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Editoriali

Anche l'Ohio frena sull'aborto

Redazione

Il ribaltamento della sentenza Roe ha ridato agli stati la parola per vietare, limitare o liberalizzare integralmente l'interruzione della gravidanza. Il voto degli elettori ohioani respinge una proposta dei repubblicani

La Corte suprema, ribaltando a fine giugno la sentenza Roe vs Wade del 1973, aveva rimesso agli stati la facoltà di decidere cosa fare dell’aborto: vietarlo, limitarlo o liberalizzarlo integralmente. Martedì, gli elettori dell’Ohio hanno respinto una proposta che avrebbe reso più difficile approvare emendamenti e modificare la Costituzione. La proposta, sostenuta dai repubblicani, prevedeva di aumentare la soglia per l'approvazione di un emendamento alla Costituzione dal 50 al 60 per cento dei voti. Lo stato ha votato contro. Nel quesito “Issue number 1” non si citava l'aborto ma a novembre è previsto un voto per tutelare i diritti all'aborto in tutto lo stato: se la misura fosse stata approvata, sarebbe servita una super maggioranza per sostenere l’emendamento che alleggerisce le restrizioni in vigore nell’Ohio. 

Quest’ultimo è solo l’ultimo stato a mettere una pesante pezza sul ribaltamento della Roe, che un anno fa, una certa stampa liberal aveva denunciato come un attentato alle libertà, quasi un golpe pro life. Se è scontato che in California l’aborto resti affare intimo e privato, molto meno scontato è il risultato del referendum in Kentucky e in Kansas, i cui elettori hanno respinto l’emendamento che avrebbe reso incostituzionale il diritto all’aborto. L’ennesimo voto in Ohio dimostra che la parola è tornata ai singoli stati, in nome del principio “originalista” secondo cui nella Costituzione americana il diritto all’aborto non è contemplato. L’America non smetterà di interrogarsi e di dividersi sul quesito posto dai giudici oppositori della sentenza del 1973, su “chi valesse di più tra le madri incinte e la vita di chi non sarebbe mai nato”. Forse la soluzione torna ancora a essere nella formula usata da Bill Clinton e dimenticata dai suoi nella terza e fondamentale parte: l’aborto legale, sicuro e raro.

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