Foto Ansa, Penny Wong, ministra degli Esteri australiana

editoriali

Il “miracolo sul fiume Dnipro”: la guerra ha unito il fronte delle democrazie dall'Atlantico al Pacifico

Redazione

Dall’Australia alla Corea del sud, democrazie lontane ma schierate con Kyiv. Prima di Putin nessuno era mai riuscito a creare un’alleanza così forte

Ieri il governo australiano ha annunciato nuove sanzioni contro la Russia. Nel pacchetto ci sono 35 aziende russe che operano nel settore della Difesa, della tecnologia e dell’energia, e dieci individui di nazionalità russa e bielorussa. Tra i sanzionati c’è la commissaria russa per i Diritti umani Tatyana Moskalkova, il segretario generale del partito Russia Unita, Andrei Turchak, e Andrei Belousov, primo vice premier della Federazione russa. La ministra degli Esteri australiana, Penny Wong, ha fatto sapere che “le sanzioni di oggi sottolineano l’impegno dell’Australia a lavorare con i partner per mantenere la pressione sulla Russia e su coloro che sostengono la sua guerra illegale e immorale”. Geograficamente ed economicamente, quella della Russia contro l’Ucraina è una guerra lontana per Canberra, ma il senso di queste nuove sanzioni riguarda la solidarietà e l’obiettivo comune dei paesi “like minded”, quelli che la pensano allo stesso modo sulla democrazia e lo stato di diritto. Nessuno prima di Putin era riuscito a creare un’alleanza così forte, dall’Atlantico al Pacifico.

Il 15 luglio scorso il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol ha visitato a sorpresa Irpin e Kyiv. La Corea del sud nel 2022 ha donato all’Ucraina 100 milioni di dollari di aiuti, che verranno aumentati di cinquanta milioni quest’anno. “Il governo coreano vuole unirsi attivamente alle democrazie liberali negli sforzi internazionali per difendere la libertà dell’Ucraina”, ha detto Yoon, che ha parlato di un “miracolo sul fiume Dnipro” per l’Ucraina, come “il miracolo sul fiume Han” che bagna Seul, un’espressione usata per descrivere la riscossa economica sudcoreana degli anni Sessanta dopo la devastazione della guerra del 50-53. Per il primo ministro giapponese Fumio Kishida, anche lui impegnato diplomaticamente e con aiuti umanitari per Kyiv, il futuro dell’Ucraina è anche il futuro dell’Asia, e la sua vittoria un deterrente per tutti gli altri paesi autoritari. La coalizione anti Putin ha già varcato da un pezzo i confini d’Europa, e guarda al Pacifico.

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