sfida tra repubblicani

Trump e DeSantis cercano il sostegno di "Moms for Liberty"

Giulio Silvano

Da attiviste locali ad ago della bilancia della politica americana. I candidati repubblicani ora si contendono l'appoggio delle mammine della Florida che si battono contro l'ideologia woke e  segnano il fronte della cultural war sulle scuole 

Altro che poteri forti, lobbysti del petrolio o della tecnologia, i nuovi player della politica americana sono le mamme apprensive. Tina Descovich e Tiffany Justice, preoccupate per i valori che vengono propinati nelle scuole americane, hanno deciso di trovare un modo per influenzare le istituzioni. Descovich, che ha cinque figli, aveva appena perso un’elezione nel consiglio scolastico della contea  in cui vive (facendo campagna contro le politiche di contenimento del Covid) quando ha fondato assieme a Justice, in Florida nel 2021, il gruppo “Moms for liberty”. Quando è nata sembrava una piccola organizzazione locale che cercava di combattere contro “l’indottrinamento democratico” nei programmi scolastici del Sunshine State. Adesso ha 285 sedi in 45 stati diversi con oltre 100 mila membri attivi. E ha un certo potere, tanto che al loro ultimo summit a Philadelphia hanno partecipato  cinque candidati repubblicani, compresi il front runner Donald J. Trump e il governatore della Florida Ron DeSantis

Da attiviste locali che combattevano contro gli obblighi di mascherina nelle scuole, nel giro di pochi anni Justice e Descovich sono diventate due interlocutrici chiave del mondo conservatore. La capillarità dell’organizzazione, unita al fervore con cui una madre difende i propri figli di fronte a quello che reputa pericoloso, hanno reso “Moms for liberty” un movimento chiave. Gli analisti politici dicono che sono state fondamentali nella rielezione a governatore di DeSantis e di diversi deputati della Florida nel 2022. Tutti vogliono sfruttare l’energia che ha l’organizzazione nel mobilitare la base conservatrice per le primarie repubblicane del prossimo anno, e così sono tutti a corteggiarla. 

Nel suo discorso sul palco a Philadelphia, Trump ha parlato di “veleno tossico dell’ideologia gender” e del “credo malato nel comunismo woke”, lui che non si è mai interessato particolarmente a questi temi, essendo un ex liberal newyorkese amico dei Clinton. Trump fino a poche settimane fa criticava DeSantis proprio perché sta basando tutta la sua campagna sull’anti wokismo. “Penso che ciò che è successo negli ultimi anni nel nostro paese abbia risvegliato la forza politica più potente dell’America: le mamme orso. E sono pronte a combattere”, ha detto il governatore su quello stesso palco: “Saranno la forza politica chiave per le elezioni del 2024, l’anno in cui i genitori si riprenderanno il paese”. Trump invece ha promesso che quando tornerà alla Casa Bianca taglierà immediatamente i fondi federali a tutte le scuole che “sciorinano la critical race theory, la follia transgender e altri contenuti inappropriati razziali, sessuali o politici sui nostri bambini”. I nemici delle madri sono i libri che, distribuiti in aule e biblioteche, cercano di normalizzare la fluidità di genere e spiegare che il razzismo è implicito nel sistema. Con le loro campagne di pressione sono riuscite a modificare programmi curriculari, a far rimuovere alcuni testi, e a farsi eleggere nei consigli di istituto per sostituire sovrintendenti troppo progressisti. 

Simile alla paura del comunismo negli anni Cinquanta, la paura dell’iperwokismo istituzionalizzato sta ritirando fuori  il cosiddetto housewife populism, un attivismo prettamente femminile che parte dal privato – proteggere i propri figli – e diventa pubblico e influente a livello nazionale, come era accaduto nel Dopoguerra contro quelle che erano considerate deviazioni filo sovietiche. Le mamme per la libertà sono state attaccate da sinistra, anche per via di alcune collaborazioni locali con gruppi e milizie del 6 gennaio, come Proud Boys, Three Percenters e nazionalisti cristiani. Una no profit dell’Alabama specializzata in diritti civili, il Southern Poverty Law Center, l’ha inserita nella lista delle organizzazioni estremiste di estrema destra. Oltre alle posizioni ideologiche, Moms for liberty è stata accusata in alcune contee di avere atteggiamenti aggressivi verso il personale scolastico: in New Hampshire ha offerto una taglia di 500 dollari per chi beccava gli insegnanti a parlare in classe di razzismo sistemico. L’alt-right si unisce alle mamme preoccupate per reclamare i “diritti dei genitori” di fronte allo stato centrale che ha la pretesa di voler educare i figli scavalcando il ruolo della famiglia. Così si traccia la linea del fronte della battaglia culturale sulle scuole. 

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