golpe in niger

Il presidente della Nigeria non ama i golpe e ha un esercito vero

Maurizio Stefanini

Oggi arriva nella capitale del Niger Niamey una delegazione dei paesi dell'Ecowas, la Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale. Un ruolo decisivo nella risoluzione del golpe lo potrebbe avere la leadership di Bola Tinubu

Il presidente nigeriano Bola Tinubu è contro i golpisti. Domenica a Abuja, capitale della Nigeria, il vertice della Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale (Ecowas) ha concordato delle misure contro la giunta di Niamey: sospensione bancaria, embargo totale e blocco delle frontiere. Martedì la Compagnia nigeriana dell’elettricità ha disconnesso la linea ad alta tensione che porta l’elettricità in Niger: una mossa molto pesante, dal momento che interrompe il 70 per cento della fornitura. La delegazione che oggi arriva a Niamey per un estremo tentativo di mediazione è composta da tutti i paesi della Ecowas, ma sono i nigeriani i nomi più rilevanti.

Alla testa c’è Abdulsalami Abubakar: il generale che nel 1998 andò alla testa della giunta militare che aveva preso il potere nel 1983, ed entro il 1999 aveva ridato il potere ai civili dopo libere elezioni. E nella delegazione c’è anche il nigeriano  sultano di Sokoto Muhammadu Saadu Abubakar: uno dei leader religiosi più influenti e rispettati della regione. 

Tra 1997 e 2017 l’Ecowas era già intervenuta più volte per tutelare o ristabilire la democrazia, secondo quella che è considerata una filosofia base del gruppo. L’ultima volta fu in Gambia, dove un presidente che sconfitto alle elezioni non intendeva cedere il potere cambiò idea in 48 ore, dopo un’invasione dell’esercito senegalese accompagnata da un blocco navale della marina nigeriana. Il Commissario per gli Affari politici, la pace e la sicurezza dell’Ecowas Abdel Fatau Musah, che aprendo i lavori della riunione ad Abuja del Comitato dei capi di Stato maggiore della Difesa ha ricordato come “l’opzione militare è l’ultima opzione sul tavolo, l’ultima risorsa, ma dobbiamo essere pronti a questa eventualità”, è ghanese.

Ma la Nigeria è un paese chiave, visto che rappresenta ben 215 dei 387 milioni di abitanti dell’Ecowas. L’esercito nigeriano ha 160.000 uomini, contro i 12.000 di quello del Niger, i 45.000 del Mali e i 17.000 del Burkina Faso: gli altri due regimi militari che dicono di voler intervenire se l’Ecowas attacca. Ma, appunto, dopo il 2020 l’Ecowas ha smesso di fare  questi interventi, per limitarsi a comminare ai golpisti sospensioni. Così siamo però ormai arrivati al quinto golpe, e la Nigeria come paese guida del progetto Ecowas non ne può evidentemente più. Tanta insofferenza è espressa dal suo presidente,  classe 1953, a capo del paese  dal 29 maggio, musulmano, soprannominato “il padrino”, delfino del precedente presidente conservatore Muhammadu Buhari.

Bola Tinubu fu eletto in una tornata elettorale  combattuta e con dure accuse di brogli, col 36,61 per cento dei voti contro il 29,07 del socialdemocratico Atiku Abubakar e il 25,4 del “candidato dei giovani” Peter Obi, ma esordì subito ponendo fine a un sussidio sul carburante che era costato 10 miliardi di dollari l’anno, e iniziando la privatizzazione del settore petrolifero. Non è lui l’inventore della politica antigolpe, ma vuole  farla tornare con tutto il suo rigore dopo qualche anno di debolezza che ha caratterizzato la stessa leadership della Nigeria, alle prese con molti problemi interni. D’altra parte il suo mentore Buhari ha definito l’azione come “assolutamente ingenua” e ha avvertito “i golpisti di imparare una lezione dalla storia sulle conseguenze dell’instabilità causata dalla violenta presa di potere dei governi”. 

Tinubu è stato governatore dello Stato di Lagos dal 1999 al 2007 e poi senatore per Lagos West , e si è formato negli Stati Uniti, studiando contabilità alla Chicago state university. Tornato in Nigeria all’inizio degli anni ‘90 e assunto dalla Mobil Nigeria come contabile, dopo il golpe del 1993 fu un ardente attivista per il ritorno della democrazia. Interessi nigeriani a parte, è dunque un personaggio che per i militari golpisti ha una antipatia sincera. Qualcuno lo taccia di ipocrisia, per presentarsi come un campione di democrazia dopo essere stato eletto con un risultato contestato.

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