Foto di Vadim Ghirda, AP Photo, via LaPresse 

I dati

Gli italiani sono più ucraino-scettici di altri europei. Uno studio

Daniel Mosseri

I cittadini del nostro paese insieme ai tedeschi sono i meno antirussi d'Europa. In Italia, solo per 32 persone su 100, le sanzioni europee contro la Russia sono efficaci. Mentre il popolo in assoluto più vicino a Kyiv è quello polacco

Berlino. Gli analisti della Fondazione Bertelsmann, centro studi tedesco di Gütersloh, in Vestfalia, hanno intervistato campioni rappresentativi della popolazione in sette paesi europei – Belgio, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Polonia e Spagna – e lo studio ha rivelato che il 61 per cento degli europei è convinto che l’Ucraina finirà per prevalere contro la Russia. Non è escluso che, nel rispondere, gli intervistati abbiano concesso qualcosa al wishful thinking: il 61 per cento risulta dalla media fra l’81 per cento registrato Polonia e il molto meno entusiastico 51 per cento osservato in Italia. Anche i tedeschi, il cui governo è in prima fila in Europa insieme al Regno Unito quanto a impegno finanziario e militare a favore di Kyiv, non sembrano troppo convinti della vittoria ucraina. Solo il 55 per cento di loro crede nella possibilità che Kyiv abbia il sopravvento, decisamente meno dei francesi (65 per cento).

 

Sarà l’ormai ex dipendenza dal gas russo, saranno gli altri legami economici o affinità elettive, ma italiani e tedeschi si confermano fra i meno antirussi del vecchio continente. È notevole poi come la simpatia per il gigante euroasiatico sembra indipendente dall’atteggiamento antirusso e pro Nato, ossia pro Ucraina, dei rispettivi governi. Più coesi fra di loro gli europei sono invece nel rispondere alla domanda se l’attacco russo rappresenti un attacco a tutta l’Europa: per il 68 per cento la risposta è sì. Svettano ancora spagnoli (78 per cento) e polacchi (79 per cento) ma tedeschi (65 per cento) e italiani (66 per cento) si piazzano appena al di sotto della media. 

 

Gli analisti della Bertelsmann Stiftung hanno poi chiesto se i militari ucraini stiano combattendo per la libertà e la prosperità di tutta l’Europa: le risposte sono coerenti con quelle precedenti. Memori di un passato recente sotto al giogo del Cremlino, 71 polacchi su 100 rispondono sì, e, se la media fra i sette paesi è al 62 per cento, tedeschi e italiani si pongono una volta ancora un po’ al di sotto di essa rispondendo affermativamente al 59 per cento. Gli ucraini, insomma, starebbero combattendo anche per noi. La parola “anche” qua è centrale perché, sottolinea ancora la fondazione tedesca, “la grande maggioranza è d’accordo che solo l’Ucraina possa decidere se e quando negoziare con la Russia”: a dispetto dei ricorrenti appelli che i partiti politici europei pro russi lanciano a Kyiv affinché si arrenda “per tre quarti degli intervistati la decisione su combattere o negoziare spetta solo agli ucraini”. 

 

La responsabile dello studio, Isabell Hoffmann, legge nelle risposte un segnale importante. “I valori comuni sono una pietra miliare del sostegno fornito all’Ucraina dall’Ue e dai suoi stati membri. Più questa guerra si trascina, più è importante per gli ucraini sapere che la maggioranza dei cittadini dell’Ue riconosce i loro risultati”.

 

È alle sanzioni, ovvero alla loro efficacia, invece, che l’Europa occidentale crede poco: per il 59 per cento dei polacchi le misure per colpire l’economia russa sono efficaci e soltanto per il 25 per cento sono inefficaci. Passata il confine tedesco-polacco, la musica cambia: in nessuno degli altri paesi la maggioranza crede all’utilità delle sanzioni. Al contrario per il 44 per cento degli italiani e il 48 per cento dei tedeschi sono misure inutili. E sarebbero efficaci per 36 tedeschi su 100 e solo per 32 italiani su 100. A differenza di quello tedesco, al popolo italiano non è servito un doppio gasdotto diretto come il Nord Stream per unirsi anima e portafogli all’economia russa. Comune a tutta l’Europa, invece, è l’ansia: il 66 per cento degli europei è a disagio per la guerra. La media vale per tutti. Ma i polacchi, più vicini al conflitto, stanno male in 79 su 100.

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