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In Africa

La strage in Mali del 2022, ora per ora: il format della Wagner

Maurizio Stefanini

Washington sanziona un oligarca che ha favorito i paramilitari russi nel massacro di Moura. Almeno 500 le persone uccise durante l'operazione in un villaggio della regione di Mopti

Moustapha Sangaré è un colonnello dell’esercito del Mali; Lassine Togola un capitano; Ivan Aleksandrovich Maslov il capo del gruppo paramilitare privato russo Wagner in Mali. Sono stati tutti e tre sanzionati dal dipartimento di stato americano per la strage di Moura: almeno 500 persone uccise nell’operazione che si svolse in un villaggio della regione di Mopti, la cerniera tra il nord e il sud del paese africano. Durò cinque giorni, nel marzo del 2022, e rappresenta il peggior massacro compiuto dalla Wagner al di fuori dell’Ucraina.

La decisione di Washington è stata determinata dalla pubblicazione di un rapporto compilato dopo un’estesa missione di accertamento dei fatti condotta per diversi mesi dal personale delle Nazioni Unite in Mali. E’ un resoconto ora per ora. Prima arrivò un singolo elicottero, che volando basso sopra le paludi attorno al fiume fuori dal villaggio iniziò a sparare sulla folla riunita per il mercato settimanale. Poi ne arrivarono altri, di elicotteri, che depositarono truppe intorno alle case e ai recinti del bestiame. Muovendosi rapidamente, i soldati ordinarono agli uomini di entrare nel centro del villaggio, e uccisero chi cercava di scappare. Alcuni di questi uomini erano armati, risposero al fuoco e la sparatoria si intensificò. In breve si accumularono i cadaveri di almeno venti civili e una dozzina di presunti membri di un gruppo islamista affiliato ad al Qaida. Gli altri furono uccisi nei cinque giorni successivi da truppe supervisionate da mercenari russi. Fatta eccezione per una piccola frazione, erano civili disarmati.

Al colonnello Sangaré e al capitano Togola Washington ha imposto restrizioni sui visti, mentre il Tesoro americano ha bloccato e sequestrato tutti i beni detenuti negli Stati Uniti da Maslov, che ha “lavorato in stretto coordinamento con i funzionari del governo maliano per eseguire il dispiegamento del gruppo Wagner in Mali”, a partire dalla fine del 2021. Moustapha Sangaré è il comandante del 33esimo Reggimento commandos paracadutisti, una unità d’élite creata nel 1961, all’indomani dell’indipendenza del Mali, i cui membri sono conosciuti come “i berretti rossi”, in riferimento al colore del loro copricapo. Sangaré è alla testa del reparto dal settembre del 2019, ma ci stava da molto prima:  è considerato molto vicino alla giunta del colonnello Assimi Goïta, che ha preso il potere con il golpe del maggio 2021, e che ha chiesto l’aiuto della Wagner contro i jihadisti. Lassine Togola è il comandante di un Battaglione autonomo delle forze speciali (Basf) creato nel giugno 2018, responsabile in particolare del coordinamento e della conduzione delle operazioni più delicate dell’esercito maliano e anch’esso vicino alla giunta al potere: il colonnello Assimi Goïta è un suo ex comandante. Il Basf è anche l’unità che nella sua base di Sofara ospita gli uomini della Wagner, arrivati a inizio 2022 e che ora contano 1.600 unità. Moura si trova a quindici chilometri da Sofara, che è indicata come la base da cui la Wagner e le Forze armate maliane partono per operazioni antiterrorismo che, secondo molte denunce, sono occasione di gravissimi abusi contro i civili.

Nel febbraio del 2020 il Basf era stato addestrato proprio dagli Stati Uniti, nell’ambito dell’esercitazione militare “Flintlock”, che il Comando americano in Africa organizza ogni anno con i principali partner di sicurezza del continente al fine di rafforzare le loro capacità operative. Una formazione di cui aveva beneficiato un anno prima anche Assimi Goïta. Questa collaborazione non ha impedito che le relazioni tra Washington e Bamako si deteriorassero dal colpo di stato dell’agosto 2020. Tuttavia, finora non aveva nemmeno portato a un divorzio come quello consumato invece nel 2022 tra Francia e Mali. Dopo aver espulso dal paese l’ambasciatore francese Joël Meyer, le autorità maliane hanno anche cacciato i soldati dell’operazione francese “Barkhane”. In un comunicato diffuso sabato 27 maggio, il governo di Bamako ha  reagito invitando gli Stati Uniti a fermare la “campagna di disinformazione contro il Mali”, ritenendo “prive di fondamento e ingiuste” le accuse e le sanzioni. A metà maggio la giunta aveva protestato anche contro le conclusioni del rapporto sul massacro di Moura pubblicato dall’ufficio dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, definendolo “di parte” e “basato su una narrazione fittizia”. Ieri il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, che viaggia spesso in Africa, era in Kenya: punta a espandere ulteriormente l'influenza russa nel continente, e infatti ha invitato il governo di Nairobi ad aderire ai Brics.

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