il reportage

Gli ucraini aspettano la resa dei conti tra bande russe sul campo

Cecilia Sala

A Vladimir Putin serve la Wagner in Ucraina, ci dice Dmytro della 130esima brigata che l’ha vista da vicino 

Kramatorsk, dalla nostra inviata. “La Wagner non sarà smantellata a meno che Vladimir Putin non voglia rinunciare alla sua guerra in Ucraina e non mi sembra”, dice Dmytro, capelli rasati, orecchini e il simbolo nazionale – un tridente – tatuato sulla guancia sinistra. Combatte nella centotrentesima brigata ucraina che, insieme alla novantatreesima, è stata l’ultima a lasciare Bakhmut alla Wagner di Evgeni Prigozhin dopo il peggiore bagno di sangue a cui Dmytro abbia assistito da quando è cominciata l’invasione totale sedici mesi fa. “I mercenari di Prigozhin sono mostruosamente più capaci dei soldati di Sergei Shoigu: senza la Wagner, questa conversazione potremmo averla molti chilometri più in là perché un bel pezzo del Donetsk sarebbe ancora nostro”.  “Quei ragazzi spaventosi sono più furbi dei loro colleghi e sono abituati a prendere decisioni rapide, nella macchina idiota della Difesa russa non ce li vedo, se ne facessero parte ammazzerebbero il proprio superiore dopo tre giorni”. La lettura di Dmytro non è molto distante da quella di Prigozhin che ieri è riapparso con uno dei suoi messaggi vocali. “I ‘musicisti’ sono i nemici peggiori che ho ma non c’è da discutere sul fatto che Prigozhin dica molte cose vere: che noi negli ultimi nove anni non abbiamo mai bombardato i civili del Donbas ma soltanto le posizioni russe, che questa guerra con l’allargamento della Nato non c’entra proprio nulla e che lui è molto più bravo a combattere dei generali di Mosca – sottoscrivo tutto. E ammetto che quando ieri ho ascoltato Prigozhin dire che ciò che ha fatto lui in Russia era una ‘masterclass’ per l’esercito di Mosca su come si marcia su una capitale, riferendosi a quello che non ha saputo fare Shoigu il 24 febbraio 2022 con Kyiv: ho sorriso”.

 

Prigozhin è l’uomo che risolve problemi, ci sia da tentare di manipolare le elezioni presidenziali americane con i troll o da assicurarsi i proventi di una miniera d’oro in Sudan quando le sanzioni fanno calare il valore del rublo e il Cremlino ha bisogno di metalli preziosi per non deprezzare le riserve del Tesoro. “Questa volta l’hanno chiamato dopo che non sono riusciti a prendere Kyiv in tre giorni come si illudevano di poter fare, non penso che rinunceranno davvero a lui e tantomeno ai suoi uomini, credo studieranno un modo per metterlo soltanto formalmente da parte e salvare le apparenze”. Il video che circola sui canali Telegram dei blogger militari in cui si vede un soldato russo in Ucraina tagliare la gola di un altro soldato russo che sabato era pronto a tradire l’esercito per passare con la Wagner non impressiona Dmytro: “Non è la prima volta, i russi si sono già ammazzati tra loro qui, ma in questo caso è diverso perché è potenzialmente più contagioso. Però finché sono i soldati semplici a massacrarsi non mi esprimo, se i comandanti russi che stanno con Shoigu e contro Shoigu, quelli che hanno fatto accordi con la Wagner, iniziano a farsi la guerra o almeno i dispetti nelle zone occupate dell’Ucraina per noi è un vantaggio e sarà un piacere aiutarli a distruggersi”.

 

Tutti in Ucraina hanno notato l’accoglienza che ha ricevuto Prigozhin da alcune autorità militari di Rostov, che il vicecapo dell’intelligence militare di Mosca, Vladimir Alekseyev, ha preso in giro Shoigu e il capo di stato maggiore Valery Gerasimov – i due bersagli di Prigozhin – proprio mentre il capo della Wagner marciava verso Mosca. E poi che molte divisioni russe non sono neppure uscite dalle proprie basi quando Prigozhin ha attraversato i territori che spetterebbe a loro proteggere, come la centoseiesima divisione di Tula o la terza di Boguchar.  I soldati ucraini in Donbas sono rimasti delusi da un ammutinamento della Wagner durato troppo poco e dal fatto che ora stia tornando a combattere loro invece che i vertici della Difesa di Mosca, ma sanno che il campo di battaglia è un posto perfetto per regolare i conti e si augurano che questo possa avvenire come effetto della marcia di Prigozhin che ha esacerbato le frizioni interne all’apparato militare. 

 

Con il senno del poi, il documento trovato fra quelli trafugati al Pentagono in cui c’era scritto che Prigozhin era in contatto con il capo dell’intelligence militare di Kyiv, Kyrylo Budanov, e gli aveva offerto le posizioni dei soldati regolari russi da colpire in Ucraina è molto credibile. “Abbiamo capito che i nostri generali, da Valery Zaluzhny – il capo di stato maggiore – a Budanov, hanno continuato a farci combattere a Bakhmut anche perché Prigozhin si stava arrabbiando molto rispetto a quella battaglia e loro volevano far esplodere le divisioni tra i comandanti nemici. I russi pensano di essere gli unici a saper giocare con la psicologia degli altri, è una delle illusioni a cui sono più affezionati”.

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