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Due viaggi a confronto: Zelensky a Varsavia, Lukashenka a Mosca

Micol Flammini

Grano, difesa, armi e diplomazia: per il presidente ucraino non è stata una semplice visita di stato, ma un incontro di lavoro importante per prevenire problemi futuri con Varsavia, l'alleata preziosa. Il bielorusso invece è arrivato da Putin con aria proccupata

Volodymyr Zelensky è arrivato oggi a Varsavia e sorrideva mentre stringeva la mano del suo omologo Andrzej Duda. Dall’inizio dell’invasione russa, non sono state molte le visite di  Zelensky per ovvi motivi di sicurezza, ma ognuna ha avuto un significato. Il  viaggio a Washington era un robusto ringraziamento, quello a Londra un giusto tributo, quello a Bruxelles una cortesia sentita, e questo a Varsavia una dimostrazione di solidarietà e concretezza. La Polonia non si è soltanto ritrovata sulla prima linea del sostegno a Kyiv per motivi geografici, ma ha contribuito a svegliare i paesi  dell’Ue più distanti e distratti. 


L’Ucraina in questo anno è stata stravolta, la Polonia è cambiata ma i due paesi che oggi si sostengono e si ringraziano sono consapevoli che un giorno potrebbero avere difficoltà a stare vicini. Ci sono i contenziosi storici, ma ci sono anche quelli economici e il senso di questo viaggio era  raddrizzare i problemi del futuro prima che si presentino. La visita è stata molto pratica: i due paesi hanno firmato accordi che riguardano l’intervento della Polonia nella ricostruzione dell’Ucraina, la cooperazione tra le industrie della Difesa e l’acquisto di nuove armi di fabbricazione polacca. Fuori dai documenti, ma al centro delle discussioni c’è stato anche il tema delle derrate di grano ucraino che hanno intasato i magazzini polacchi, abbassato il prezzo e provocato le proteste dei contadini e le dimissioni  del ministro dell’Agricoltura Henryk Kowalczyk. I due alleati oggi di ferro non vogliono ritrovarsi un giorno a litigare e hanno cercato di porre le basi più solide possibile per un cammino tutt’altro che facile. 

 

All’asse della costruzione polacco-ucraina ha fatto invece da contraltare quello della distruzione russo-bielorussa. Il dittatore bielorusso Aljaksandr Lukashenka è arrivato oggi in Russia e mentre scendeva dall’aereo,  un po’ zoppicando, non sorrideva affatto. Lo attendono due giorni con Vladimir Putin. Sarà la prima volta che  si vedranno dopo l’annuncio del russo  della costruzione di depositi per armi tattiche nucleari  in Bielorussia e la proposta di finta tregua del bielorusso.      

  • Micol Flammini
  • Micol Flammini è giornalista del Foglio. Scrive di Europa, soprattutto orientale, di Russia, di Israele, di storie, di personaggi, qualche volta di libri, calpestando volentieri il confine tra politica internazionale e letteratura. Ha studiato tra Udine e Cracovia, tra Mosca e Varsavia e si è ritrovata a Roma, un po’ per lavoro, tanto per amore. Sul Foglio cura con Paola Peduzzi l’inserto EuPorn in cui racconta il lato sexy dell’Europa, ed è anche un podcast.