(foto EPA)

24 febbraio 2022 - 24 febbraio 2023

Dopo un anno di guerra l'Ucraina rimane una formidabile fonte d'ispirazione

Benjamin Tallis

Nella loro lotta quotidiana e indefessa, gli ucraini ci hanno permesso di ritrovare il significato di essere europei. Dalle coperte di una signora in Repubblica ceca alla strepitosa Nafo

Quest’anno di guerra ha cambiato il mondo e ha cambiato noi. L’aggressione della Russia e l’eroica resistenza dell’Ucraina hanno avuto un effetto chiarificatore: cosa è giusto e cosa è sbagliato; cosa conta e cosa non conta; cosa dovremmo fare e cosa non dovremmo fare. Abbiamo perso amici ma ne abbiamo fatti di nuovi. Abbiamo cercato nuovi modi di pensare e di agire – e li abbiamo trovati. Basandoci sull’approccio del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, leader come Kaja Kallas, Sanna Marin, Jan Lipavsky e Artis Pabriks hanno colto l’occasione e proposto un modo nuovo e migliore di gestire la politica internazionale: è quello che chiamo il “neoidealismo”. Ciò ha significato combinare un forte sostegno materiale all’Ucraina con un approccio più assertivo e moralmente fondato alla (geo)politica, ricollegando i nostri princìpi alla ricerca di prosperità, sicurezza e progresso. Ma questo rinnovato impegno a ripristinare la speranza, a essere all’altezza dei nostri ideali e a difendere i diritti, le libertà e la democrazia quando sono minacciati ha preso piede ben oltre i politici. I cittadini ucraini avrebbero potuto arrendersi per evitare spargimenti di sangue e accettare il giogo russo. Invece hanno combattuto per la loro libertà perché sanno che, nonostante l’enorme costo, ne vale la pena. E così facendo, ci hanno ispirato. Abbandonando il cinismo e la disperazione che hanno afflitto i nostri paesi negli ultimi anni, i cittadini di tutto il mondo democratico si sono alzati in piedi per essere contati nella lotta contro l’autocrazia. Hanno donato più di 280 milioni di dollari per l’iniziativa “United 24” del presidente Zelensky per difendere, sostenere e ricostruire l’Ucraina. Altre donazioni e il sostegno volontario ai rifugiati ammontano a centinaia di milioni in più ma, come tutti questi aiuti, c’è un significato che va oltre il valore monetario. 

 

I cittadini di Lituania e Polonia hanno finanziato con i crowdfunding i droni Bayraktar per l’Ucraina, che i loro governi hanno consegnato. L’Amministrazione di Praga ha fatto lo stesso quando i cechi si sono uniti per inviare un carro armato e altro equipaggiamento militare. Sfidando gli avvertimenti funesti dei politici più esitanti e riconoscendo la propria importanza nella lotta, i cittadini di tutta Europa hanno dimostrato la propria determinazione a schierarsi per l’Ucraina e contro la Russia, per la democrazia e contro gli autoritarismi. I sondaggi d’opinione hanno costantemente dimostrato che i tedeschi ritengono che il sostegno all’Ucraina debba continuare anche di fronte all’aumento dei costi dell’energia.  Nella Repubblica ceca, colpita da uno dei più alti aumenti del costo della vita, la sfida di una donna è diventata virale quando ha dichiarato di essere disposta a usare le sue coperte spesse e a “riscaldare solo una stanza”, se necessario, per difendere l’Ucraina e combattere la paura antidemocratica. Era arrabbiata con chi nel suo paese cercava di minare la democrazia e di assecondare la Russia, il che l’aveva resa ancora più determinata a sostenere l’Ucraina.

 

L’eliminazione della paura è stato uno dei temi principali di uno dei movimenti sociali transnazionali più significativi nati nel contesto della guerra della Russia: Nafo, la “North Atlantic Fellas Organisation”. Si sono riuniti su Twitter per raccogliere fondi per la difesa dell’Ucraina e utilizzano come simbolo un cane Shiba Inu, personalizzato in infiniti modi per creare avatar dei singoli membri (il mio è un omaggio ai Kraftwerk!). Famosa per aver cacciato i troll russi, documentato gli orrori dei funzionari russi e contrastato la disinformazione, la Nafo ha dimostrato come riconquistarsi la sfera dei social media per la democrazia. Ma la sua importanza potrebbe essere ancora più grande. Come ha affermato uno dei membri, “la vittoria più grande per la Nafo è dare alle persone il coraggio di respingere la propaganda”. Un altro ha affermato: “Prima della Nafo mi sentivo solo contro una massa di troll. Ora non sono più solo”. Altri vedono la Nafo come la rappresentante di una “maggioranza silenziosa non più silenziosa perché quando è troppo è troppo” e “le persone libere in tutto il mondo possono essere sconfitte solo se non si alzano in piedi e non si uniscono contro la tirannia”. 

 

In una conversazione privata, un altro social media ha colto l’effetto più importante della guerra sul nostro modo di comportarci: “Gli ucraini hanno introdotto un nuovo modo di essere europei e molte persone pensano che vogliono essere proprio come loro. Ispirano tutti noi a essere più coraggiosi, più forti, più fedeli ai princìpi”. Passare dalle parole ai fatti è un aspetto chiave del neoidealismo. Proprio come Zelensky e il suo governo hanno capito che la loro retorica li obbliga a incarnare i valori democratici e, per esempio, ad affrontare la corruzione, gli ucraini si sono fatti avanti nell’incarnare i valori liberali. Ispirati dagli ucraini, anche noi siamo cambiati. La strada da percorrere è ancora lunga. Dobbiamo ripagare gli ucraini per l’esempio e il campanello d’allarme che ci hanno fornito, sostenendoli fino alla vittoria – e cogliendo l’occasione che ci hanno dato per recuperare il nostro io migliore.

 

Benjamin Tallis è ricercatore presso il German Council on Foreign Relations e autore di “To Ukraine With Love. Essays on Russia’s War and Europe’s Future” 

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