosio, all’ultimo anno del liceo è diventato sorprendentemente più sicuro di sé. Non è cambiato per niente, è basso e bruttino, e ha anche qualche brufolo, ma è ridicolmente muscoloso. La scoperta del bodybuilding l’ha trasformato in un individuo baldanzoso e vanesio. La fatica, la disciplina, l’impegno e il sudore della palestra hanno scolpito il corpo, ma anche il carattere. L’autostima, tramite la modellazione della carne, è salita alle stelle. Non è diverso da quello che è successo a Jeff Bezos, continuamente su e giù nel podio dei tre uomini più ricchi al mondo. Bezos negli ultimi anni sembra non veder l’ora di mostrare i suoi pettorali e i suoi bicipiti ai paparazzi, come la scorsa settimana a Capri sul suo yacht. Le vecchie foto, quando già milionario creava il suo impero di librerie online, lo fanno sembrare un cassiere di banca sottomesso in una rom com anni Novanta. Camicie Oxford di due taglie in più e pantaloni kaki troppo larghi, taglio-riporto à la Kevin Spacey. Oggi invece t-shirt nera aderente e testa lucida, modello The Rock. Con i muscoli anche la postura, lo sguardo e il sorriso sono cambiati. 

Meno ricco il nostro Bezos nazionale – ma comunque abbastanza da scegliere un attico a City Life, tra Ferragnez e attaccanti dell’Inter – anche su di lui si è vista la golemica trasformazione del fisico: l’Instagram di Salvatore Aranzulla infatti sembra una pubblicità della Virgin Active. Ogni occasione è buona per stare a petto nudo per il problem solver del web. Uno degli scatti più recenti mostra il prima e il dopo i “cinque anni di allenamento con i pesi in casa”. In un’altra in spiaggia dice: “Chiamatemi Poseidone”. Un trend dei ragazzi del tech che finalmente sembrano, con fitness, superfood e personal trainer, voler battere i biondi fisicati benedetti dalla genetica che al liceo li prendevano in giro, tra teste nel gabinetto e impertinenza con le ragazze. Si risolvono così le commedie di John Huges, con i nerd che non solo diventano ricchissimi, ma anche più forti dei loro torturatori delle medie, dei loro aguzzini dello spogliatoio. Una doppia vendetta. Da geek a chad dorati. E una volta mostrato al mondo e ai vecchi persecutori della squadra di football che si è sia erculei sia triliardari, bisogna che ci si scontri tra simili per superare una nuova classifica: Forbes è così anni Duemila. 

È da un po’ che Elon Musk e Mark Zuckerberg si punzecchiano a vicenda sui social per sfidarsi in un combattimento di arti marziali miste, tanto che si era parlato del Colosseo come della location per i due gladiatori del tech (il ministero della Cultura ha smentito). Il pallido e robotico Ceo di Meta – l’Eneide, dice, è il mio libro preferito – da qualche anno si dedica al jiu-jitsu brasiliano, e ha anche vinto una medaglia. A maggio ha completato la Murph challenge in 40 minuti, che consiste in 100 trazioni alla sbarra, 200 piegamenti, 300 squat e due corse di un miglio, tutto con indosso un giubbotto tattico di dieci chili, allenamento tipico dei Navy seals che hanno ammazzato Bin Laden. Musk ha sfidato Zuck quando è venuto a sapere che il secondo avrebbe creato un social – Threads – per fare concorrenza a Twitter (ora X). Dopo che si era trovata una data (26 agosto), e dopo aver detto che i soldi andranno ai veterani, il provocatorio e turbolento Musk sembra però tentennare. Ha detto che forse prima si deve fare un’operazione alla schiena poi si vedrà. “Non tratterrò certo il fiato”, risponde Zuckerberg, dopo averlo preso in giro per il pessimo streaming live di X, che aveva imbarazzato il lancio della campagna di Ron DeSantis. Nell’immaginario fantascientifico e distopico i signori dei mondi, sul modello americanizzato dell’antica Roma, scelgono i guerrieri più forti per farli scontrare in un’arena e, seduti come imperatori, si godono lo spettacolo alzando o abbassando il pollice. Nella nostra realtà invece sembra che i satrapi della Silicon Valley preferiscano gettarsi loro nell’arena polverosa, per far vedere al mondo che non sono solo degli ex bravi studenti di matematica fissati coi computer.